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CONVEGNO CNEL-CESE SU INTELLIGENZA ARTIFICIALE

CONVEGNO CNEL-CESE SU INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Brunetta: un Osservatorio per analizzare l’applicazione dell’IA nelle aziende

24 gennaio 2025

Si è svolto oggi a Roma presso Villa Lubin, il convegno organizzato dal CNEL con il CESE (Comitato Economico e Sociale Europeo) su “Intelligenza Artificiale e Relazioni Industriali”. Oltre al presidente del CNEL Renato Brunetta, al presidente del CESE Oliver Röpke e al Sottosegretario per l’informazione e l’editoria Alberto Barachini, l’evento ha visto la partecipazione di una nutrita schiera di rappresentanti sia del CESE che dei Consigli Economico Sociali di Bulgaria, Francia, Irlanda, Italia, Portogallo, Spagna, Grecia. Tra gli oratori anche la consigliera CNEL Ivana Pais e il CEO di The European House Ambrosetti Valerio De Molli.

Al termine del convegno il presidente del CNEL Renato Brunetta e il presidente del CESE Oliver Röpke hanno diffuso un comunicato congiunto.

 

BRUNETTA: OSSERVATORIO CNEL PER ANALIZZARE APPLICAZIONE IA NELLE AZIENDE

“La rivoluzione digitale legata all’intelligenza artificiale – ha dichiarato il presidente Renato Brunetta aprendo i lavori – è una finestra di opportunità. Ecco perché vogliamo lanciare al CNEL un Osservatorio, che chiameremo OPERA, finalizzato alla creazione di un database di casi aziendali di applicazione dell’IA di tipo partecipativo, cioè che prevedano il coinvolgimento dei lavoratori, degli utenti finali e delle comunità nei processi di sviluppo, implementazione e utilizzo. Vogliamo monitorare e analizzare le applicazioni dell’IA con un forum permanente di dialogo con i principali attori delle relazioni industriali, per discutere le opportunità e le sfide poste dall’adozione dell’IA e per favorire lo scambio di buone pratiche e di proposte con gli stakeholder istituzionali. È un progetto aperto e inclusivo, pronto a favorire anche scambi internazionali, in collaborazione con il CESE e i CES nazionali che desiderano partecipare”.

 

NO A NEOLUDDISMO, NON BISOGNA AVERE PAURA DELLE NUOVE TECNOLOGIE

“All’inizio dell’Ottocento – ha proseguito Brunetta – bande di facinorosi andavano in giro per le campagne inglesi a distruggere i telai meccanici in nome di un certo Ned Ludd, da cui ebbe origine il termine ‘luddismo’. Avevano il timore che quei nuovi macchinari avrebbero sostituito il lavoro dell’uomo. Un approccio ideologico che esiste ancora oggi, in risposta alle tecnologie avanzate come l’informatica, la robotica, le biotecnologie e l’intelligenza artificiale. È la paura del nuovo. Ma sappiamo come è andata: dalla nascita del telaio meccanico è aumentata la produttività, i prezzi si sono ridotti, i mercati si sono ampliati. C’è stata più crescita e più ricchezza. Ed è migliorata la qualità della vita. Guai al neoluddismo, che si evita con i corpi intermedi. Non bisogna avere paura delle nuove tecnologie. Non bisogna avere paura dell’intelligenza artificiale”.

 

REGOLAMENTARE PER GARANTIRE DISTRIBUZIONE EQUA GUADAGNI PRODUTTIVITÀ

“In un momento storico – ha aggiunto il presidente del CNEL – così complesso, attraversato dalle tre transizioni digitale, ambientale e demografica e da un contesto geopolitico delicatissimo, è essenziale adottare un modello di regolamentazione che possa assicurare una distribuzione equa e sostenibile dei guadagni di produttività derivanti dall’innovazione tecnologica. Solo così potremo mantenere e rafforzare la coesione sociale. Serve una regolamentazione ‘buona’, nel senso di virtuosa, concreta, efficace. Una regolamentazione armonizzata a livello europeo, per promuovere la competitività complessiva.  L’Europa è spesso criticata per il suo approccio normativo, ma regolamentare non significa frenare l’innovazione, vuol dire indirizzarla”.

 

CONTRIBUTO PARTI SOCIALI È FONDAMENTALE

“È necessario – ha sottolineato Brunetta – promuovere un’intelligenza artificiale partecipativa, grazie al coinvolgimento delle comunità e dei lavoratori. In questo modo si potrà garantire che l’IA rifletta le esigenze e i valori delle persone. Per questo vogliamo valorizzare il contributo delle parti sociali in questo ambito. E credo che sia un problema da risolvere il fatto che a livello europeo, nell’IA Act, non vengano citate le parti sociali. Il loro contributo è fondamentale, per la competitività non solo del nostro Paese ma dell’Europa intera”.

 

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE DEVE ESSERE PARTECIPATIVA

“L’intelligenza artificiale che abbia in sé la componente partecipativa conviene – ha dichiarato Brunetta in chiusura – perché è più inclusiva, più produttiva, meno conflittuale. È più efficiente e più comunitaria. Ed è più credibile, nel dare risposte alle persone. In poche parole, l’intelligenza artificiale dà maggiore coesione sociale, che a sua volta favorisce la crescita. I paesi, le imprese, le amministrazioni che hanno più coesione sono quelli più performanti. Il passaggio che proponiamo è proprio questo: l’intelligenza artificiale deve essere partecipativa. Vuol dire combattere gli imbrogli, gli inganni, la concorrenza sleale. Vuol dire semplicemente democrazia, questa forma dello stare insieme che è l’antitesi dell’autoritarismo. Anche se non sarà facile, questo è il modello verso cui dobbiamo andare”.

 

RÖPKE: IA RAPPRESENTA SFIDA MA ANCHE OPPORTUNITÀ

“L’intelligenza artificiale – ha detto Oliver Röpke, presidente del CESE – rappresenta una sfida ma anche un’opportunità. L’Unione europea da una parte è alle prese con le emergenze legate all’impatto dell’IA sul mondo del lavoro, dall’altra deve affrontare una crisi delle relazioni industriali che investe tutto il mondo. Il problema principale è la mancanza di dialogo sociale in un mondo che cambia. Nell’ultimo G7 le parti sociali hanno fatto una dichiarazione congiunta, dove si afferma che il progresso dell’IA generativa è una delle tendenze più significative per il mondo del lavoro nella nostra società. Se questa tendenza avrà un impatto positivo o negativo dipenderà dalle scelte che verranno prese a livello politico. È indispensabile una forte collaborazione tra governi, datori di lavoro e lavoratori. In questo contesto le parti sociali svolgono un ruolo essenziale”.

DE MOLLI: ITALIA IN RITARDO SU COMPETENZE DIGITALI

“L’impatto della rivoluzione digitale – ha affermato Valerio De Molli, CEO di The European House Ambrosetti – non ha registrato al momento una contrazione negativa sul mercato del lavoro italiano. L'occupazione è aumentata del 20% negli ultimi tre decenni. Soltanto il settore manifatturiero ha registrato una contrazione importante (-13%). Il comparto che ha mostrato dati molto positivi è quello dei servizi, trainato dalla crescita delle attività professionali. Abbiamo utilizzato un modello capace di stimare gli effetti dell’IA generativa sulla produttività: 312 miliardi di euro di valore aggiunto annuo e 5,7 miliardi di ore di lavoro annue liberate grazie all'impatto dell’IA. Tale impatto va collocato nel quadro delle trasformazioni demografiche, un quadro drammatico. Nello scenario attuale, l’Italia perderà circa 3,7 milioni di occupati al 2040.  Il nostro Paese è in ritardo nelle competenze digitali, vero fattore di successo nell’epoca dell’IA. Abbiamo una diffusione delle skill legate all’IA inferiore alla media OCSE. E l’Italia mostra difficoltà anche nel trattenere i talenti”.

 

BARACHINI: EVITIAMO "EFFETTO CASSANDRA", IA NON È SVENTURA MA OPPORTUNITÀ

“Sappiamo che c’è una grande urgenza delle aziende di dotarsi di tutte le tecnologie più utili a competere in un mercato così dinamico. Sul tema dell’IA dobbiamo evitare l’effetto cassandra. Non è una sventura. Abbiamo il compito di lavorare per far emergere le opportunità che possono derivare dalla rivoluzione digitale. L'Europa ha una grande occasione: mostrarsi unita su un tema cruciale per lo sviluppo del nostro tessuto produttivo e trasformare le difficoltà in opportunità, partendo dalla difesa dei livelli occupazionali. L’IA ha moltissimi sviluppi, che però devono avvenire in un ecosistema sicuro, adatto a proteggere le imprese e i lavoratori”, ha così concluso Alberto Barachini, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all'informazione e all'editoria. 

PAIS: CNEL AL LAVORO SU INTELLIGENZA ARTIFICIALE PARTECIPATIVA 

"Il CNEL ha approvato nei mesi scorsi un documento di Osservazioni e Proposte su “Politiche industriali per l’intelligenza artificiale nel settore bancario e assicurativo”, un lavoro di natura settoriale, a cui seguiranno approfondimenti anche su altri comparti produttivi. Questo lavoro ci ha consentito di interrogarci sul ruolo dell’IA partecipativa. Quando si parla di effetti socio-economici prodotti dall'IA è assente la dimensione collettiva. Emerge esclusivamente il singolo individuo, incapace di mettere in atto forme di controllo sulle macchine. Noi vogliamo avviare una riflessione su questo, volta anche a identificare un insieme di principi di fondo, come il coinvolgimento dei cittadini, la trasparenza, l'etica e il rispetto della giustizia sociale. L’Osservatorio del CNEL, in primo luogo, avrà il compito di analizzare gli impatti della IA sulla produttività e sulla competitività delle aziende e si rivolgerà a tutti i partner europei e agli organismi come il CESE”. Così Ivana Pais, consigliera del CNEL.


Per le sintesi degli interventi relativi alle due sessioni del convegno vai qui.

Per le videointerviste cliccare qui

Per il documento contenente gli abstract dei relatori delle sessioni, in lingua italiana, cliccare qui

Per il documento contenente gli abstract dei relatori delle sessioni, in lingua inglese, cliccare qui