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IL CONSIGLIERE ROSINA ALLA CONFERENZA INTERNAZIONALE "DEMOGRAPHICS-MIGRATION- LABOR MARKETS"

IL CONSIGLIERE ROSINA ALLA CONFERENZA INTERNAZIONALE "DEMOGRAPHICS-MIGRATION- LABOR MARKETS"

Evento organizzato ad Atene dal Consiglio Economico e Sociale della Grecia

04 dicembre 2024

Il prof. Alessandro Rosina ha partecipato, in qualità di consigliere CNEL, alla conferenza internazionale “Demographics - Migration - Labor Markets” organizzata il 2-3 dicembre scorso ad Atene dal Consiglio Economico e Sociale (CES) della Grecia. Si riporta qui di seguito una traduzione del suo intervento tenuto in inglese il 2 dicembre.

Come demografo – ha affermato Rosina – mi concentrerò sull'importanza cruciale di comprendere e affrontare il cambiamento demografico da una prospettiva integrata. La demografia è una delle forze più significative che guidano il cambiamento nel nostro tempo, mettendo profondamente in discussione le fondamenta che finora hanno sostenuto lo sviluppo economico e la sostenibilità sociale.
Al centro di questa trasformazione cruciale si trova il processo noto come ‘Transizione Demografica’.
La Transizione Demografica descrive il passaggio da società dominate da una vasta presenza di giovani a quelle caratterizzate da una crescente quota di persone anziane. Questa trasformazione rappresenta la sfida senza precedenti di promuovere lo sviluppo economico e il benessere sociale in società che sono in via di invecchiamento, dove i giovani stanno diventando una risorsa scarsa, indebolendo così la forza lavoro.
I paesi che si trovano alle prese con la transizione demografica stanno ottenendo risultati molto diversi. In nazioni con politiche solide e coerenti (che mantengono i tassi di fertilità vicini o leggermente inferiori a due figli per donna), la dimensione e la struttura della popolazione rimangono relativamente stabili. Al contrario, in paesi come l’Italia e altri dell’Europa meridionale - dove i tassi di fertilità sono da tempo ben al di sotto di questa soglia - la popolazione in età lavorativa si sta riducendo costantemente, aggravando gli squilibri territoriali e generazionali.
Affrontare questi squilibri quantitativi richiede un approccio qualitativo inquadrato in una prospettiva sistemica e integrata. Ad esempio, migliorare l’autonomia dei giovani e supportare il loro ingresso con successo nel mercato del lavoro non solo migliora le loro prospettive personali, ma favorisce anche la formazione della famiglia e la natalità.
L’aumento dell’occupazione femminile, accompagnato da politiche efficaci di conciliazione - sia a livello di welfare pubblico che aziendale - incrementa la fertilità e riduce i rischi di povertà per le famiglie con bambini.
Anche l'immigrazione svolge un ruolo cruciale nell'affrontare gli squilibri demografici e la carenza di manodopera in molti settori. Tuttavia, sono essenziali politiche di integrazione efficaci. La crescita economica, i posti di lavoro dignitosi e le opportunità di integrazione sociale sono prerequisiti per attrarre e trattenere migranti qualificati: ciò che non funziona localmente nella transizione scuola-lavoro penalizza (spesso ancor di più) i giovani immigrati. Allo stesso modo, politiche inadeguate di bilanciamento lavoro-famiglia limitano la partecipazione al mercato del lavoro sia per le donne autoctone che per quelle immigrate.
Tutto ciò porta a considerare la qualità dell’occupazione come la risposta primaria agli squilibri demografici. Ciò include anche la promozione di una lunga vita attiva: le misure per estendere l’età pensionabile devono essere accompagnate da politiche di ‘Gestione dell’Età’ per garantire che una vita lavorativa prolungata sia vantaggiosa per gli individui e produttiva per le aziende.

La collaborazione intergenerazionale assume un’importanza crescente in questo contesto. Una popolazione che invecchia non mette necessariamente i lavoratori anziani in competizione con i giovani neoentranti. Questo problema si presenta principalmente nelle economie stagnanti.
Tuttavia, dove il capitale umano è al centro dei processi di innovazione e crescita, emergono opportunità in espansione di cui beneficiano tutte le generazioni. Inoltre, gli investimenti in ‘tecnologie abilitanti’ possono svolgere un ruolo trasformativo. Tecnologie che migliorano l’invecchiamento attivo, la mobilità e la sicurezza domestica per gli anziani creano simultaneamente posti di lavoro di alta qualità per le giovani generazioni.
La sfida centrale, quindi, è sviluppare strategie e azioni che impediscano agli squilibri demografici di diventare insostenibili.
Questa sfida richiede una visione sistemica, che promuova un modello di sviluppo inclusivo, capace di mitigare le pressioni demografiche, riducendo le disuguaglianze generazionali, di genere e geografiche.