“Malgrado i ripetuti interventi governativi che hanno scandito le varie ‘ondate’ del contagio nei mesi scorsi con ben 9 decreti e 5 scostamenti di bilancio (l’ultimo autorizzato dal Parlamento lo scorso 26 novembre), più le misure inserite nella legge di bilancio, il contesto economico, sociale e sanitario del nostro Paese continua ad essere drammatico. I provvedimenti emergenziali come il decreto Sostegni dovrebbero essere adottati in una prospettiva di superamento dell’emergenza e fornire contributi al raggiungimento di obiettivi più strutturali quali la ripresa delle attività in totale sicurezza. Manca ancora una visione a medio-lungo termine”
Ad affermarlo è il Presidente Tiziano Treu, in occasione del deposito al Senato del documento di Osservazioni e proposte del CNEL sul Dl sostegni.
“A più di un anno dall’inizio della pandemia, i primi bilanci mostrano come in pochi mesi questa abbia comportato una distruzione di reddito senza precedenti, si calcola due volte e mezzo superiore a quella causata dalla crisi finanziaria del biennio 2008-2010. Il danno in termini di impoverimento materiale, sociale, educativo e psicologico è incalcolabile”, si legge nel documento.
In relazione alle misure per il lavoro “Le parti sociali ritengono ancora poco attrezzato il decreto per la parte che riguarda la strumentazione da introdurre quando terminerà il blocco generalizzato dei licenziamenti. Inoltre, il CNEL ritiene indispensabile mettere in campo un piano straordinario di politiche attive, che utilizzi i tre strumenti esistenti: i Fondi Interprofessionali per la formazione continua, la cui funzione va potenziate, il Fondo nuove competenze, che va opportunamente rinforzato nelle risorse, e l’assegno di ricollocazione, da rifinanziare in concomitanza con un allungamento della durata della Naspi”.
Sul rapporto fra contribuenti e fisco (artt. 4 e 5) se “In generale il CNEL esprime perplessità in merito a ogni condono fiscale, a prescindere dalla sua dimensione o incisività ma sono generalmente condivisibili le misure di proroga delle rateazioni e dei pagamenti delle cartelle, le proroghe di termini per il versamento dell’imposta sui servizi digitali, così come la sospensione delle sanzioni emesse nel periodo 2020-2021 derivanti da controlli automatizzati sulle dichiarazioni dal 2018, nonché la definizione delle stesse somme in via agevolata, suscita perplessità invece la scelta di prevedere la cancellazione delle cartelle dal 2000 al 2010 fino a 5mila euro per contribuenti di reddito fino a 30mila euro annui. L’ancoraggio della cancellazione al limite di reddito (piuttosto che all’ISEE) porta in sé un elemento simbolico negativo, perché può spingere a sanare il debito di un evasore calcolandolo proprio sulla base della grandezza che lo rende evasore, e cioè il reddito dichiarato, mentre se il beneficiario è un’impresa attiva, essa può lecitamente “alleggerire” il proprio peso tributario contando sulle sospensioni e rateazioni dei versamenti previsti dal decreto”.
Il CNEL, come ha ripetutamente sottolineato nelle osservazioni e proposte sull’ultimo disegno di legge di bilancio e precedentemente sulla NADEF 2020, ritiene allo stato attuale improrogabile una vera e complessiva riforma del sistema fiscale italiano, ancorata ai principi di equità e di effettiva progressività, nonché al recupero di una evasione che non ha paragoni nei Paesi sviluppati.
Sulle misure a favore delle famiglie e il reddito di cittadinanza “Il CNEL, pur condividendo tutte le misure che incrementano le risorse destinate ai nuclei familiari in forte difficoltà, sottolinea come per la terza volta il Governo sia costretto ad estendere l’applicazione di una misura che, nella sua concezione iniziale, era disegnata come emergenziale ed assolutamente transitoria. Tale estensione, come pure l’incertezza sulla ulteriore durata degli effetti economici e sociali della perdurante crisi sanitaria, inducono a ritenere necessario un intervento correttivo sulla principale misura esistente per contrastare la povertà, il Reddito di cittadinanza. Tale strumento dovrebbe subire una revisione strutturale in direzione di una maggiore flessibilità e inclusività, per far fronte con regolarità ai nuovi bisogni e ridurre il ricorso a misure emergenziali ed incondizionate, come il REM, che risultano necessariamente meno eque. Il decreto avrebbe potuto affrontare il tema dei congedi parentali: il fatto che essi siano retribuiti al 50% acuisce ancora di più il gender gap salariale e penalizza i redditi familiari modesti”.
Scarica il documento di Osservazioni e proposte sul DL Sostegni