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PAGNONCELLI: “IL CODICE DELLA STRADA METAFORA DELLE CONTRADDIZIONI DEGLI ITALIANI”

PAGNONCELLI: “IL CODICE DELLA STRADA METAFORA DELLE CONTRADDIZIONI DEGLI ITALIANI”

25 novembre 2019

Il Codice della Strada rappresenta una delle metafore che più rappresenta le contraddizioni degli italiani, perché se da un lato sì è abbastanza severi nello stigmatizzare i comportamenti che molto spesso sono disdicevoli sulla strada, dall'altro c'è una forma di autoindulgenza quando siamo noi stessi a non rispettare le regole sulla sicurezza stradale”. Nando Pagnoncelli, Presidente di Ipsos Italia, analista e opinion leader, ma soprattutto volto noto ai telespettatori italiani, interviene sul tema della sicurezza stradale e la necessità di accelerare la riforma del Codice della Strada su cui il Cnel ha avviato una consultazione pubblica. Pagnoncelli, grazie al suo osservatorio privilegiato di ricercatore sociale, e ai tanti dati in suo possesso, prova a spiegare il significato della sua affermazione.

Il doppiopesismo che utilizziamo sul Codice della strada rinvia non tanto ad un senso civico e un senso della legalità un po' all'italiana, ma alle tante contraddizioni e ambivalenze che i cittadini esprimono a seguito di quella che possiamo definire una sorta di frammentazione identitaria.  Intendo dire che molto spesso le stesse persone recitano ruoli diversi in contesti diversi. Allora sulla strada ci ritroviamo la stessa persona che a seconda che sia in bicicletta, vada in auto o sia un pedone esprime esigenze diverse e comportamenti diversi, spesso contraddittori”.

Insomma per Pagnoncelli il vero problema non è sulle regole, le norme, che comunque vanno adeguate, ma è culturale, come ha sostenuto anche il CNEL in una recente audizione: quello della sicurezza stradale è un tema su cui è necessario fare molte campagne di educazione e comunicazione.

Facciamo un esempio: quello del ciclista. La bicicletta è un mezzo ecologico il cui uso è sostenuto da un consenso rilevantissimo. Eppure molto spesso gli stessi ciclisti adottano comportamenti non del tutto virtuosi nel rispetto del Codice della Strada. Quante volte vediamo ciclisti che passano con il semaforo rosso oppure invadono i marciapiedi o vanno in senso opposto al flusso veicolare. Queste sono le stesse persone che poi quando sono in auto hanno atteggiamenti, come dire, non del tutto coerenti rispetto a quelli che assumono quando sono in sella alla loro biciclette. Insomma quello che voglio dire è che spesso il Codice della strada rappresenta una sorta di zona franca dell'etica”. Pagnoncelli insiste sull'importanza dei comportamenti. “Questi comportamenti sono quelli che qualcuno ha definito come l’etica delle quattro frecce. Quando siamo sulla strada non pensiamo al contesto circostante. Vediamo sulle nostre strade automobilisti che decidono di fare qualsiasi cosa mettendo le quattro frecce: si fermano in doppia o terza fila quando vanno a prendere i figli a scuola o a fare commissioni; decidono di cambiar corsia improvvisamente o magari svoltano improvvisamente. Azionare le 4 frecce è come mettersi al riparo dalle conseguenze, mettersi a posto con la coscienza. Quello dei comportamenti è un tema su cui vale la pena riflettere, come ha fatto il CNEL, perché il Codice della strada è un elemento importante del civismo del nostro Paese”.

Il presidente di IPSOS Italia ritiene che la riforma del Codice della Strada è strategica per il Paese. 

Indubbiamente il Codice della Strada deve essere adeguato alle nuove tecnologie e alle nuove realtà che noi affrontiamo quotidianamente, quindi è molto importante che da un lato sia più aderente alla contemporaneità e dall'altro che ci sia un incessante opera di comunicazione di informazione al cittadino”.


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