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TELEFONO AZZURRO AL CNEL: UN BAMBINO ASCOLTATO SARÀ UN ADULTO SERENO

TELEFONO AZZURRO AL CNEL: UN BAMBINO ASCOLTATO SARÀ UN ADULTO SERENO

Brunetta: di giovani parliamo tanto ma con loro parliamo troppo poco

08 aprile 2025

Si è svolto oggi al CNEL l’evento “Un bambino ascoltato sarà un adulto sereno” organizzato da Telefono Azzurro, in concomitanza della “Giornata Nazionale dell’Ascolto dei Minori”, istituita il 9 aprile 2024, con l’obiettivo di sensibilizzare e stimolare l’adozione di politiche e pratiche che valorizzino l’ascolto attivo dei minori, promuovendo azioni concrete per garantire il rispetto e la tutela dei loro diritti.

“Sono molto contento di ospitare qui al CNEL – ha detto il presidente Renato Brunetta in apertura dei lavori – una realtà straordinaria come Telefono Azzurro, con cui abbiamo siglato ormai da tempo un protocollo d’intesa. Il tema su cui riflettiamo oggi è l’ascolto. Di bambini, di giovani parliamo tanto, ma con loro parliamo troppo poco. Per questo è importante promuovere l’ascolto attivo e favorire la cultura del dialogo aperto. Per questo è importante accompagnare i minori in un percorso di partecipazione e condivisione. Serve un impegno collettivo, che coinvolga istituzioni, esperti, volontariato, società civile. Il CNEL, la casa dei corpi intermedi, può svolgere un ruolo fondamentale di sensibilizzazione, di analisi, di proposta legislativa. Tra le principali cause di disagio di bambini e adolescenti c’è la solitudine, amplificata dall’avvento dell’era digitale, l’era delle piattaforme. Si sta a guardare quel che succede fuori ma non si vive il mondo reale. Torniamo invece alla relazionalità, torniamo a parlaci, torniamo ad ascoltarci”.

È poi intervenuto il presidente di Telefono Azzurro Ernesto Caffo, sottolineando la missione della Fondazione: “Offrire una voce amica, un presidio costante, un luogo sicuro dove bambini e ragazzi possano esprimersi senza paura”. Una forma di ascolto empatico, quindi, non giudicante e attivo. “È il presupposto necessario – ha aggiunto Caffo – a costruire una relazione di fiducia con l’utente al fine di individuare il bisogno espresso e valutare il successivo intervento. Il nostro modello di intervento non vuole solo dare risposta pratica a bisogni o emergenze ma anche affermare un diritto fondamentale: ascoltare attivamente un bambino significa dargli un ‘diritto di cittadinanza’ effettivo, che altrimenti resterebbe un principio puramente astratto. Significa che la sua voce conta, che ha diritto a esprimere una sua visione del mondo, ha diritto a dare spazio ai suoi diritti”.

Il presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana ha inviato un messaggio letto in apertura dei lavori del convegno.

"La ricorrenza del 9 aprile - ha sottolineato il presidente della Camera dei deputati - è particolarmente significativa per l'alto valore sociale che riveste. Consente, infatti, di informare e sensibilizzare l'opinione pubblica su un tema di rilevanza centrale, quale l'ascolto dei minori, che costituisce un 'presupposto fondamentale per dare concreta attuazione' ai loro diritti. Questa giornata concorre, dunque, ad accrescere la consapevolezza dell'importanza di tutelare e rafforzare i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, permettendo anche ai più giovani di esprimere liberamente le proprie opinioni e di prendere parte, quali cittadini attivi, alle decisioni che li riguardano. L'adolescenza rappresenta un periodo di profonde trasformazioni, che non di rado sono causa di insicurezza e disorientamento. Per tale motivo, è essenziale prestare attenzione a qualsiasi segnale di malessere, disagio o pericolo, intercettando tempestivamente le richieste di aiuto che i nostri ragazzi ci rivolgono. La loro voce conta e non deve essere ignorata".

La parola ai ragazzi

L’iniziativa che si è svolta oggi al CNEL nasce dalla volontà di dare la parola ai ragazzi, riconoscendo l’importanza del loro contributo. È la prima tappa di un percorso istituzionale di apertura ai giovani e ai loro bisogni, prevedendo la partecipazione attiva di studenti a un dibattito che li riguarda in prima persona. I ragazzi presenti all’evento odierno si sono liberamente espressi sui loro problemi quotidiani e sulle possibili prospettive di cambiamento: un contributo fondamentale per istituzioni, esperti ed operatori per comprendere a fondo il senso e la forza dell’ascolto.

L’evento si è articolato su cinque sessioni di lavoro:

  • benessere e salute mentale (solitudine, povertà sociale, ansia, disturbi alimentari, suicidio, sofferenza);
  • paura nel contesto sociale (guerra e conflitti, futuro, insicurezza, disinteresse per la politica e le istituzioni, diritti umani, giustizia sociale);
  • social media e impatto sulla vita reale (cyberbullismo e odio online, dipendenza dai social e disconnessione dalla realtà, pressione, parità di genere e ruoli imposti dalla società; pregiudizi e razzismo nel quotidiano);
  • inclusione e diversità (diritti lgbtq+ e discriminazioni, parità di genere e ruoli imposti dalla società; pregiudizi e razzismo nel quotidiano);
  • ambiente, eco-ansia e sostenibilità (cambiamenti climatici e crisi ambientale, eco-ansia e il suo impatto sui giovani, ruolo dei giovani nella tutela dell’ambiente).

L’ascolto attivo

L’ascolto attivo ha un impatto positivo sull’autostima dei bambini, sulla loro capacità di costruire relazioni e sul senso di appartenenza alla comunità, elementi fondamentali per la costruzione di una personalità adulta sana e consapevole. La percezione di essere ascoltati riduce i rischi di isolamento sociale e comportamenti aggressivi (bullismo, cyberbullismo), contribuendo a una crescita più equilibrata e armoniosa del bambino. Creare ambienti sicuri e accoglienti, in cui i giovani si sentano liberi di esprimere le proprie emozioni e preoccupazioni, permette di individuare tempestivamente segnali di disagio e di intervenire in modo efficace, evitando l’aggravarsi di problematiche psicologiche e sociali.

I numeri

I numeri sulla salute mentale degli adolescenti, diffusi dall’OMS e dall’UNICEF, tracciano un quadro allarmante:

  • Circa 166 milioni di adolescenti nel mondo (1 su 7 tra i 10 e i 19 anni) soffrono di problemi legati alla salute mentale (ansia e disturbi del comportamento).
  • I disturbi mentali sono la principale causa di disabilità tra i giovani europei, e molti si manifestano già prima dei 14 anni.
  • Secondo l’UNICEF Europa, nel 2022 più del 50% dei disturbi mentali diagnosticati non ha ricevuto alcun tipo di assistenza o cura.
  • In Europa occidentale, il tasso di suicidio tra adolescenti è aumentato del 10% negli ultimi 10 anni.
  • Inoltre, quasi il 40% dei bambini e giovani europei ha dichiarato di sentirsi spesso triste, nervoso o irritabile, e 1 su 4 ha segnalato pensieri ricorrenti di autolesionismo.
  • Secondo OMS e UNICEF, oltre 80 Paesi nel mondo non offrono servizi di salute mentale adeguati per l’età evolutiva.

 

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