Si è svolto oggi a Villa Lubin il convegno “L’innovazione sociale per migliorare le politiche familiari. Confronto con le istituzioni”, organizzato dal Movimento Cristiano Lavoratori (MCL), il cui presidente è il consigliere CNEL Alfonso Luzzi. L’evento, che ha avuto patrocinio del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, è stato un momento di confronto sulle politiche sociali legate ai temi della denatalità e della conciliazione vita-lavoro.
“Demografia, lavoro e welfare – ha dichiarato il presidente Renato Brunetta in apertura dei lavori – sono tre ambiti strettamente legati tra di loro. Il welfare è funzione delle dinamiche demografiche. Se ci sono pochi giovani ci sono meno occupati e quindi meno contribuzione. Se ci sono pochi giovani ci sono anche meno imprese che nascono, con ricadute sul sistema economico complessivo. E quando si verificano degli squilibri è poi difficilissimo ritrovare un giusto assetto. È già tardi. Serve allora una cassetta degli attrezzi che ci permetta di intervenire in forma unitaria e strategica, con una visione di medio-lungo periodo. Una cassetta degli attrezzi che metta al centro innanzitutto la famiglia, assumendo un approccio olistico. Dobbiamo tenere insieme la conciliazione vita-lavoro, le pari opportunità, l’inclusione, il welfare. Vogliamo fare del CNEL lo snodo di tutti questi ambiti, un luogo di analisi e discussione su come promuovere azioni di contrasto della denatalità. A cui si associa anche un altro tema di grande importanza, quello degli stili di vita. L’obiettivo è far ripartire il motore sociale e quindi il motore della crescita e del benessere. Perché la coesione sociale è il cuore della democrazia”.
Aspetto cruciale è quello dei caregiver
“Un aspetto cruciale delle politiche familiari – ha aggiunto Brunetta – è quello dei caregiver, una moltitudine operosa e ancora poco conosciuta. Circa 7 milioni di persone, in moltissimi casi con difficoltà di conciliazione tra attività di cura e lavoro. L’impegno di cura tende ad essere molto alto, perché frequentemente non può essere ripartito con altri famigliari, visti i nuclei sempre più ristretti. C’è quindi anche un evidente legame con le problematiche relative alla denatalità e alla transizione demografica. In Italia il 12% della popolazione ha più di settantacinque anni, spesso in situazione di fragilità e che richiede quindi un’assistenza continuativa, caratterizzata dalla dimensione della domiciliarità. Su questo siamo recentemente intervenuti anche con un documento di Osservazioni e Proposte dedicato alle ‘Linee guida per la formazione degli assistenti familiari’, a garanzia delle lavoratrici e dei lavoratori che operano nel lavoro domestico e delle famiglie che fruiscono dei loro servizi. È poi fondamentale un potenziamento delle reti per la domiciliarità assistenziale, valorizzando il concetto di prossimità e di welfare comunitario”.
Gli squilibri demografici possono compromettere lo sviluppo del Paese
“Abbiamo di recente approvato un rapporto su demografia e lavoro, curato dal consigliere CNEL Alessandro Rosina, che sottolinea – ha proseguito il presidente Brunetta – come gli squilibri demografici possano compromettere lo sviluppo del paese. Abbiamo un indice di dipendenza degli anziani che ha superato il 40%, 14 punti percentuali sopra la media UE. Assistiamo a un progressivo indebolimento del potenziale della forza lavoro, maggiore rispetto ai principali Paesi europei, che rischia di renderci meno competitivi e di mettere in crisi la sostenibilità della spesa pubblica. Va incrementata la presenza di giovani e donne nel mercato del lavoro e per questo è fondamentale intervenire sulla conciliazione vita-lavoro. La disponibilità e l’accessibilità degli strumenti per la conciliazione dei percorsi professionali con le scelte di vita devono essere posti come punti chiave delle politiche di sviluppo. Agire in tale direzione ha ricadute positive anche sulla natalità, perché mette giovani e donne nelle condizioni di poter scegliere di avere un figlio”.
Serve un mutamento culturale su conciliazione vita-lavoro
“Quando parliamo di conciliazione vita-lavoro – ha affermato il presidente del CNEL – parliamo di una sfera che riguarda prevalentemente le donne. I congedi parentali per la nascita di un figlio nella quasi totalità dei casi vengono utilizzati da donne. A partire da questo dato il CNEL ha approvato all’unanimità un documento di Osservazioni e Proposte sul congedo parentale, dove si sottolinea la necessità di implementare l’attuale normativa in materia. Stiamo predisponendo un’apposita proposta di legge. Inoltre, stiamo analizzando il tema della conciliazione sul piano della contrattazione collettiva. Occorre affrontare il nodo dell’effettivo utilizzo degli istituti di conciliazione vita-lavoro per verificare se e in che misura tali strumenti continuano ad essere utilizzati solo dalle lavoratrici. Serve un profondo mutamento culturale sulla conciliazione, evitando che la donna sia vista come il principale soggetto chiamato a sobbarcarsi il lavoro di cura”.
Luzzi: contro la denatalità serve part time come full time per il neo genitore
“A fronte del quadro demografico attuale e così allarmante, con una vera e propria emergenza epocale sul fronte della denatalità, è indispensabile – ha dichiarato il consigliere CNEL Alfonso Luzzi – un intervento condiviso orientato a garantire il benessere dei genitori e assicurare una reale conciliazione tra famiglia e lavoro, anche migliorando al tempo stesso il benessere dei lavoratori. MCL propone di riconoscere al genitore che si trovi nelle condizioni di richiedere un part time volontario la possibilità di usufruire della contribuzione figurativa commisurata a un orario di lavoro a tempo pieno, per un periodo massimo di due anni. Dobbiamo rimuovere vincoli e costrizioni che specialmente le giovani donne incontrano sul mercato del lavoro, agevolando la flessibilità lavorativa dei congedi parentali”.
Roccella: va premiata la scelta di fare figli
“È necessario – ha dichiarato la ministra della Famiglia, della Natalità e delle Pari opportunità, Eugenia Roccella – un grande cambiamento culturale. La scelta di fare figli va premiata e considerata di prestigio sociale. Oggi non è così e io credo il problema sia esattamente questo. Come Governo abbiamo messo al centro la questione della denatalità attraverso quattro pilastri: i trasferimenti diretti, i servizi sociali, il lavoro femminile con la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, l’immigrazione regolare. Dall’inizio abbiamo messo in campo risorse consistenti. Questi provvedimenti pro-family sono utili ma serve appunto uno sforzo corale per cambiare l’approccio culturale, frenare la denatalità e rilanciare il concetto che la famiglia va sostenuta”.
Zuppi: la speranza ci aiuta ad affrontare anche la denatalità
“Tra i motivi per cui i giovani fanno meno figli – ha detto il presidente della CEI, il cardinale Matteo Zuppi – c’è indubbiamente la mancanza di garanzie lavorative e questo vale soprattutto per le donne, come ha sottolineato papa Francesco. Vogli anche fare un riferimento al Giubileo, che unisce tutti, fedeli e non fedeli. Perché il tema che ha scelto papa Francesco, la speranza, ci aiuta ad affrontare anche la denatalità. I demografi ci parlano di crisi demografica già da anni. Però pensiamo di avere sempre del tempo sufficiente e di potere rinviare, senza la consapevolezza di quel che lasciamo a chi viene dopo di noi. C'è molta confusione e delusione, perché facciamo fatica a trovare percorsi che indichino delle piste e delle soluzioni, che si traducano poi in scelte concrete. Qui oggi si è accennato al ruolo dei corpi intermedi, che sono veramente fondamentali. Va creato uno spazio di dialogo sulle politiche sociali. È importante anche riuscire a fare qualcosa sul lato degli stili di vita, con comportamenti più saggi rispetto a quelli dissennati del consumismo”.
Sono inoltre intervenuti: Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali; Maurizio Leo, viceministro dell’Economia e delle Finanze; Gabriele Fava, presidente INPS; Stefano Ceci, presidenza generale MCL; Sergio Gatti, direttore generale Federcasse; Gigi De Palo, presidente Fondazione per la Natalità; Adriano Bordignon, presidente Forum delle Famiglie; Luca Antonini, vicepresidente della Corte Costituzionale.
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