Presentato oggi al CNEL il libro ‘L’Europa a una svolta - Il Gruppo dei 20’, a cura di Luigi Paganetto. L’evento, organizzato da Eurilink University Press e Fondazione Tor Vergata, è stato aperto dal presidente del CNEL.
“L’Europa è a una svolta – ha affermato Renato Brunetta – e molte volte prima d’ora ci siamo trovati a dirlo. È stato anche sottolineato che l’Europa dà il meglio di sé proprio quando è sull’orlo di una crisi. È vero e lo abbiamo visto da ultimo in occasione della crisi pandemica, quando si rispose con un momento Hamilton, cioè con la scelta di un indebitamento diretto, da cui nacque il PNRR. Oggi siamo nuovamente di fronte a una svolta, con la guerra in Ucraina, con la crisi dell’industria tedesca e non solo tedesca, con la competizione tra gli Stati Uniti e la Cina. Ce la farà l’Europa a trovare la strada giusta? Le prime risposte sono arrivate dal rapporto Letta e dal rapporto Draghi, in cui si delineano metodi e strategie, si conferma l’idea dell’indebitamento buono, si elencano le cose da fare. Ma ora bisogna vedere se l’Europa ha la forza di farle”.
PAGANETTO: PERDITA DI COMPETITIVITÀ SU HIGH TECH
“Le ultime elezioni europee hanno evidenziato – ha evidenziato Luigi Paganetto, coordinatore del Gruppo dei 20 – un quadro segnato da profonde sacche di insoddisfazione popolare, soprattutto su immigrazione e transizione ecologica, con contraccolpi tali da far vacillare la coesione sociale, che è alla base del progetto europeo. A ciò si è aggiunta una significativa perdita di competitività su tanti fronti, primo su tutti il settore high tech. Ormai la competizione internazionale si fa sulla tecnologia e l’innovazione e l’Europa su questo è in evidente difficoltà. L’Unione Europea investe molto meno degli Stati Uniti in Intelligenza Artificiale. È molto più bassa anche la spesa in ricerca e sviluppo. Bisogna favorire un contesto per accrescere gli investimenti dei privati”.
BALDASSARRI: DA 25 ANNI EUROPA MIOPE SU POLITICHE ECONOMICHE
“L’Europa è ormai da 25 anni incapace di comprendere il proprio ruolo in riferimento alle politiche economiche. Sono stati 25 anni di miopia. L’Unione non ha saputo cogliere gli effetti della globalizzazione e ha preteso di poterla governare con una struttura di governo vecchia, incentrata sulla politica monetaria della BCE. Ha provato a imporre regole di bilancio ai singoli Stati, con vincoli finanziari basati sul parametro dell’avanzo primario. Questo è il peccato originale dell'Europa. Il piano Draghi è totalmente condivisibile, ma non chiarisce chi le fa le cose indicate, quale soggetto istituzionale e politico mette in atto i percorsi delineati. Per poter fare queste cose occorre innanzitutto un bilancio federale europeo”. Così Mario Baldassari, presidente ISTAO (Istituto Adriano Olivetti).
PADOAN: LEGAME TRA GESTIONE ECONOMICA E GESTIONE SICUREZZA
“Quando si parla di Europa – ha detto Pier Carlo Padoan, presidente UniCredit – la parola chiave è frammentazione. L’unico modo per salvare la situazione, come suggerito da Draghi, è capire come creare un nuovo sistema di governance che non si limiti a riportare la situazione a quella precedente, ma che crei nuovi equilibri. Un aspetto importante è il legame tra i problemi di gestione economica e quelli di gestione della sicurezza, per risolvere gli uni è necessario lavorare anche sugli altri. Dobbiamo poi considerare che in Europa vige un doppio regime di decisione, relativo a cosa fa ogni Paese rispetto alle istituzioni europee e cosa fa l’aggregato dei Paesi rispetto al resto del mondo. È un sistema che richiede un doppio livello di consenso, cioè tra i diversi governi ma anche sul piano domestico. Serve una leadership europea e se non può essere una a 27 la si faccia con meno Stati”.
ROSSI: EUROPA POCO ATTRATTIVA SU DINAMISMO IMPRENDITORIALE
“Sul tema del dinamismo imprenditoriale, l’Europa è ancora poco attrattiva rispetto agli Stati Uniti, con scarsi investimenti privati. È un problema culturale, collegato anche a regole pubbliche che non favoriscono lo sviluppo delle imprese. La locuzione ‘politiche industriali’ è stata impronunciabile per molti decenni. Adesso sta finalmente riprendendo quota nel dibattito europeo. Negli ultimi anni l'Europa ha tutelato soltanto la politica della concorrenza e i consumatori. Un approccio limitante che ha prodotto una scarsa crescita dell'industria. È fondamentale il tema della leadership. Come evidenzia Draghi, è chiaro che con la regola dell’unanimità non si va da nessuna parte. I Paesi che vogliono andare avanti devono poterlo fare e i trattati lo consentono”. Lo ha sottolineato l’economista Salvatore Rossi, già Direttore generale Banca d'Italia e presidente Telecom Italia.
BARTOLI: GAP DI PRODUTTIVITÀ TRA UE E USA, PUNTARE SU INNOVAZIONE
“L’Intelligenza Artificiale è una leva fondamentale per aumentare la produttività, di cui abbiamo estremamente bisogno. Il gap di crescita tra Unione Europea e Stati Uniti deriva proprio da un profondo gap di produttività, iniziato negli anni ’90, quando l’UE non riuscì ad approfittare del balzo in avanti in termini di innovazione tecnologica, come invece fecero gli USA. In Unione Europea aumenta il lavoro a bassa produttività, soprattutto nel settore manifatturiero, mentre negli Stati Uniti gli incrementi occupazionali riguardano il settore high tech e quello dei servizi alle imprese, che si contraddistinguono per una produttività molto più alta. Ci troviamo, quindi, in un passaggio cruciale per l’UE, per puntare sull’innovazione, al fine di evitare una crescente polarizzazione economica e sociale.” Così l’economista Gloria Bartoli (Osservatorio Produttività e Benessere).