“Negli anni che mi hanno visto impegnato alla guida della Fondazione Brodolini, dal 1980 al 1996, l’appuntamento del 20 maggio è sempre stato per me motivo di gioia, un’occasione per misurare concretamente quanta vita e quanta forza generativa avesse prodotto Giacomo Brodolini, il cui intervento più rilevante fu la presentazione del disegno di legge che poi il 20 maggio 1970 divenne lo Statuto dei diritti dei lavoratori. Ma le mie emozioni verso questa festosa ricorrenza sono profondamente cambiate dalla mattina del 20 maggio del 1999 quando venni raggiunto dalla notizia del brutale assassinio del professor Massimo D’Antona. Ricordare oggi, a venticinque anni dalla sua scomparsa, il sacrificio di D’Antona e, al tempo stesso, riflettere sul frutto maturo delle conquiste del riformismo, di cui lo Statuto resta ancora oggi una delle migliori espressioni, ci impone di uscire dalla vuota retorica delle celebrazioni e di assumerci tutti una piena responsabilità per sviluppare una nuova progettualità a beneficio dei lavoratori, della parte sana del tessuto produttivo del Paese e della società tutta. La collaborazione, la coesione sociale, la partecipazione, l’inclusione, la parità di genere possono e debbono diventare catalizzatori di efficienza, di crescita e di giustizia sociale: il mercato da solo non basta più. Questa è la lezione dei nostri straordinari riformisti che, da oltre quaranta anni, è per me motivo di ispirazione”.
Così il presidente del CNEL Renato Brunetta in un editoriale a sua firma uscito oggi su “Il Foglio”.
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