“L’architettura istituzionale del sistema turismo resta caratterizzata dalla coesistenza dei vari livelli di governo sovranazionale, nazionale, territoriale, che pur con dinamiche diverse tendono ad assimilarsi dal punto di vista delle strutture organizzative e dell’attività di regolazione. In questa impalcatura si è sempre avvertita, e continua ad avvertirsi a maggior ragione nella fase attuale, la necessità di una governance unitaria forte, capace di mantenere l’identità della visione strategica e l’accordo negli intenti, la sinergia operativa e la comunione di obiettivi tra i diversi livelli”. Lo ha affermato il Presidente del CNEL, Tiziano Treu, all’audizione presso la 10^ Commissione “Industria, commercio, turismo” del Senato nell'ambito dell'esame dell'affare assegnato Atto N. 401 svolta assieme al Consigliere Gianpaolo Gualaccini in cui il Consiglio ha presentato un primo documento di Osservazioni e proposte scaturito dagli stress-test sul settore.
“La crisi indotta dall’epidemia impone l’urgenza di “mettere mano” al sistema turismo sollecitando l’individuazione di nuovi paradigmi sui quali fare perno per trasformare il turismo in un settore a valore aggiunto crescente, ispirato ai principi di sostenibilità e compatibilità sociale e ambientale”, si legge nel documento.
“Se infatti è innegabile che il settore abbia nel tempo sperimentato una costante crescita, questa è stata tuttavia caratterizzata da un consumo veloce delle risorse, dall’assenza di programmazione e dalla produzione di effetti altamente distorsivi sul piano socioeconomico: fra tutti, la scarsa capacità di produrre occupazione buona e stabile, un degrado rapido delle infrastrutture, eccessivo consumo del territorio. Lo sfruttamento delle risorse, concentrato in specifiche aree geografiche e nelle stesse “porzioni” di città, e la sostanziale assenza di attività turistiche organizzate al di fuori dei percorsi considerati più attrattivi, non solo generano i noti effetti negativi, ma non permettono di sviluppare tutto il potenziale del settore, virtualmente enorme”.
Il CNEL in audizione ha avanzato alcune proposte contenute anche nel documento.
L’incremento del contenuto tecnologico della filiera turistica può costituire uno dei progetti su cui canalizzare una quota parte delle risorse provenienti dal Recovery Fund, che funziona appunto secondo una logica di progetti e di verifiche per tappe intermedie. L’infrastrutturazione digitale può diventare il grande progetto su cui puntare, sfruttando al meglio opportunità finanziarie che non si ripeteranno, e magari anche la presidenza italiana del G20 del 2021.
Per un cambio di passo si deve mettere mano alla interconnessione delle banche dati delle Regioni, dei Comuni (Sportello Unico Attività Produttive) e centrali dello Stato; istituire una codificazione univoca delle strutture ricettive sulla quale aggregare le informazioni rilevanti ai fini della pianificazione strategica, della funzione di regolazione del mercato e della concorrenza, di adeguamento dell’offerta.
Affrontare finalmente il grande nodo del divario territoriale nel sistema di trasporti ferroviari, aerei e marittimi, constatando che le regioni meridionali hanno ben contrastato la pandemia ma continuano a scontare costi di trasporto relativamente più alti che le rendono poco competitive rispetto ad altre mete, nazionali ed europee; è necessario intervenire sulle infrastrutture, che devono agevolare la mobilità dei flussi turistici e consentire i nuovi flussi.
L’innovazione della normativa in materia di controlli e sanzioni, che deve essere ispirata ai principi di coordinamento, semplificazione, trasparenza e piena pubblicità. Su questo punto si ricordano le attività dell’Ispettorato del lavoro in relazione alle analoghe competenze di Inps e MLPS. Ciò anche al fine di dare ulteriore sostegno a un settore che opera in enormi difficoltà e molto al di sotto del proprio potenziale produttivo.
È essenziale che il capitale umano coinvolto nella gestione pubblica della filiera turistica sia adeguatamente formato rispetto alla sfida che si ha di fronte.
“Il sostegno al settore turistico assume attualmente connotazioni ulteriori rispetto a quelle che potevano essere considerate appena pochi mesi fa. Ciò in quanto l’attività turistica comporta in sé interazioni interpersonali e spostamenti fisici da un luogo all’altro, ed è quindi direttamente colpita non solo dagli shock che colpiscono la fiducia dei singoli operatori economici, ma anche dalle nuove procedure introdotte per regolamentarne il comportamento”.
Nel corso dell'audizione il Consigliere Gualaccini ha presentato i due progetti per il turismo italiano, promossi dal Cnel, per il Recovery plan. Il primo progetto sostenuto da Cnel, Istat, Conferenza delle Regioni, Cisis, Mibact e Mininterno, riguarda l’ottimizzazione dei metodi di raccolta, elaborazione e diffusione delle informazioni statistiche in materia turistica (eta’, sesso, partenze, arrivi, durata del soggiorno ecc.) ai fini della rilevazione, dell’analisi e della diffusione delle informazioni sull’offerta e sulla domanda turistica in tempo reale. Il secondo progetto, sostenuto da Cnel, Enit, Conferenza delle Regioni e Mibact, consiste nella creazione di un DMS (Destination Manager System) che è un database unico per la gestione integrata in un unico software di tutte le informazioni circa l’accoglienza turistica, la promozione e la commercializzazione dei prodotti turistici regionali.
"Si tratta di progetti che puntano ad aumentare la digitalizzazione dell'offerta turistica e dei servizi, che oggi manca, con i quali si può favorire l’accessibilità, la gestione, la condivisione unitaria per tutti e in tempo reale delle informazioni turistiche. Si tratta in sintesi - ha concluso Gualaccini - di un potenziamento della forza e dell’attrattività del turismo italiano".
Scarica il Documento di Osservazioni e proposte del CNEL