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1° MAGGIO. TREU: LAVORO, SERVONO REGOLE PIÙ SEMPLICI E PIÙ FLESSIBILI.

1° MAGGIO. TREU: LAVORO, SERVONO REGOLE PIÙ SEMPLICI E PIÙ FLESSIBILI.

30 aprile 2018


Oggi il Presidente del CNEL, Tiziano Treu, partecipa al convegno di studi “Primo Maggio: Festa del Lavoro” presso l’Istituto Italiano di cultura di New York con la Lectio magistralis “Costituzione italiana, diritti sociali, primo maggio: il legame inscindibile”. All’evento organizzato dalla Fondazione Bruno Buozzi in collaborazione con l’Istituto Italiano di cultura di New York e il Consolato Generale d’Italia a New York, partecipano il Direttore dell’IIC Giorgio Van Straten, il Console generale d’Italia Francesco Genuardi, e Giorgio Benvenuto, presidente della Fondazione Bruno Buozzi, il Sottosegretario Luigi Bobba, Ugo Intini, la prof. Marcella Bencivenni, Direttore di Italian American Review, Anthony Julian Tamburri, del Queens College e Luigi Troiani dell’Università Angelicum. Conclusioni affidate a Mario Mignone, Direttore del Centro di studi italiani della Stony Brook University.

Pubblichiamo ampi stralci dell’intervento di Treu, che è possibile leggere e scaricare in versione integrale.

 

di Tiziano Treu

 

[…] Servono regole più semplici e più flessibili che riducano le inutili pesantezze  burocratiche, ma che salvaguardino le principali tutele necessarie a garantire i diritti e la stessa umanità del lavoro. Molti paesi europei  hanno introdotto vari tipi di flessibilità nella regolazione del lavoro: sulle forme di contratto, sulle modalità  di entrata e di uscita dal mercato del lavoro,  sulla mobilità  e sugli orari di lavoro. Le soluzioni  più equilibrate suggerite dall’Europa hanno previsto  che tali flessibilità, proprio per i rischi  cui possono esporre i lavoratori, siano circoscritte  e regolate. Anche in Italia la legge ha delegato alla contrattazione collettiva il compito di definire e controllare le varie forme di flessibilità, perché la contrattazione può meglio conoscerne il funzionamento e le implicazioni per le condizioni dei lavoratori. Inoltre le guidelines  europee  sulla cosiddetta flexicurity, seguite da diverse legislazioni nazionali, fra cui la nostra, hanno stabilito che i possibili effetti negativi  della flessibilità, specie quella  numerica riguardante assunzioni e licenziamenti dei lavoratori, siano compensati con la introduzione di misure dirette ad assistere i lavoratori in caso di crisi aziendali e di licenziamenti. La storica debolezza delle politiche attive italiane, specie in alcune  parti del Paese,  resta ancora  uno dei punti  deboli  del nostro sistema  che non dà sufficiente  sostegno ai lavoratori colpiti  dalle crisi aziendali”.

È significativo che la rivoluzione 4.0 abbia riattivato in Europa il dibattito sulla riduzione dell’orario di lavoro. Il part time si sta diffondendo, anche se non sempre volontario, e sta diventando un modo comune di redistribuire il lavoro, spesso all’interno della famiglia. Il recente contratto collettivo  dei metalmeccanici  tedeschi  ha sancito  il diritto dei lavoratori  di ridurre per un certo tempo (due anni) l’orario settimanale di lavoro a 28 ore, con parziale compensazione salariale, offrendo in cambio ai datori di lavoro maggiore flessibilità  nell’organizzazione degli orari.

Un’altra innovazione contrattuale  utile  in questa direzione  è il riconoscimento del diritto dei lavoratori di dedicare alla formazione continua un certo numero di ore  lavorative. Questa esigenza  è sempre più sentita per tutti i dipendenti in quanto è essenziale per arricchire e mantenere il loro patrimonio  professionale a fronte delle trasformazioni  tecnologiche.

 

 

L’impatto della rivoluzione digitale

Se l’impatto della rivoluzione digitale sulla quantità del lavoro  è incerto, è sicuro invece il suo impatto sulle forme e sull’organizzazione del lavoro che stanno allontanandosi sempre più dalle forme storiche del secolo scorso. Tale trasformazione  rende inadeguate le tutele e le stesse categorie tradizionali di valutazione del lavoro. Essa sfida  le parti sociali  e i policy makers a trovare  regole e tutele adatte a rispondere ai nuovi  bisogni dei lavoratori.  E’ una ricerca tuttora aperta  che deve impegnare  tutti in uno sforzo condiviso, perché richiede una grande capacità  di innovazione  anche culturale nell’approccio  alla mutevole realtà  del lavoro. 

I nuovi tipi di lavoro, dai lavoratori parasubordinati  o economicamente dipendenti, al lavoro a  distanza,  lo smart work di recente disciplinato anche in Italia,  ai lavori cd. su piattaforma (come i drivers di Uber), che si stanno moltiplicando in tutto il mondo, nella Cig economy,  segnalano la profondità e la varietà  dei cambiamenti. Sfumano i confini tra  tempi di lavoro e di vita, e fra i luoghi dove  si presta l’attività. La stessa distinzione tra lavoro subordinato e lavoro  autonomo diventa incerta. La tendenza nelle aree più avanzate del mondo è di passare  dal lavoro e da categorie definite,  al lavoro any time any where, e dalle prestazioni  individuate (jobs)  alle competenze e compiti (tasks).

 

La nuova dimensione sovranazionale

Siamo  in un momento in cui i problemi del lavoro  e delle imprese hanno assunto  sempre più  una dimensione sovranazionale. Questa costituisce un’ulteriore sfida  alle nostre istituzioni politiche e sociali che sono state  costruite entro i confini nazionali, alle organizzazioni sindacali  che sono ancora troppo rinchiuse  negli stessi  confini e  allo stesso nostro  modo di pensare. Per affrontare tale sfida occorre vincere   le chiusure  nazionalistiche  che si stanno  diffondendo  in molti paesi, alimentate da paure reali, ma enfatizzati da movimenti politici  che le cavalcano  irresponsabilmente.

Per sostenere la proiezione  dei diritti dei lavoratori a livello transnazionale si sono sviluppate  nuove forme  di regolazione: dalle convenzioni e raccomandazioni dell’OIL, ai codici di condotta delle aziende multinazionali, agli accordi collettivi transnazionali, alle clausole sociali inserite in molti accordi commerciali. Si tratta di una rete  di regole ancora debole, ma che si sta estendendo. In mancanza di una autorità democratica sovranazionale, il loro  rafforzamento dipende largamente dalla iniziativa degli Stati nazionali e dagli attori ci operano al loro interno. Imprese e organizzazioni  sindacali e sociali.

L’Europa con le sue istituzioni comunitarie che già si sono cimentate nella definizione di standard sociali comuni, può giocare un ruolo attivo anche per promuovere la internazionalizzazione dei diritti sociali. Procedere in questa direzione  è necessario se si vuol dare concretezza all’obiettivo della universalità del diritto e della giustizia sociale, proclamato fin  dal primo 1° maggio.  […]

 

Scarica e leggi l’intervento integrale della Lectio tenuta a New York

 

 


La Lectio magistralis del Presidente del CNEL, Tiziano Treu, presso l’Istituto Italiano di Cultura di New York in occasione della Festa del Lavoro.
La Lectio magistralis del Presidente del CNEL, Tiziano Treu, presso l’Istituto Italiano di Cultura di New York in occasione della Festa del Lavoro.
La Lectio magistralis del Presidente del CNEL, Tiziano Treu, presso l’Istituto Italiano di Cultura di New York in occasione della Festa del Lavoro.
La Lectio magistralis del Presidente del CNEL, Tiziano Treu, presso l’Istituto Italiano di Cultura di New York in occasione della Festa del Lavoro.