“La transizione energetica favorirà la creazione di nuovi posti di lavoro a patto che l’industria italiana sia faccia trovare pronta e che funzionino i meccanismi necessari per favorirne l’implementazione: le autorizzazioni, le energie rinnovabili, il personale dedicato.
Ne deriva l’importanza di una formazione nuova, più mirata, certificata. La formazione delle competenze è un passaggio importante che riguarda la transizione verde e quella digitale. Infatti l’Europa stima nei prossimi anni un fabbisogno di riqualificazione di competenza del 50%”.
Lo ha affermato il presidente Tiziano Treu, oggi a Roma al convegno “I risvolti occupazionali della transizione energetica: le ricadute positive e negative” che si è svolto al CNEL.
All’incontro moderato da Massimo Mascini, direttore responsabile del quotidiano online 'Il Diario del lavoro’ sono intervenuti Maurizio Del Conte, Ordinario di Diritto del lavoro, Università Bocconi; Giordano Colarullo, Direttore Generale Utilitalia; Emilio Miceli, Segretario Confederale CGIL; Giuseppe Carrus, Ordinario di Psicologia Sociale Università Roma Tre; Angelo Colombini, Segretario Confederale CISL; Pierpaolo Masciocchi, Responsabile Settore Ambiente ed Energia Confcommercio; Andrea Zaghi, Direttore Generale Elettricità Futura; Paolo Pirani, Consigliere CNEL UIL; Elena Verdolini, Ordinario di Economia Politica Università degli Studi di Brescia; Valentina Bagozzi, Responsabile Mercato, Energia, Utilities Confartigianato; Pino Ricci, Presidente Confindustria Energia.
Per far fronte alle criticità dal CNEL viene la proposta della creazione di un sistema di formazione diffusa al lavoro che nasca da una strategia di lungo periodo che deve integrare processi di riqualificazione con processi di orientamento e di accompagnamento al lavoro. Sono tre fasi distinte che spesso vengono trattate separatamente mentre sono strettamente connesse e vanno affrontate con un approccio sistemico.