L’Assemblea del CNEL ha approvato all’unanimità nella seduta odierna un Ordine del Giorno in materia di “Desertificazione della rete dei servizi alle famiglie e alle imprese nel territorio delle aree interne e dei piccoli comuni a partire dalle filiali bancarie”. L’OdG propone: la costituzione di Osservatori regionali sull’attività bancaria, dove attivare un confronto permanente tra tutti i soggetti coinvolti; l’istituzione di classifiche di sostenibilità delle banche correlate alla presenza fisica e/o alla realizzazione di programmi di educazione digitale della clientela; la valutazione di modelli che garantiscano servizi bancari di base presso i Comuni più piccoli, anche mediante la collaborazione tra pubblico e privato; il rafforzamento delle connessioni Internet; la promozione delle opportune interlocuzioni tra le organizzazioni rappresentative della grande distribuzione organizzata e quelle rappresentative del commercio di prossimità, per contrastare il depauperamento della rete dei servizi di vicinato.
BRUNETTA: SIAMO DI FRONTE A UNA SPIRALE PERVERSA
“L’Ordine del Giorno che il CNEL ha approvato oggi sulla desertificazione dei servizi – ha affermato il presidente Brunetta – nasce da un’attenzione specifica rivolta al segmento dei servizi bancari. Da lì abbiamo poi ampliato il campo d’osservazione, per abbracciare tutti i servizi. Perché siamo di fronte a una spirale perversa di fenomeni congiunti che portano al depauperamento complessivo dei territori e in particolare delle aree interne e delle zone periferiche. Basti pensare alla distribuzione commerciale, una dimensione così rilevante per le comunità locali, dove si stanno sempre più estinguendo i negozi di prossimità. Questi fenomeni vanno monitorati, ma non basta. Dobbiamo anche trovare le risposte adatte, che inevitabilmente vanno immaginate in un’ottica di comunità e quindi in coerenza con il ruolo dei corpi intermedi”.
PIRANI: SERVE APPROCCIO GLOBALE AL PROBLEMA
“Il tema della desertificazione bancaria – ha affermato il consigliere Paolo Pirani (Uil) – deve essere affrontato in un contesto che ricomprenda il più ampio ambito della desertificazione dei servizi sui territori e fenomeni quali lo spopolamento e il decadimento di intere aree del nostro Paese. Per questo serve una risposta globale, a tutto campo, affrontando anche i nodi critici del calo demografico e della deindustrializzazione. Dobbiamo trovare le giuste formule per aggregare le comunità esistenti. Di qui la nostra proposta del ‘patto di comunità’, in cui coinvolgere i Comuni interessati, le associazioni di categoria, gli abitanti e tutti i corpi intermedi. Uno strumento volto a garantire quella qualità dei servizi che consenta alla popolazione di rimanere insediata in un territorio, dotandola di infrastrutture, quali quella telematica, che spesso vengono a mancare. Penso anche alla possibilità di mantenere presso i Comuni un rapporto con le banche mediante la gestione degli uffici di cassa. Penso alle soluzioni di economia cooperativa, per garantire la presenza di tutti gli elementi che costituiscono un vivere civile”.
Nel dibattito che ha preceduto l’approvazione dell’Ordine del Giorno è intervenuto il consigliere Giuseppe Ghisolfi (Abi), che ha ricordato come le banche siano soggetti privati e ci sono quindi ragioni economiche di cui tener conto, anche a fronte del fenomeno dell’online, utilizzato da circa il 60% delle famiglie.
Il consigliere Massimo Giuntoli (Consiglio Nazionale Architetti PPC) ha poi sottolineato come il tema sia strettamente collegato a quello delle aree interne, su cui il CNEL è ugualmente al lavoro. “Vi è una connessione molto fore – ha detto – tra servizi primari pubblici e concetto di prossimità. Anche il servizio bancario se viene meno impatta pesantemente sulle aree interne”.
“Va rilanciato il tema della responsabilità sociale – ha affermato il consigliere Marco Menni (Confcooperative) – perché è vero che le banche sono private, ma sono comunque un servizio per la comunità e per le realtà periferiche”.
“In questo senso va valorizzata – ha dichiarato la consigliera Manola Cavallini (Cgil) – la normativa già esistente, come quella delle cooperative di comunità”.