Il PNRR, nell’ambito della Missione 5, ha delineato con la Riforma 1.2 il Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso, da inserire “in un contesto più generale di rafforzamento già programmato dell’Ispettorato nazionale del lavoro, quale agenzia nazionale per la vigilanza sul lavoro”. Nell’ambito della Componente 2 della stessa Missione, inoltre, il Piano italiano prevede “una strategia volta al superamento degli insediamenti abusivi per il contrasto al caporalato e allo sfruttamento dei lavoratori”.
Lo ha sostenuto il Direttore dell’INL Bruno Giordano nell’audizione davanti alla Commissione Informazione e Lavoro del CNEL.
L’audizione dell’INL ha riguardato principalmente le iniziative di implementazione delle attività di contrasto alle diverse forme di illegalità occupazionale e al mancato rispetto delle norme in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Nel corso dell’audizione si è anche dato risalto alle recenti modifiche apportate al Testo Unico della sicurezza (TUS, d.lgs. n. 81/2008) dall’art. 13 del decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146[1], concernenti in particolare i Comitati regionali di coordinamento (art. 7 del d.lgs. 81/2008), il Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione nei luoghi di lavoro (SINP, art. 8), la vigilanza (art. 13), il contrasto al lavoro irregolare (art. 14), gli organismi paritetici (art. 51) e l’Allegato I relativo alle “Gravi violazioni ai fini dell’adozione del provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale”. Con specifico riferimento alle modifiche dell’art. 14 TUS e alle gravi violazioni, si è evidenziato come il provvedimento di sospensione da parte dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro possa ora essere adottato quando si riscontra che almeno il 10% per cento dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro risulti occupato in modo irregolare (senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro) al momento dell'accesso ispettivo e in tutti i casi di elencati nell'Allegato I.