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MARCINELLE. BRUNETTA: L’8 AGOSTO DIVENTI GIORNATA EUROPEA PER UNA NUOVA COSCIENZA E MEMORIA COMUNE

MARCINELLE. BRUNETTA: L’8 AGOSTO DIVENTI GIORNATA EUROPEA PER UNA NUOVA COSCIENZA E MEMORIA COMUNE

Il contributo del presidente del CNEL sul Corriere della Sera in occasione dell’anniversario della tragedia di Marcinelle dell’8 agosto 1956

07 agosto 2024

“L’auspicio è che l’8 agosto non rimanga “solo” la giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, ma che diventi la giornata europea nel ricordo di Marcinelle, per una nuova coscienza e memoria comune”. Lo scrive sul Corriere della Sera il presidente del CNEL, Renato Brunetta, in occasione dell’anniversario della tragedia di Marcinelle dell’8 agosto 1956.

“La strage di Marcinelle dell’8 agosto 1956 –aggiunge Brunetta - è stata una tragedia di dimensioni spaventose, simbolo e monito di quelle battaglie per la sicurezza e la dignità del lavoro in cui, ancora oggi, siamo impegnati con fatica e con risultati che non possono dirsi soddisfacenti. Oggi Il numero di morti e infortuni sul lavoro è drasticamente diminuito e gli ambienti di lavoro hanno largamente beneficiato di una legislazione tra le più avanzate a livello mondiale. Eppure, si ripresentano alla cronaca tragedie brutali che pensavamo superate.

Sul tema della sicurezza sul lavoro è necessario, dunque, un rinnovato impegno collettivo. In quest’ottica, il CNEL sta lavorando a una proposta per valorizzare il contributo dei corpi intermedi e della rappresentanza nella attuazione di un quadro di leggi e regolamenti che sulla carta sono perfetti. In una materia come questa non può essere delegato tutto alla legge, allo Stato, agli ispettori. È essenziale anche la partecipazione attiva di chi rappresenta la stragrande maggioranza delle imprese che operano nella legalità e degli stessi lavoratori, come è indicato nell’art. 9 dello Statuto dei diritti dei lavoratori. Ed è essenziale utilizzare al meglio lo strumento dei contratti collettivi a cui è affidato il compito di adattare le leggi generali e astratte alle peculiarità di ogni settore economico e produttivo. Non solo per combattere gli abusi e le discriminazioni, ma anche per favorire le politiche preventive, per rafforzare gli interventi di formazione e aggiornamento, per sostenere i processi di integrazione. Anche su questo il CNEL è impegnato a monitorare i progressi maturati nella contrattazione collettiva di settore e nei sistemi bilaterali di riferimento che sono un prezioso presidio di legalità ed effettività dei diritti. È fondamentale, inoltre, intervenire a livello europeo, per armonizzare le norme dei diversi mercati del lavoro, per diffondere le buone pratiche, per rafforzare i processi di condivisione e partecipazione della società civile”, conclude.

 

MARCINELLE. BRUNETTA: SFIDA IMMIGRAZIONE VA AFFRONTATA CON UN RINNOVATO SPIRITO COMUNITARIO

“Vi è un ulteriore monito che ci giunge dalla tragedia di Marcinelle e che riguarda una delle principali sfide dei nostri tempi: il fenomeno migratorio. È una sfida che impegna l’Europa intera. È una sfida che va affrontata con il dovuto senso di responsabilità e con un rinnovato spirito comunitario”, argomenta Brunetta

“Nella maggior parte dei paesi europei – sottolinea - il lavoro degli immigrati offre un contributo determinante all’economia. Il made in Italy non avrebbe raggiunto il suo livello di diffusione e di eccellenza senza l’apporto degli immigrati. Sappiamo, tuttavia, le enormi criticità che il lavoro immigrato determina, e che sono riconducibili, in primo luogo - ma non solo -, all’irregolarità dei flussi, al sommerso e a tutto ciò che ne consegue: scarsa tutela dei diritti dei lavoratori e rischi elevati in termini di salute e sicurezza sul lavoro, ma anche evasione contributiva e fiscale, degrado delle periferie urbane, processi di disgregazione sociale e di conflittualità, con l’ineluttabile indebolimento delle comunità. Qui serve l’Europa. È necessario che pesi e responsabilità siano equamente distribuiti tra i paesi europei. Ma vanno innanzitutto garantiti flussi regolari. Questa è la chiave di volta per affrontare la sfida delle migrazioni. Dobbiamo prevedere percorsi di integrazione, valorizzazione, professionalizzazione e trasparenza. Servono interventi di formazione e selezione all’origine, secondo logiche di bilateralità. Una forza lavoro invisibile, muta, esposta, sfruttata non potrà mai essere un fattore di crescita, né civile né economica”, conclude.


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