“È indispensabile che la distribuzione dei ‘guadagni di produttività’ legati all’Intelligenza Artificiale sia efficiente, equa, inclusiva e sostenibile. C’è un welfare da riformare, specie a favore di chi sarà costretto a subire gli effetti più diretti della rivoluzione digitale. Affidarsi al solo mercato non basta. Ci sarà pure una ragione se Ursula von der Leyen si sia sentita in dovere di proporre uno ‘Scudo europeo per la democrazia’. All’origine di questa proposta vi sono problemi di natura contingente, legati al cambiamento del clima internazionale, ma al fondo di tutto c’è qualcosa di più magmatico e cioè la crisi dei ‘corpi intermedi’, che oggi vanno rimotivati, per spingerli ad operare nell’interesse di un bene superiore: la coesione sociale, valoriale, comunitaria, a tutti i livelli. Serve un grande ‘Patto sociale’, per evitare che la disarticolazione ritardi i processi di modernizzazione tecnologica del Paese, ponendolo in balìa di una concorrenza internazionale alla quale sarà sempre più difficile resistere. Senza considerare il ruolo dei nuovi attori dell’economia digitale: le piattaforme informatiche, i social network e i sistemi algoritmici eterodiretti ed etero governati, in grado di riempire il ‘vuoto’ determinato dalla desertificazione dei corpi intermedi classici. Assisteremmo, così, alla consacrazione di una élite in assenza di una vera rappresentanza della ‘società civile’, con la conseguente perdita dei valori collettivi e del senso di comunità delle democrazie moderne e liberali. Mostri destinati a popolare il deserto della società moderna”. 

Così il presidente del CNEL Renato Brunetta, in un articolo uscito stamattina sul Sole 24 Ore.

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