Un recente convegno organizzato dal CNEL, in collaborazione con il CESE (Comitato Economico e Sociale Europeo), ha messo in luce uno dei più flessibili strumenti della Commissione Europea capace di mobilitare risorse finanziarie a supporto dell’economia reale europea. Si tratta del “Fondo europeo per gli investimenti strategici” (EFSI 1 e 2) la cui presentazione, con i relativi risultati, è stata occasione di dialogo con gli operatori finanziari coinvolti, i beneficiari e le parti sociali.
Il Fondo europeo per gli investimenti strategici (EFSI, European Fund for Strategic Investments) è stato lanciato, tra lo scetticismo di molti, dalla Commissione Juncker nel 2014, per superare gli effetti della grande crisi economica e finanziaria del 2008. Il modello del Fondo consisteva nell’utilizzare risorse limitate del bilancio UE da dare in garanzia alla BEI (Banca europea per gli investimenti) affinché questa potesse finanziare i progetti proposti dalle banche nazionali dei 27 paesi dell’Unione Europea. Dato il primo successo del fondo, nel 2017 EFSI è stato esteso per durata e per capacità finanziaria, trasformandosi in “EFSI 2.0”. L’“effetto leva” con circa 40 mld di euro a garanzia, che è la caratteristica chiave del Fondo, ha mobilitato investimenti privati e pubblici, andando oltre le previsioni, per circa 524 mld di euro in tutta l’UE, finanziando centinaia di migliaia di imprese e di progetti, fino al 2020.
Secondo l’ultimo report della BEI sugli effetti di EFSI 2.0 del 2021, in Italia, particolarmente, i risultati sono stati eccezionali: questo sia perché le banche hanno un'esperienza consolidata di collaborazione con il Gruppo BEI, sia perché l’Italia è stata uno dei principali attori di questo strumento, rappresentando circa il 14% dei finanziamenti totali della Bei per più di 110 progetti (dalle infrastrutture sostenibili alla ricerca, dall’innovazione, digitalizzazione al sostegno alle PMI e agli investimenti sociali). I partenariati e i finanziamenti sono stati stabiliti in un ampio numero di settori e la collaborazione con le banche private è stata molto attiva. L'effetto leva è stato di sedici volte, con circa 524 miliardi di euro di investimenti realizzati: con una garanzia di 1 euro, infatti, si sono generati 16 euro di investimenti. Il report valuta anche un impatto significativo sul PIL e sull'occupazione europea, stimato in un aumento del 2,4% del PIL e 2,1 milioni di posti di lavoro nel 2025.
Erede di EFSI 2.0 è oggi il programma InvestEU, introdotto come nuovo strumento nel quadro pluriennale 2021-2027 alla luce del nuovo scenario complicato dal COVID-19. Il nuovo programma, con gli stessi scopi di EFSI 2.0, prevede un totale di garanzie attraverso la BEI per 26,2 miliardi di euro, divisi in 4 settori: €9,9 miliardi per le Infrastrutture sostenibili; €6,6 miliardi per l’innovazione, la digitalizzazione e la ricerca; €6,9 miliardi per le PMI; e infine, €2,8 miliardi per investimenti sociali. L’obiettivo di InvestEU è quello di attivare risorse private e pubbliche per circa 370 miliardi di euro.
La capacità di questo strumento ‘market oriented’ di mobilitare investimenti privati dentro un sistema pubblico che definisce le priorità, lo rende particolarmente interessante: lo scenario europeo odierno ha infatti l’esigenza di avere a disposizione ingenti risorse economiche necessarie per investimenti sempre più onerosi: basti pensare a quelli energetici e al settore della difesa. In questo contesto la funzione di InvestEU sarà fondamentale, ma, sarà anche indispensabile il sostegno e il coinvolgimento delle parti sociali nell’ attuazione del programma.
Di Gian Paolo Gualaccini