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PRESENTATO AL CNEL IL LIBRO “COMUNITÀ INTERMEDIE, OCCASIONE PER LA POLITICA”

PRESENTATO AL CNEL IL LIBRO “COMUNITÀ INTERMEDIE, OCCASIONE PER LA POLITICA”

A cura di Tiziano Treu, Franco Bassanini e Giorgio Vittadini con un contributo del presidente Renato Brunetta

17 dicembre 2024

Presentato oggi al CNEL il libro “Comunità intermedie, occasione per la politica”, a cura di Tiziano Treu, Franco Bassanini e Giorgio Vittadini e edito da Il Mulino, in collaborazione con Fondazione Sussidiarietà e Astrid. Oltre ai curatori, hanno partecipato all’evento Giuliano Amato, autore dell’introduzione del volume, Luca Antonini, Anna Finocchiaro, Nando Pagnoncelli e Lorenza Violini. I lavori sono stati aperti dal presidente del CNEL Renato Brunetta, che ha contribuito alla stesura del libro con un suo saggio.


BRUNETTA: PREOCCUPANTE CRISI RAPPRESENTANZA POLITICA E SOCIALE

“Il vero problema – ha dichiarato Renato Brunetta – è il collasso della rappresentanza politica, dalla bassa partecipazione al voto, al venir meno del ruolo dei partiti, alle difficoltà nella selezione delle classi dirigenti. Se a questa crisi si aggiunge anche quella dei corpi intermedi, allora abbiamo il collasso delle rappresentanze sia dirette che indirette. Qui al CNEL, la casa dei corpi intermedi, sappiamo bene quale sia il loro valore, nel governare le grandi transizioni, nel rivitalizzare la partecipazione dal basso. E non solo quelli rappresentati nel CNEL, ma anche realtà straordinarie come le fondazioni bancarie o le camere di commercio o i consorzi di bonifica. Ma sappiamo altrettanto bene quali siano le difficoltà legate ai processi di disintermediazione che hanno segnato gli ultimi anni. Ne emerge, quindi, un giudizio preoccupante, proprio per questa doppia crisi, della rappresentanza politica e di quella sociale”. 


AMATO: NON ESISTE DEMOCRAZIA SENZA PARTECIPAZIONE CITTADINI

Non esiste democrazia se non c’è partecipazione dei cittadini alla determinazione delle politiche. Chi decide al vertice deve essere rappresentativo della collettività. La democrazia deve essere rappresentativa”. È quanto ha affermato Giuliano Amato, intervenendo alla presentazione del libro. “Ciò che tende a sfuggire – ha aggiunto – è che la partecipazione alla determinazione delle politiche nazionali non è data dal dire la propria individualmente a prescindere dagli altri, ma dal dialogo con gli altri. Ad essere essenziale non è la voce di ciascuno, ma il prodotto dell’insieme delle voci. I partiti erano strutturati per fare questo, con tutti i loro difetti. Ciò che abbiamo sostituito a quella partecipazione politica è una partecipazione privata. I social sono una sommatoria di opinioni private, vissute in solitudine, ignorando gli altri. Noi abbiamo bisogno che sia recuperata la partecipazione politica. Penso al mondo del terzo settore, che addestra ad occuparsi degli altri e all’interazione tra sé e gli altri. Attraverso le attività di interesse collettivo si crea un rapporto interattivo con i cittadini e si crea partecipazione politica. I costituzionali si adatteranno, la partecipazione non passa solo dai partiti ma passa anche attraverso la sussidiarietà”.


VITTADINI: COMPITO CORPI INTERMEDI È CONCILIARE INTERESSE INDIVIDUALE E COLLETTIVO

“Il tema dei corpi intermedi e della politica – ha affermato Giorgio Vittadini – richiama al bisogno di un’autentica ripartenza antropologica, concependo l’umano come essere relazionale. Questo implica una rinnovata concezione delle relazioni sociali e del vivere politico. Il tema è quello dell’esperienza dell’altro come bene, non come ostacolo, per la propria realizzazione, nella politica come nei rapporti umani e sociali. Quello che bisogna ritornare a mettere a tema è la ‘passione per l’uomo’, che lo caratterizza nel profondo, assicurandone la fondamentale unità, anche nella molteplicità delle dimensioni e delle espressioni del suo esistere. Il primo compito dei corpi intermedi è di suscitare, secondo un pluralismo ideale e una diversità di accenti, questa passione più profonda per la vita, propria, altrui e per il bene comune. Si tratta del vero senso della sussidiarietà, che abilita una visione di bene comune in cui ogni soggetto può trovare il suo ruolo. I corpi intermedi hanno il compito fondamentale di conciliare interesse individuale e benessere collettivo. Le forze politiche devo tornare a innervarsi in queste realtà per evitare il loro progressivo distacco dalle persone e dalle realtà in cui vivono”.


TREU: CRESCITA IMPRESSIONANTE COMUNITÀ INTERMEDIE

“Il volume che presentiamo oggi – ha detto Tiziano Treu – è la seconda fase di una ricerca sul ruolo dei corpi intermedi, attori sociali che hanno saputo reagire alla crisi pandemica rivitalizzandosi. Ci siamo chiesti se i corpi intermedi potessero essere utili a contribuire a migliorare il legame tra politica e società civile. Abbiamo, dunque, fatto un vero e proprio inventario. Abbiamo scoperto che c’è una crescita impressionante delle comunità intermedie coinvolte in azioni di politica pubblica sui territori. Sono centinaia. Come le comunità energetiche. Le imprese di comunità, che fanno servizi di prossimità. Queste tipologie diverse di espressione della società civile organizzata non si occupano solo di welfare, ma anche attività economiche legate alla sostenibilità. Questo serve a migliorare la rappresentanza e al tempo stesso a migliorare le politiche pubbliche. È anche una base nuova della classe dirigente tradizionale. Sono poi legate alle istituzioni da una formula nuova che è la coprogettazione. Questo insieme di energie civiche sono un elemento che può rimettere in moto la partecipazione dei cittadini”.


BASSANINI: PARTITI HANNO PERSO CAPACITÀ DI ESSERE AGENTI DI PARTECIPAZIONE
“È diffusa la consapevolezza – ha evidenziato Franco Bassanini – che la democrazia rappresentativa sia il migliore sistema di governo, ma al tempo stesso c’è anche molta sfiducia nella democrazia. È una divaricazione costante. E una delle principali ragioni sta nel fatto che i partiti hanno perso loro capacità di essere agenti di partecipazione. Ci chiediamo se la democrazia rappresentativa possa funzionare bene – ha proseguito – anche se i partiti non sono più strumenti di partecipazione democratica. Il punto che poniamo è in che misura è possibile recuperare un rapporto tra comunità intermedie e partiti, in modo da rivitalizzarli. Per far questo i partiti devono aprirsi, senza pretese di egemonizzazione e le comunità intermedie devono capire che il rapporto libero e paritario con i partiti politici può servire a meglio perseguire obiettivi e valori che sono costitutivi di ogni comunità intermedia”.