“Intelligenza umana e intelligenza artificiale possono e devono convivere in un processo evolutivo di cui non dobbiamo avere paura. Lo insegna la storia dei luddisti inglesi, i gruppi di facinorosi che agli inizi dell’800 distruggevano le macchine tessili nel timore che avrebbero sostituito il lavoro dell’uomo. Allora come oggi l’innovazione tecnologica incute spavento e allarme. Sappiamo, invece, come la nascita del lavoro meccanico abbia poi prodotto crescita, ricchezza, sviluppo. Allora come oggi la rivoluzione tecnologica può tradursi in opportunità.
È vero che l’intelligenza umana può cambiare idea su quella artificiale, non è detto che sia vero il contrario. Tra queste due sfere, intelligenza umana e intelligenza artificiale, deve sorgere una collaborazione dialettica. Il CNEL, la casa dei corpi intermedi, la casa dove le intelligenze delle parti sociali si incontrano e si esprimono, può diventare il luogo della ricerca e della proposta, anche normativa, sull’intelligenza artificiale con particolare riferimento alla contrattazione e al mercato del lavoro. È un terreno e una sfida su cui il CNEL vuole e può misurarsi. Nell’ambito di un programma di collaborazione con i dottorandi delle università italiane, abbiamo già avviato una ricerca specifica: “Intelligenza artificiale e lavoro: sfida e opportunità per le relazioni industriali”.
Lo ha dichiarato il presidente del CNEL Renato Brunetta, in apertura del convegno “Robot, Intelligenza artificiale e lavoro in Italia”, promosso dalla Fondazione Italiana dei Direttori del Personale (AIDP), tenutosi oggi presso la Plenaria Marco Biagi del Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro.