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AL CNEL IL CONVEGNO IN MEMORIA DI MASSIMO D'ANTONA E UMBERTO ROMAGNOLI

AL CNEL IL CONVEGNO IN MEMORIA DI MASSIMO D'ANTONA E UMBERTO ROMAGNOLI

Brunetta: D’Antona e Romagnoli protagonisti di un riformismo pragmatico e maturo

19 maggio 2025

Si è svolto oggi presso la Plenaria Marco Biagi del CNEL il convegno “Una legge sulla rappresentatività sindacale e la contrattazione collettiva” in ricordo di Massimo D’Antona e Umberto Romagnoli, figure di spicco nel campo del diritto del lavoro e della rappresentanza sindacale in Italia. Il convegno è stato organizzato dalla CGIL, con il patrocinio del CNEL, in concomitanza dell’anniversario della morte del giuslavorista Massimo D’Antona, assassinato dalle Nuove Brigate Rosse il 20 maggio 1999.

In apertura dei lavori è intervenuto il presidente del CNEL Renato Brunetta. Hanno partecipato, inoltre, la consigliera del CNEL Manola Cavallini e il segretario generale della CGIL Maurizio Landini, che ha concluso il convegno.

D’ANTONA E ROMAGNOLI PROTAGONISTI DI UN RIFORMISMO PRAGMATICO E MATURO

“Ricordiamo oggi al CNEL - ha affermato Brunetta - due tra i più illustri esponenti del giuslavorismo italiano: Massimo D’Antona e Umberto Romagnoli. Due amici, con cui ho condiviso un pezzo importante della mia storia. Di D’Antona ricorre domani l’anniversario della scomparsa, dovuta alla cieca, ottusa, criminale follia del terrorismo. Romagnoli è invece venuto a mancare tre anni fa. Due tecnici prestati alle istituzioni. Due protagonisti di primo piano di un riformismo pragmatico e maturo, anche perché capace di mettere al centro della loro riflessione il dialogo con le istituzioni e il decisore politico. Celebrare una ricorrenza del passato pensando al futuro, discutendo in questo caso di una legge sulla rappresentatività sindacale e sulla contrattazione collettiva, è il modo migliore per onorare la memoria di Massimo D’Antona e di Umberto Romagnoli”.

IL TERRORISMO POLITICO HA DURAMENTE COLPITO I LAVORISTI ITALIANI DI UN’INTERA GENERAZIONE

“Onorare la memoria di Massimo D’Antona - e con lui le altre vittime di un terrorismo politico che ha duramente colpito i lavoristi italiani di un’intera generazione – significa parlare di lavoro non in chiave ideologica o puramente tecnica, ma in chiave riformista e progettuale. È solo coltivando le ragioni del riformismo e del dialogo - ha proseguito il presidente del CNEL - che possiamo cercare di dare un senso a una vicenda – quella del riformismo italiano e di uomini come Massimo D’Antona, Ezio Tarantelli, Marco Biagi – che porta con sé anche un ricordo doloroso e indelebilmente amaro, per il destino che è stato riservato a quelle preziose figure di raccordo tecnico-istituzionale che rendono concretamente praticabili, in termini di tessitura del dialogo e di terzietà dell’apporto consulenziale, riforme apparentemente impossibili”. 

IL SISTEMA DI RELAZIONI INDUSTRIALI ITALIANO È VIVO E FORTEMENTE STRUTTURATO

“Siamo tutti impegnati nella lotta al dumping contrattuale e alla frammentazione opportunistica della rappresentanza di interessi ma, grazie al Rapporto annuale del CNEL sul mercato del lavoro e la contrattazione collettiva abbiamo potuto documentare che il sistema di relazioni industriali italiano è vivo e fortemente strutturato. È vero che oltre 600 dei circa 1.000 contratti collettivi nazionali di lavoro depositati nell’Archivio nazionale dei contratti di lavoro sono sottoscritti da sigle minori non rappresentate al CNEL, ma il loro effettivo radicamento nel sistema di relazioni industriali è davvero minimo. Quasi il 97% dei lavoratori italiani del settore privato (nei settori dove è possibile il tracciamento) sono coperti da contratti collettivi di lavoro sottoscritti unitariamente da federazioni di categoria che appartengono a CGIL, CISL e UIL”, ha sottolineato.

CNEL RISORSA PREZIOSA PER GLI ATTORI SOCIALI E LA RAPPRESENTANZA

“Chi sottolinea la necessità di un percorso organico di attuazione delle previsioni costituzionali in materia di impresa e lavoro non dovrebbe sottovalutare il delicato ruolo istituzionale del CNEL, rispetto ai processi di democrazia politica e democrazia economica. Un CNEL che è una risorsa particolarmente preziosa proprio per gli attori sociali e la rappresentanza. Per questo l’impegno che porto avanti, insieme a tutti i componenti del CNEL, fin dall’inizio di questa Consiliatura è volto a un rinnovato protagonismo del Consiglio Nazionale dell’Economia e del lavoro”, ha così concluso Brunetta

CAVALLINI: SERVE LEGGE SU RAPPRESENTANZA PER DARE MAGGIORE CENTRALITÀ A CONTRATTAZIONE COLLETTIVA 

“Siamo qui al CNEL - ha sottolineato la consigliera Manola Cavallini - per ricordare due grandi giuslavoristi, Massimo D'Antona e Umberto Romagnoli, due personalità che hanno contribuito a garantire una differente visone del mondo del lavoro. Il 20 maggio ricorrono anche i 55 anni dello Statuto dei Lavoratori. Un anniversario per ricordare il sacrificio di lavoratrici e lavoratori che hanno combattuto per arginare le piaghe dello sfruttamento, della precarietà, della discriminazione. Piaghe che, seppure in forme diverse, sono ancora oggi presenti nel nostro mercato del lavoro. Lo vediamo quotidianamente, al di là delle narrazioni che si fanno. La CGIL ribadisce la necessità di una legge sulla rappresentatività sindacale, in grado di conferire ancora più centralità alla contrattazione collettiva. Stiamo effettuando un lavoro di certificazione sul peso delle organizzazioni sindacali ed è emerso che CGIL, CISL e UIL raggiungono oltre il 90% di rappresentatività per quanto concerne i contratti collettivi nazionali di lavoro. Ma questo non basta per arginare il fenomeno del dumping contrattuale". 

LANDINI: RECUPERARE CAPACITÀ DI RAPPRESENTANZA DEL MONDO DEL LAVORO

“Il tema fondamentale da cui partire - ha affermato il segretario generale Landini - è l’assunzione di una pratica democratica che permetta alle lavoratrici e ai lavoratori non solo di poter partecipare ma anche di poter decidere, soprattutto per quel che riguarda piattaforme e accordi. Tutti i lavoratori devono poter eleggere le loro rappresentanze sindacali sul luogo di lavoro. Ora non è così. Non abbiamo una legge sulla rappresentanza perché anni fa quando il sindacato era forte pensava non ce ne fosse bisogno e oggi lo stiamo pagando. Anzi, si è andati in direzione opposta, cioè in senso aziendalista e corporativo. L’obiettivo dell’azione sindacale è proprio recuperare una capacità di rappresentanza del mondo di lavoro e di riunificazione della rappresentanza, anche andando a una semplificazione dei contratti. La contrattazione deve essere una mediazione tra gli interessi dell’impresa e quelli del lavoratore, altrimenti perde di significato. Se il soggetto lavoro scompare, anche la contrattazione muore. I processi nei luoghi di lavoro hanno sempre anticipato i processi sociali. L'aumento della precarietà ha portato alla frammentazione dei processi lavorativi e ha ridotto la partecipazione democratica”. Lo ha affermato il Segretario generale della CGIL Maurizio Landini.

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