Si è svolto oggi al CNEL il seminario “Quel moderno di Carniti”, organizzato dalla Fondazione Pierre Carniti. L’iniziativa è nata per ricordare e celebrare la figura dello storico leader di FIM e CISL tra gli anni '70 e '80 e protagonista del sindacalismo del nostro Paese. Al tempo stesso, il seminario è stata l’occasione per lanciare la Fondazione Pierre Carniti, nata a marzo 2025, con l’obiettivo di seguire il cammino tracciato dal sindacalista, valorizzando il ruolo della contrattazione collettiva e delle relazioni industriali.
UNA FIGURA STRAORDINARIA NELLA STORIA DEL SINDACATO
“Pierre Carniti – ha dichiarato il presidente Renato Brunetta aprendo i lavori – è una figura straordinaria e di primissimo piano nella storia del sindacato italiano. È anche un pezzo importante della mia vita. Lo ricordo, in particolare, per la vicenda della scala mobile e il decreto di San Valentino, il 14 febbraio 1984. Un passaggio cruciale del sindacalismo riformista, che cambiò la storia del nostro Paese. Il nemico dei salari era l’inflazione a due cifre e bloccare la scala mobile voleva dire difendere i salari reali, difendere il potere d’acquisto dei lavoratori, contrastando l’illusione monetaria. Riuscimmo a fare un accordo che firmarono tutte le parti sociali, a partire dalla Cisl. Ma non firmò la Cgil. L’anno successivo la stessa Cgil e il Partito comunista vollero un referendum per abrogare il decreto e ripristinare la scala mobile. Al referendum prevalsero i no. Fu una battaglia difficilissima. Non era facile spiegare ai lavoratori come funzionava l’illusione monetaria, perché il ragionamento era controintuitivo. Non era facile fargli capire che superare la scala mobile voleva dire stare dalla loro parte. Il popolo sovrano rispose no al populismo. Fu una delle più belle pagine del sindacalismo italiano. E il leader sindacale di quella storia fu Pierre Carniti”.
Il presidente Brunetta è poi intervenuto una seconda volta nella fase conclusiva del seminario.
LA GRANDE OCCASIONE PER SCRIVERE IL NUOVO PATTO SOCIALE EUROPEO E DISEGNARE UNA NUOVA BRETTON WOODS
“Mi chiedo cosa penserebbe oggi Pierre Carniti – ha affermato Brunetta – del percorso avviato con il decreto di San Valentino e proseguito sino agli accordi di Amato e Ciampi per l’ingresso dell’Italia nella moneta unica. Si trattava di una strategia di politica dei redditi "a termine", come anche sostenuto da Gino Giugni, destinata a concludersi una volta raggiunto l’obiettivo. Ma così non è stato. La politica dei redditi, vera e propria, è cosa diversa e risponde al quesito di quale sia la distribuzione del reddito ottimale per massimizzare la crescita, lo sviluppo e il benessere collettivo.
Arriviamo all’oggi e a quello che penserebbe Pierre Carniti. Forse, il mio amico Pierre, citerebbe Jean Monnet: "L’Europa si forgerà nelle crisi e sarà la somma delle soluzioni adottate per affrontarle”. Di fronte a una crisi come quella attuale, si profila per l’Europa un vero e proprio momento costituente. E quale contributo può offrire l’Italia a tale processo, dal quale prenderà forma la nuova Europa? La chiave, a mio avviso, risiede nei corpi intermedi: le rappresentanze dei lavoratori, dei datori di lavoro, del terzo settore, insieme a quelle reti che innervano il tessuto economico e sociale del Paese. I corpi intermedi sono i veri protagonisti per promuovere una nuova coesione economica e sociale in chiave europea. Questa è la vera occasione della crisi: costruire, insieme, una nuova Europa!
Abbiamo assistito al recente dibattito sul Manifesto di Ventotene del 1941. Non posso non ricordare, oltre a Ventotene, un altro luogo: Camaldoli, dove nel 1943 un gruppo di intellettuali di matrice cattolica elaborò, di fatto, la costituzione sociale del nostro Paese. Oggi si sta, in qualche modo, tornando a Camaldoli. Una Camaldoli “europea”, come evocata anche dal cardinal Zuppi, da realizzare insieme ai corpi intermedi.
Voglio ricordare una recente riflessione che Enrico Letta ha condiviso qualche settimana fa, proprio al CNEL, a corollario delle parole di Jean Monnet: “chi ha dato le risposte alle crisi in cui si è ritrovata l’Europa sono sempre stati gli italiani”. Anche oggi, con i Rapporti di Mario Draghi e di Enrico Letta avviene lo stesso. Così come avviene con chi ha la responsabilità di guidare il Governo, Giorgia Meloni.
E in questa fase di transizioni, green - demografica - digitale e geopolitica, va definito un diverso equilibrio globale. Una nuova Bretton Woods, non solo di natura economica e monetaria, ma anche con un’anima sociale, culturale e politica, nella quale i corpi intermedi fungano da “catalizzatori” per un nuovo patto sociale europeo. Oggi i corpi intermedi hanno la grande occasione per scrivere il nuovo patto sociale europeo e disegnare una nuova Bretton Woods".
FUMAROLA: UN PATTO DELLA RESPONSABILITÀ TRA IL GOVERNO E LE PARTI SOCIALI RIFORMISTE
“Carniti è stato un grande segretario della CISL. Autonomia del sindacato, contrattazione e protagonismo dei lavoratori nella società – ha sottolineato Daniela Fumarola, segretaria generale della CISL – sono stati la cifra del suo impegno. E poi l’attenzione all’Europa, alla dimensione internazionale. Penso alla nascita di Solidarność, guidato da Lech Walesa e alla difesa dei diritti umani e della libertà dei popoli. Un’altra lezione che resta di assoluta attualità. Come le tante sue intuizioni: la flessibilità, la riduzione dell’orario di lavoro, la partecipazione e la democrazia economica, la politica dei redditi.
Sulla scia del suo insegnamento la CISL vuole essere ancora oggi elemento di innovazione e di evoluzione dei rapporti sociali.
Carniti lanciò il percorso concertativo che dall’accordo del 1984 portò negli anni successivi alle intese che permisero al Paese di evitare la bancarotta e di agganciare Europa. Ora la posta in gioco è simile e ritengo impossibile negare che sarebbe importante tornare a quello spirito e a quel metodo. Serve un patto sociale. Con l’obiettivo di uno scambio a somma positiva, per raggiungere il bene comune.
La Cisl è pronta e determinata a dare il proprio contributo, sapendo che il sindacato si rafforza alimentando il protagonismo delle forze di lavoro.
Servono scelte difficili, coraggio e responsabilità come in quei momenti importanti del passato.
Servono risposte concertate e una strategia condivisa e per questo abbiamo chiesto un patto della responsabilità tra il governo e le parti sociali riformiste”.
Al seminario hanno partecipato tra gli altri: Ferdinando Uliano, segretario generale FIM CISL; Roberto Benaglia, presidente della Fondazione Pierre Carniti; Raffaele Morese, segretario di FIM-CISL dal 1983 al 1989; Pierre Carniti jr; Giorgio Tonini, sindacalista della CISL; già coordinatore politico dei Cristiano sociali e dirigente dei Democratici di Sinistra; Sandro Antoniazzi, già segretario generale della Cisl Lombardia e Giuseppe De Rita, già presidente del CENSIS.
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