Si è svolto a Villa Lubin il seminario “Occupazione femminile, pari opportunità nella contrattazione aziendale e proposte di legge allo studio del Comitato per le Pari opportunità”. L’iniziativa, realizzata nel contesto delle celebrazioni per la Giornata internazionale della donna, è stata promossa dal Comitato per le pari opportunità del CNEL, presieduto dalla consigliera Rossana Dettori. Nel corso dell’evento è stato presentato il rapporto CNEL-ISTAT “Il lavoro delle donne tra ostacoli e opportunità” e un’indagine sulle buone pratiche contrattuali per una migliore qualità della vita delle donne.
Ha aperto i lavori il presidente del CNEL Renato Brunetta.
“La crescita dell'occupazione femminile - ha affermato Brunetta - è in corso. Anno dopo anno. Il dato è positivo ma molto per le ultracinquantenni e meno per le giovani. Le ultracinquantenni sono cresciute di 20 punti in 15 anni, le giovani di 1,4 punti. Questo è un primo problema. Agire per la crescita dell'occupazione femminile fino a 34 anni. In più non possiamo permetterci che quasi la metà della popolazione femminile non lavori perché ciò espone le donne a povertà e violenza domestica”. Così il presidente del CNEL Renato Brunetta intervenendo al seminario su “Occupazione femminile e pari opportunità” organizzato oggi a Villa Lubin.
ROMPERE GABBIA STEREOTIPI DI GENERE
“Abbiamo un grande problema, non riusciamo a rompere la gabbia degli stereotipi di genere. La percentuale di immatricolate alle materie STEM negli ultimi 10 anni è ferma al 20% e non si muove. E tra gli occupati cresce la presenza delle donne in professioni femminili ed è scarsa in ambito tecnologico. Allora bisogna dotarsi di una strategia per combattere gli stereotipi di genere fin da bambini. Non basta l'orientamento alle superiori, a quella età i giochi sono fatti. Bisogna agire per una formazione adeguata a scuola, per gli insegnanti, gli operatori dei media, i pubblicitari”, ha aggiunto il presidente del CNEL.
DOBBIAMO INVESTIRE SU CONCILIAZIONE
“Bisogna investire di più sulle politiche di conciliazione e condivisione delle responsabilità familiari e dello sviluppo di nidi e servizi per l'infanzia. Bisogna rimuovere la child penality. Nella ricerca che presentiamo oggi abbiamo individuato una segmentazione delle occupate, delle inattive, delle disoccupate, che permette di quantificarle in base al ruolo in famiglia. Questa quantificazione permette di indirizzare meglio le politiche evidenziando i segmenti più a rischio”, ha sottolineato Brunetta.
SABBADINI: SOLO 7,5% DONNE GUADAGNA PIÙ DEL PARTNER UOMO
“Siamo il paese a livello europeo ai primi posti per famiglie monoreddito maschili, nonostante la situazione sia migliorata dal 2008 ad oggi, prima erano un terzo ora sono diventate un quarto. Stanno come noi, più o meno, solo la Romania e la Grecia. In Francia sono il 10%”. È quanto ha sottolineato Linda Laura Sabbadini nel presentare oggi a Villa Lubin la ricerca CNEL-ISTAT su ‘Occupazione femminile e pari opportunità’. “Le famiglie monoreddito maschili – ha aggiunto la Sabbadini – sono quelle più esposte alla povertà, soprattutto se hanno figli. Riscontriamo, inoltre, che sono cresciute le coppie in cui ambedue i partner hanno un reddito da lavoro. Nel 33% dei casi lui guadagna di più, nel 7,5% è lei ad avere un reddito maggiore, nel 30% la situazione è paritaria. Ed è proprio nelle coppie paritarie che c’è maggiore benessere soggettivo. Su tutto ciò pesa una forte carenza sia sul fronte dei servizi per la prima infanzia sia sul fronte delle politiche di conciliazione”.
IN ITALIA PERSISTONO TRAPPOLE CHE FRENANO OCCUPAZIONE FEMMINILE
"Nel nostro Paese – ha affermato Linda Laura Sabbadini – ci sono ancora delle vere e proprie trappole che impediscono la crescita dell’occupazione femminile, per allinearci con i livelli della media europea. Una prima trappola è la forte incidenza della disoccupazione di lunga durata. C’è poi il nodo dell’inattività. Terza trappola la scarsa conciliazione tra vita privata e lavoro. Un altro aspetto delicato è quello della vulnerabilità. Circa 2 milioni e mezzo di donne presentano vulnerabilità sul lavoro: contratti a tempo determinato, part-time involontario e altre situazioni di lavoro non standard. La maggiore vulnerabilità riguarda le lavoratrici madri, le donne straniere, le donne che offrono servizi alle famiglie. Nel caso delle lavoratrici madri il part-time involontario è superiore al 50%".
RICCIARDI: CONTRATTAZIONE CHIAMATA A SALTO DI QUALITÀ SU POLITICHE DI GENERE
"Ringrazio il presidente Brunetta per aver istituito formalmente al CNEL un Comitato dedicato alle pari opportunità. L’obiettivo di questo organismo è definire misure e proposte concrete sui temi dell'occupazione femminile. Il tasso di occupazione delle donne in Italia è ancora troppo distante dalla media europea. Un dato che dipende dal basso tasso di partecipazione femminile. Molto spesso le donne non cercano lavoro. Il 30% è in part-time. Sono dati poco edificanti. Un ruolo significativo deve essere svolto dalla contrattazione collettiva aziendale, chiamata a fare un salto di qualità sulle politiche di genere. Le misure ad oggi ci sono ma vengono utilizzate quasi esclusivamente dalle donne. Bisogna lavorare affinché le misure presenti nei CCNL siano utilizzate anche dagli uomini. Solo così si potrà dare concretezza alle politiche di genere sul lavoro". Lo ha affermato Livia Ricciardi, consigliera CNEL e componente del Comitato Pari Opportunità.
IACOBELLI: ABBIAMO ANALIZZATO MISURE PARITÀ IN CONTRATTAZIONE SECONDO LIVELLO
“Il problema della parità di genere non è solo un problema di equità ma è anche e soprattutto un problema di carattere economico. Come Comitato per le Pari opportunità del CNEL abbiamo svolto un’indagine sulla contrattazione di secondo livello, analizzando circa 400 accordi e andando a vedere le misure specifiche a supporto della parità”. È quanto ha spiegato Barbara Iacobelli, componente del Comitato per le Pari opportunità del CNEL. “Da questo lavoro – ha aggiunto – è scaturito un documento di Osservazioni e Proposte in materia di parità di genere, approvato lo scorso dicembre. Abbiamo riscontrato che molte spesso non si tratta di misure volte a supportare le donne nell’ottica dell’empowerment. Abbiamo anche verificato che le misure più innovative sono negli accordi aziendali recenti o sottoscritti nell’ambito di imprese di grandi dimensioni e con sistemi di relazioni industriali solidi. Noi riteniamo che le misure di conciliazione dovrebbero essere slegate dalla genitorialità, perché questi strumenti continuano ad essere utilizzati quasi esclusivamente dalle donne”.
OSTRICA: PROPOSTA CNEL SU CONGEDO PARENTALE
“Le donne sono discriminate sul lavoro, in primo luogo, perché possono essere madri. È una discriminazione a monte. Già all’atto dell’assunzione in fatti vengono discriminate. Poi tutto si complica quando la maternità è alle porte. Talvolta vengono costrette a licenziarsi oppure non riescono a reggere il carico e lasciano loro. Se resistono hanno una battuta d’arresto nella carriera. A questo è legato anche il problema della glaciazione demografica”. Così Sonia Ostrica, componente del Comitato pari opportunità del CNEL. “Il carico familiare – ha proseguito – continua a gravare sulle spalle e sulle tasche delle donne. Per questo il Comitato ha lavorato a una proposta di legge sui congedi parentali. È una proposta semplice, per contrastare gli effetti che le attività di cura hanno sulle donne”.
BITTI: INTERVENTI MIRATI CON DISEGNO DI LEGGE CNEL
“Sulle pari opportunità siamo molto impegnati come CNEL. Nel Comitato pari opportunità abbiamo lavorato a un disegno di legge in materia. Pensiamo a interventi mirati, concentrati su alcuni aspetti specifici. Innanzitutto, per quel che riguarda la contrattazione collettiva, ad esempio per perfezionare l’uso degli incentivi volti a favorire la parità di genere. Un altro ambito è quello degli obblighi del datore di lavoro, nell’ottica di favorire il contrasto delle discriminazioni e della violenza di genere. È utile anche un intervento mirato sul codice delle pari opportunità, non di certo per smontare la legge, ma operando in modo circostanziato. Si può intervenire, tra l’altro, per permettere che in tutti gli ambiti territoriali ci sia una struttura che garantisca assistenza alle donne che hanno subito violenza”. Così il consigliere del CNEL Fiovo Bitti, componente del comitato pari opportunità.
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