“In un Paese ricco, avanzato, con record occupazionali, ma anche troppe volte ingiusto, fonte di precarietà, insicurezza, sofferenza, incidenti e morte, nella giornata del 1° maggio vorrei parlare di una particolare categoria di persone: i detenuti. A loro il CNEL ha voluto dedicare un impegno particolare, affinché il lavoro diventi occasione di riscatto e di effettiva reintegrazione nella società. Nelle carceri le poche esperienze di ‘lavoro vero’, ben fatto, seppur sviluppate in ambienti ristretti, sono importanti occasioni di vita, di conoscenza di sé, e di riscatto e che, non a caso, riducono drasticamente i casi di recidiva. Il CNEL farà la sua parte, assieme al Ministero della Giustizia, con il quale sta lavorando da dieci mesi per realizzare ciò che più di tutto manca: uno sforzo congiunto e coordinato di tutti i numerosi soggetti, direttamente o indirettamente coinvolti, per mettere a regime le buone prassi esistenti e creare un vero e proprio ‘mercato del lavoro’ nelle carceri del nostro Paese.”
Così il presidente del CNEL Renato Brunetta in un editoriale pubblicato stamane su Il Sole 24 Ore. In allegato al quotidiano di oggi anche uno speciale dedicato all’evento ‘Recidiva zero. Studio, formazione e lavoro in carcere’, organizzato a Villa Lubin lo scorso 16 aprile.
"PUNTARE SU DIGITALIZZAZIONE PER FORMARSI E LAVORARE IN CARCERE"
“Vogliamo attivare la condizione di base che permette di formarsi e di lavorare in carcere: la digitalizzazione. Abbiamo raccolto i dati sulla situazione delle singole carceri per capire dove avviare la cablatura e la realizzazione delle aule informatiche da zero, o dove migliorare o ampliare quello che già c'è, come nel caso dei servizi di call center da estendere a tutti gli istituti di pena. I fondi per partire ci sono. Altri verranno dal PNRR e da fondi europei e regionali. Contiamo anche molto sulla solidarietà concreta delle grandi aziende partecipate dallo Stato e di quelle tecnologiche e delle telecomunicazioni, delle fondazioni bancarie. Acquisire le competenze delle professioni digitali - ha aggiunto Brunetta - è decisivo per il presente e per il futuro. Vi sono esperienze già in atto alle quali possiamo ispirarci. Se queste esperienze fossero presenti in tutte le carceri non solo potremmo recuperare alla vita migliaia di persone, ma daremmo anche un forte contributo a ridurre lo skill shortage, la carenza di competenze digitali, che affligge tante aziende in Italia. La classica situazione win-win”.
"AL CNEL SEGRETARIATO PERMANENTE PER INCLUSIONE DETENUTI"
“Vogliamo considerare il carcere alla stregua di una ‘infrastruttura materiale e immateriale’, che contiene al proprio interno un capitale umano di cui si conosce solo in parte l’effettiva dimensione e qualità. Un luogo nel quale il lavoro e il diritto al lavoro siano concretamente praticati. Per questo - ha sottolineato il presidente del CNEL - abbiamo concepito il Segretariato presso il CNEL per l’inclusione economica, sociale e lavorativa delle persone private di libertà personale, con il quale monitorare, progettare, diffondere un modello in grado di offrire le migliori opportunità a tutte e tutti, dentro e fuori dal carcere. Questo è il modo più corretto di applicare la Costituzione, rispondendo appieno alla finalità rieducativa sancita dall’art. 27”.
"SU LAVORO SERVE GOVERNANCE ADEGUATA"
“La nostra visione - ha evidenziato Brunetta - è mettere a sistema tutte le reti virtuose esistenti, con una governance adeguata che assicuri nodi e interconnessioni sistemiche di natura tematica, territoriale, produttiva, divenendo hub di riferimento a livello nazionale, territoriale, locale e di prossimità. Vogliamo realizzare veri e propri poli di inclusione lavorativa di detenuti ed ex detenuti, nei quali ricondurre la gestione operativa degli accordi e dei protocolli di intesa sin qui siglati, la definizione di programmi e di corsi di formazione professionale con regioni, province e comuni. Vogliamo creare punti unici di accesso per le imprese che vogliano usufruire dei benefici e delle agevolazioni previsti, per incentivare e promuovere la programmazione di investimenti produttivi nei siti carcerari”.
"LE CARCERI SIANO LUOGHI DI RIEDUCAZIONE, NON FABBRICHE DEL CRIMINE"
“Una ‘festa’ del lavoro ha senso quando il lavoro è svolto in condizioni dignitose e sicure, quando ci sono le premesse per poter amare il proprio lavoro, per trovare in esso gratificazione, soddisfazione, realizzazione e crescita, perché il lavoro è ‘luogo’ di vita e di relazioni generative. È il contrario di quanto avviene ancora troppo spesso nelle nostre carceri, dove l’assenza del diritto al lavoro o la sua riduzione a mero meccanismo strumentale della detenzione, ne costituisce la sua esatta negazione, trasformando le carceri da luoghi di rieducazione a ‘fabbriche’ del dolore e del crimine”, ha detto il presidente del CNEL.
"METTERE A REGIME BUONE PRASSI"
“Il CNEL assieme al Ministero della Giustizia sta lavorando da dieci mesi per realizzare ciò che più di tutto manca: uno sforzo congiunto e coordinato di tutti i numerosi soggetti, direttamente o indirettamente coinvolti, per mettere a regime le buone prassi esistenti e creare un vero e proprio ‘mercato del lavoro’ nelle carceri del nostro Paese. Fondamentali - ha spiegato Brunetta - sono la collaborazione strutturale con il mondo delle imprese e del terzo settore, ma anche un rinnovato protagonismo della Pubblica Amministrazione e di tutte le Agenzie per il lavoro, pubbliche e private”.
"I DETENUTI RAPPRESENTANO CAPITALE UMANO IN “SOSPESO”, QUESTO E' UN DANNO PER SOCIETÀ ED ECONOMIA"
“Istruzione, formazione e lavoro come via di uscita che non riguarda solo i 61 mila oggi detenuti, ma tutti coloro che usufruiscono delle misure alternative al carcere, e quanti sono in attesa dell’esecuzione della pena. Un totale di poco meno di 300 mila persone, il cui apporto in termini di capitale umano resta ‘sospeso’, con conseguenze negative non solo per la società, a causa dell’alto tasso di recidiva, ma per la nostra stessa economia”, ha ribadito.
AVVIAMO AL LAVORO I 5.980 DETENUTI LIBERI TRA UN ANNO
“Per i 5.980 detenuti che saranno liberi entro un anno - ha affermato - è necessario quanto prima acquisire il background e le aspirazioni professionali e incrociarle con le opportunità concrete di inserimento nel mercato del lavoro al termine della pena. Il volano di tutto questo è la digitalizzazione creando le infrastrutture e potenziando quelle già esistenti”.
"SU CARCERI SEGUIRE LE INDICAZIONI DI PAPA FRANCESCO"
“Il nostro lavoro è appena iniziato e l’orizzonte del nostro impegno è di lunga durata, ma siamo determinati nell’impegno affinché, come ha indicato Papa Francesco nella sua recente visita alle detenute della Giudecca, nella mia Venezia, il carcere possa ‘diventare un luogo di rinascita morale e materiale, in cui la dignità di donne e uomini non è messa in isolamento, ma promossa attraverso il rispetto reciproco e la cura di talenti e capacità’. Per vincere tutti insieme. Viva il primo maggio”, ha concluso il presidente del CNEL.
Il Sole 24 Ore, inoltre, ha pubblicato oggi, 1° maggio 2024, uno speciale dedicato alla giornata di lavoro ‘Recidiva zero. Studio, formazione e lavoro in carcere: dalle esperienze progettuali alle azioni di sistema in carcere e fuori dal carcere’, organizzata dal Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro in collaborazione con il Ministero della Giustizia il 16 aprile scorso.