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LA SVOLTA EUROPEA SULLA SOSTENIBILITÀ PASSA PER I GIOVANI E LA SOCIETÀ CIVILE

LA SVOLTA EUROPEA SULLA SOSTENIBILITÀ PASSA PER I GIOVANI E LA SOCIETÀ CIVILE

08 novembre 2019

L'Europa non avrà un futuro se non svilupperà una cultura della sostenibilità capace di accompagnare i processi di transizione energetica e di neutralità climatica, come pure di coinvolgere in modo consapevole e proattivo tutte le componenti della società. Nessun Paese è in grado di affrontare da solo il problema dei cambiamenti climatici, ma con uno sforzo comune, a tutti i livelli, possiamo riuscire tutti insieme a cambiare le cose. È in sintesi il messaggio contenuto nel Parere del CESE, il Comitato Economico e Sociale Europeo, indirizzato alla Commissione Europea sui Piani Nazionali per l'Energia e il Clima. Il documento, approvato all'unanimità dall'ultima assemblea del Comitato Economico e Sociale Europeo è stato presentato dal Consigliere del CNEL e Consigliere CESE, Tommaso Di Fazio che ne è il relatore.

Non è vero che non stiamo facendo nulla, come affermano Greta Thumberg e i movimenti a lei ispirati. L’Unione Europea da tempo sta invece lavorando sodo, ma tutti dobbiamo contribuire a trattare i problemi climatici con priorità assoluta e fare in modo che l'attenzione dell'opinione pubblica verso di essi non venga mai meno”, afferma Di Fazio ricordando che “i PNEC sono la forma concreta con cui si riassume l'azione intrapresa dall'UE, prima al mondo, in risposta ai movimenti di lotta per i cambiamenti climatici”. 

La Commissione Europea ha chiesto uno specifico parere al CESE sui Piani Nazionali per l'Energia e il Clima, i cosiddetti PNEC. Con questo parere il CESE “accoglie con favore l'iniziativa della Commissione Europea per l'avvio della valutazione dei progetti di Piani Nazionali per l'Energia e il Clima  presentati dagli Stati membri, dando così seguito al nuovo modello di governance varato dal Consiglio e dal Parlamento nel dicembre 2018, volto ad assicurare (assieme ai Paesi membri, alle autorità regionali e locali, alla società civile organizzata e ai cittadini) un processo di convergenza e coerenza d'azione a livello europeo per la transizione verso l'energia pulita e la salvaguardia del clima, attraverso un dialogo interattivo multilivello di pieno coinvolgimento della società civile e degli attori pubblici e privati a livello locale e regionale” e, allo stesso tempo osserva che “una loro riuscita attuazione dipenderà dal livello di adesione da parte di tutti i cittadini attraverso un processo di coinvolgimento dal basso”. 

Grazie a questa sua iniziativa l'Unione Europea sta diventando un riferimento a livello internazionale, sul piano sia delle normative che della governance, nella lotta ai cambiamenti climatici. Con l'approvazione di specifici piani nazionali "integrati" per l'energia e il clima l'UE è la prima grande economia mondiale ad adottare un quadro giuridicamente vincolante per tener fede agli impegni assunti nel 2015 con l'accordo di Parigi della COP 21 e con l'Agenda ONU per il 2030.

“Mentre l'Unione Europea sta andando avanti con decisione nel voler raggiungere l'obiettivo fissato e sottoscritto dai maggiori Paesi del Mondo assistiamo proprio in questi giorni (il 4 novembre 2019) all'uscita dagli accordi degli Stati Uniti di Trump. La UE con i suoi 550 milioni di abitanti costituisce circa l'8 % della popolazione mondiale e il suo contributo alla produzione di ricchezza del mondo è circa il 22%. Crediamo quindi che il contributo europeo sia più metodologico, nel presentare al mondo un concreto modello di governance, piuttosto che quello di ottenere decisivi risultati globali. Questi, se non saremo seguiti dagli altri maggiori paesi, saranno esigui e forse vani per un vero arresto del peggioramento delle condizioni climatiche”, afferma Tommaso Di Fazio. 

Il nuovo sistema energetico dovrà essere più inclusivo, sostenibile, economico, equo e sicuro. Per raggiungere quest'obiettivo, secondo il Comitato CESE, i PNEC devono adottare un approccio antropocentrico alla transizione energetica, nel cui ambito le decisioni sulle sfide globali legate all'energia e al clima siano basate sul consenso sociale ma anche sulla creazione di valore per le imprese e la società nel suo complesso. In nessun caso questo dovrebbe mettere a repentaglio il triangolo energetico formato da: sicurezza e accesso; sostenibilità ambientale e sociale; sviluppo economico e crescita competitiva. In particolare i PNEC, raccomanda il CESE, dovranno contenere piani precisi sulle modalità e sui tempi per la riconversione dei vasti comparti produttivi che saranno dismessi durante la transizione verso la neutralità climatica, e ogni misura e provvedimento per l’accompagnamento dei lavoratori di quei comparti verso nuove attività, senza lasciare indietro nessuno. Il contributo dei Comitati Economici e Sociali europei, quali il CNEL, è stato specificamente richiesto dalla Commissione Europea per ottenere il necessario consenso sociale. 

Per dare un’accelerazione alla diffusione della cultura della sostenibilità è fondamentale, sostiene il CESE, “Sensibilizzare i cittadini alla questione della sostenibilità, segnatamente fin dai primi anni di vita, affinché siano tutti ugualmente persuasi della sua importanza”.

Scarica il Parere approvato dall'Assemblea del CESE (in italiano)

Scarica la Comunicazione della Commissione europea