“L’Italia è in ritardo rispetto ad altri Paesi UE nella implementazione di politiche a supporto delle imprese per lo sviluppo sostenibile e più in generale della sostenibilità del sistema economico-produttivo e anche sulle pratiche di rendicontazione non finanziaria. Gli impegni complessi e irraggiungibili della transizione ecologica e di quella digitale, con quest’ultima che va per conto suo, pongono grossi problemi soprattutto per le imprese. Il PNRR può rappresentare una grande opportunità. Così come accaduto per gli indicatori BES, ideati da CNEL e Istat, e più recentemente per gli SDGS, è urgente favorire l’adozione dei criteri ESG, per le società quotate innanzitutto ma anche le piccole e medie imprese. È, infatti, ormai diffusa la consapevolezza della necessità di un nuovo modello di sviluppo più inclusivo, che non si soffermi solamente sui fondamentali economici e di business, ma che si ispiri a standard come l’impatto ambientale, la responsabilità sociale, le buone pratiche di corporate governance. Sostenibilità significa essere attenti all’impatto ambientale, ma anche a quello sociale, cioè favorire la parità di genere, l’occupazione giovanile, l’equo compenso, più in generale rispettare i diritti umani e sostenere la tutela dell’ambiente e rendicontare i progressi in maniera trasparente. Questa è la linea anche della direttiva sulla due diligence approvata dal Parlamento europeo”.
È quanto ha affermato il presidente Tiziano Treu, al convegno “ESG: la nuova sfida delle società quotate italiane. La rendicontazione non finanziaria: lo stato dell'arte e le prospettive” promosso dal CNEL e dal Politecnico di Milano – Dipartimento di Matematica.
Come rileva il Report curato da QFinLab - Dipartimento di Matematica del Politecnico di Milano, presentato dal consigliere CNEL Emilio Barucci professore del Politecnico di Milano, la rilevanza e l’impatto degli ESG, sono cresciute favorite dall’adozione del decreto legislativo n.254/2016, con il quale è stato introdotto l’obbligo di pubblicare una dichiarazione di carattere non finanziario per le società italiane quotate nel mercato regolamentato italiano o in quello dell’Unione Europea, ma la strada è ancora lunga e, per il nostro Paese, in salita. Ad esempio il dato sul carburante e l’energia rinnovabile mostra percentuali associate a fonti rinnovabili ancora limitate seppur in miglioramento rispetto al 2020: mentre la quota di energia rinnovabile ha raggiunto oramai il 25%, il dato sul carburante si attesa all’11%. Oppure, sul fronte sociale, il rapporto donna-uomo riguardo alla remunerazione, il cosiddetto paygap gender, si colloca ancora tra l’80 e il 90%.
Il workshop, moderato da Vincenzo Manfredi, ha rappresentano un importante momento di confronto tra alcuni dei maggiori esperti del tema tra cui Giovanni Orsina, Direttore Luiss School of Government, Alessandro d’Eri, Sustainable finance and corporate reporting ESMA, Guglielmina Onofri, capo della divisione emittenti di CONSOB, Pier Mario Barzaghi, EFRAG; Gian Franco Gianni Guazzagli, Presidente del Forum per la finanza sostenibile; Marcello Bianchi, vice direttore generale ASSONIME; Gaetano De Vito, presidente ASSOHOLDING; Manuela Mazzoleni, direttore sostenibilità Assogestioni; Gianfranco Torriero - vice direttore generale vicario ABI; Nazzareno Gabrielli, direttore generale di Banca Etica; Felicita De Marco, responsabile group sustainability & ESG strategy ICCREA Banca; Marzo Ravazzolo, Environment and energy policy senior adviser Confindustria; Giovanni Di Cesare - Consigliere CNEL e responsabile politiche per la green economy e l'economia circolare, Indicatori dello sviluppo sostenibile CGIL; Barbara Francia, responsabile Servizio politiche fiscali UIL e Stefano Nunziatini, dipartimento CSR e finanza sostenibile CISL.