Si è svolta oggi pomeriggio, presso la Plenaria Marco Biagi del CNEL, la presentazione del volume "Degli Elementi dell'Economia Civile" di Vincenzo Maria dell'Erba.
La pubblicazione del libro – edito dalla casa Editrice “Vita e Pensiero” - deriva dal ritrovamento nella biblioteca di famiglia da parte di Augusto dell'Erba, presidente di Federcasse, di un manoscritto in buono stato di conservazione, risalente agli anni 1759-60.
Il volume contiene la trascrizione, l’analisi e l’annotazione di una dispensa del giovane dell’Erba, allievo dell’Abate Antonio Genovesi – titolare della prima cattedra di Economia in Europa nella Napoli della seconda metà del ‘700 presso l’Università Federico II, i cui insegnamenti hanno dato origine alla Scuola dell’Economia Civile – che, come si usava in quel tempo, aveva composto il proprio libro di studio riportando accuratamente le lezioni che il professore dettava.
Il testo è considerato dagli studiosi l’ “anello mancante” nella Cattedra Genovesiana” ed è ritenuto particolarmente prezioso perché presenta una propria originalità e una buona quota di testi inediti, permettendo di aggiungere elementi di novità nel panorama degli studi sulla tradizione dell’Economia civile.
Il convegno è stato aperto dal presidente del CNEL Renato Brunetta. Hanno partecipato al dibattito: Luigino Bruni (Presidente Scuola di Economia Civile e Ordinario di Economia Politica all’ Università LUMSA di Roma, autore della prefazione del volume); Beatrice Cerrino (Coordinatrice del Settore Scuole della Scuola di Economia Civile, curatrice del volume); Alessandro Azzi (Presidente Federazione Lombarda BCC e Presidente della Fondazione del Credito Cooperativo Tertio Millennio ETS; Francesca Dal Degan (Professoressa Associata di Storia del Pensiero Economico all’Università di Pisa e curatrice edizione critica delle “Lezioni di Economia Civile” di Antonio Genovesi); Augusto dell’Erba (Presidente Federcasse).
“Quando Augusto dell’Erba, presidente di Federcasse con cui il CNEL ha sottoscritto un accordo di collaborazione, mi ha proposto di presentare a Villa Lubin - ha affermato Brunetta in apertura dei lavori - il manoscritto di un suo avo che fa riferimento ad Antonio Genovesi ho subito detto di sì. Genovesi fu il titolare della prima cattedra di economia in Europa, a Napoli, nella seconda metà del ’700. Io ho avuto modo di approfondire il suo pensiero in particolare in un mio libro, dedicato alla questione meridionale e ai beni relazionali, cioè alla carenza di economia civile in un’area del Paese. Un libro per il quale nel 2017 mi fu assegnato il premio Giovan Battista Vico. Così è nata questa mia passione. Vico, che ebbe tra i suoi allievi forse anche lo stesso Genovesi, non apparteneva ancora all’illuminismo settecentesco, ma in lui vi è il seme delle teorizzazioni di Genovesi, il cui pensiero è tuttora di grandissima attualità. Leggendo Genovesi si ritrova il valore dei beni pubblici comunitari e quindi anche il livello più avanzato della riflessione economica attuale. Nel settembre 2023 ascoltai il Presidente Mattarella fare una citazione di Genovesi e così, pochi giorni dopo, quando venne al CNEL all’inaugurazione della nuova Consiliatura gli regalai una delle prime copie delle sue Lezioni di economia civile. Quel filone di pensiero dei filosofi napoletani del 600-700 è straordinario e mi piacerebbe riprendere questa tradizione culturale per portarla al CNEL, perché possa diventare nuovo stimolo e nuovo carburante per rivitalizzare i corpi intermedi, gli attori della società civile”.
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Per il Presidente di Federcasse Augusto dell’Erba, si è trattato di una “scoperta straordinaria”. “Il manoscritto, conservato perfettamente, è stato trasferito in forma digitalizzata e messo a disposizione di studiosi della materia che lo hanno ritenuto particolarmente interessante. La Casa Editrice dell’Università Cattolica di Milano, ‘Vita e Pensiero’, l’ha inserito in un’apposita collana della quale questo è il quarto volume. Un riconoscimento scientifico di particolare valore. Ringrazio il presidente Brunetta per la sua disponibilità, accogliendo in modo entusiasta la proposta di realizzare al CNEL la presentazione del libro”.
IL LIBRO
Il ritrovamento da parte di Augusto dell’Erba, presidente di Federcasse, nella biblioteca di famiglia di un manoscritto in buono stato di conservazione, risalente agli anni 1759-60 e appartenente al suo antenato Vincenzo Maria dell’Erba, ha destato immediatamente interesse e desiderio di approfondirne il contenuto. Il volume è la trascrizione, analisi e annotazione di una dispensa, recante il titolo “Degli elementi dell’Economia Civile”, di uno studente di Genovesi che, come si usava in quel tempo, aveva composto il suo libro di testo copiando accuratamente le lezioni che il professore dettava nella prima cattedra di Economia in Europa.
Dell’Erba è vissuto tra il 1740 e il 1804 e dai dati biografici si deduce che abbia studiato Giurisprudenza a Napoli proprio nel periodo di datazione del documento. Da anni la Scuola di Economia Civile è impegnata nell’approfondimento della figura di Genovesi, della sua straordinaria attività di docente, della Scuola Napoletana nata attorno a lui. Finora si conosceva il testo dei suoi Elementi di Commercio pubblicati nel 2005 e datati 1758 e delle Lezioni di commercio o sia di economia civile redatte e pubblicate tra il 1765 e il 1769, i due testi che si sono assunti come termine di confronto.
Il volume si situa in una fase intermedia dell’evoluzione del pensiero di Genovesi in materia economica e permette, attraverso il confronto testuale con le due edizioni citate, di coglierne sviluppo e definizione.
Nella prefazione Luigino Bruni, presidente della Scuola di Economia Civile e professore ordinario di Economia politica presso la LUMSA, definisce il testo come «l’anello mancante nella Cattedra Genovesiana» ed è particolarmente prezioso perché presenta una propria originalità e una buona quota di testi inediti e soprattutto è l’unica dispensa a nostra disposizione e permette di aggiungere elementi di novità al panorama degli studi sulla tradizione dell’economia civile.
ANTONIO GENOVESI
Antonio Genovesi (1713- 1769) è stato uno scrittore, filosofo, economista e sacerdote italiano. Studiò filosofia e teologia, nel 1736 venne ordinato diacono e a ventiquattro anni fu nominato maestro di retorica. Nel 1738 divenne sacerdote. Nelle sue opere, per cui utilizzò la lingua italiana invece dell'usuale latino, ricercò un compromesso tra idealismo ed empirismo, cercando ad ogni costo di salvare gli essenziali valori religiosi della filosofia cristiana.
IL PENSIERO ECONOMICO
Antonio Genovesi recepì l'influenza del nuovo panorama culturale italiano, con la voglia di cercare con studi ed esperimenti il concetto della pubblica felicità, consistente nel far uscire l'uomo dallo stato di "oscurità" (Illuminismo, che in Francia era già in atto: Les Lumières). Egli prese coscienza della decadenza culturale, materiale e spirituale dopo il periodo d'oro del Napoletano e, quindi, si rese conto della necessità di intervenire per riportare le arti, il commercio e l'agricoltura a nuovi splendori.
Per tale motivo, abbandonò l'etica e la filosofia e si dedicò allo studio dell'economia affermando tra le altre cose, che essa doveva servire ai governi per alimentare la ricchezza e la potenza delle nazioni, argomento cardine della filosofia smithiana. Ritiene che per favorire il benessere sociale sia necessario promuovere la cultura e la civiltà, per questo motivo è il primo cattedratico ad impartire le sue lezioni in italiano anziché in latino. Dal 1754 fu docente di economia politica, occupando una cattedra istituita appositamente per lui di “commercio e meccanica” presso l'Ateneo napoletano da Bartolomeo Intieri, agronomo.
Genovesi sostiene che anche le donne e i contadini abbiano diritto alla cultura poiché questa è uno strumento fondamentale per realizzare l'ordine e l'economia nelle famiglie, e di conseguenza nella società, è inoltre importante anche l'educazione degli uomini e in particolar modo lo sviluppo delle arti e delle scienze. Denuncia anche la presenza di un numero eccessivo di persone che vivono esclusivamente di rendita e affronta tematiche importanti come; problemi di debito pubblico, inflazione e circolazione monetaria.
Il suo pensiero economico è espresso nel volume Lezioni di commercio o sia di economia civile pubblicato nel 1765 e considerate una delle prime opere scientifiche in materia economica. Il Genovesi cercò, così, di indicare la via per alcune riforme fondamentali: dell'istruzione, dell'agricoltura, della proprietà fondiaria, del protezionismo governativo su commerci e industrie.
ECONOMIA CIVILE
Sistema economico concepito come un insieme di istituzioni destinate ad assicurare il ‘ben vivere sociale’. Il termine venne introdotto nel 1754 da Antonio Genovesi come titolo del volume delle sue lezioni (Lezioni di commercio, o sia di economia civile) dalla cattedra di commercio e meccanica nell’Università di Napoli (la prima dedicata alla disciplina economica). Al centro di tale concezione vi è il mercato, mentre l’analisi tiene conto di una pluralità di motivazioni dell’azione umana: seguendo Genovesi, l’ordine sociale costituisce il risultato di un bilanciamento tra la ‘forza concentrativa’ (autointeressata) e la ‘forza diffusiva’ (o di cooperazione). La locuzione è stata poi ripresa, specie da L. Bruni e S. Zamagni, per indicare lo specifico contributo della scuola italiana (di cui Genovesi fu cronologicamente il primo maestro) nell’età dei lumi, alla formazione del pensiero economico classico. L’economia civile, negli anni 2000, si presenta come alternativa al cosiddetto ‘imperialismo economico’, ossia alla tendenza a spiegare l’intera realtà sociale e politica attraverso motivazioni autointeressate degli agenti.