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14.10.2024 - Il Sole 24 Ore

14 OTTOBRE 2024


Il Sole 24 Ore


Una nuova cultura per la manutenzione. Al nostro Paese ora serve una nuova cultura della manutenzione. 

Giorno dopo giorno. senza clamore 


di Renato Brunetta


"Migliora l’istruzione, crescono l’emancipazione femminile e la sostenibilità ambientale, soffre la sanità, si rafforzano gli uffici pubblici, resta carente la cultura della manutenzione: è un quadro a luci e ombre quello offerto dalla Relazione annuale sulla qualità dei servizi erogati dalle pubbliche amministrazioni centrali e locali alle imprese e ai cittadini, che si presenta stamane al CNEL. Appuntamento di trasparenza e di valutazione, ulteriore tappa del percorso avviato con la legge 15/2009, durante il mio primo mandato come Ministro per la Pubblica Amministrazione e dell’Innovazione, che ha assegnato proprio al CNEL il compito di redigere questa Relazione.

L’edizione di questo anno, pur nella continuità, presenta diversi elementi di novità: in primo luogo un approccio maggiormente orientato alla valutazione dell’impatto sugli utenti finali, nel quadro degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030. Altro elemento di innovazione è la valorizzazione delle buone pratiche, con il premio del CNEL “Impatto PA”, basato su segnalazioni provenienti “dal basso”, per privilegiare la prospettiva dei cittadini, delle imprese e delle comunità che ogni giorno interagiscono con la macchina pubblica, frutto di una visione che promuove il dialogo costruttivo e collaborativo tra cittadini/imprese e Pubblica Amministrazione.

Ma veniamo al punto chiave: lo stato dei servizi pubblici oggi in Italia è duale e frastagliato. Alcuni indicatori di benessere riflettono miglioramenti, come l'aumento della speranza di vita (83,1 anni), un maggior numero di diplomati (65,5% nel 2023 rispetto al 63% del 2022) e una crescita della quota di laureati tra i giovani (25-34 anni). Anche il tasso di abbandono scolastico è in calo (-6 punti percentuali dal 2011 al 2021) e si riduce la platea dei NEET (dal 19% nel 2022 al 16,1% nel 2023). Le donne iscritte all’università superano la media europea (55,9% contro 54,2%) e aumenta il numero di docenti e rettrici donne, sebbene persistano significativi divari di genere.

Dal punto di vista ambientale, la percentuale di raccolta differenziata ha raggiunto una media del 65% a livello nazionale, con punte di eccellenza in molti Comuni, e il riciclaggio è salito al 49,2%.

La gestione delle risorse idriche mostra segnali positivi, con l'aumento degli investimenti per l’approvvigionamento idrico e una buona qualità delle acque balneabili (89% classificate come "eccellenti"). Anche la mobilità sostenibile è in crescita, con l'espansione delle piste ciclabili e un incremento della conversione della mobilità privata verso l'elettrico.

Non mancano, tuttavia, le lacune. Le risorse finanziarie dedicate agli obiettivi di sostenibilità dell'Agenda ONU 2030 sono spesso inferiori alla media europea, soprattutto nel settore della sanità, dove, nonostante la spesa pubblica sia aumentata dal 2020, rimane tra le più basse d'Europa. Di conseguenza, la spesa privata dei cittadini è cresciuta del 5% nell'ultimo anno, a fronte di liste d’attesa per i servizi pubblici spesso insostenibili. Anche la spesa per l'istruzione rimane inferiore rispetto a quella dei principali paesi avanzati.

Va detto, e la Relazione lo fa in modo chiaro, che nel corso del 2023 si è ulteriormente consolidato il processo di irrobustimento delle amministrazioni pubbliche, avviato con intensità già nel 2022 grazie alle risorse del PNRR.

Ma è indispensabile, più che mai, un cambio di paradigma all’insegna di una rinnovata cultura della manutenzione. Una cultura rimossa o marginalizzata perché non si vede, non si annuncia e non genera consenso nell’immediato. Una cultura che, al contrario, dovrebbe acquisire centralità nel disegno delle politiche pubbliche, per il proprio valore sociale. Mi riferisco ai servizi infrastrutturali: scuole, strade, ospedali e anche ferrovie, di cui molto si è parlato proprio in questi giorni. Sei anni fa, il disastro del ponte Morandi ha ricordato a tutti noi, ancora una volta, come l’Italia abbia una storia nobilissima in termini di progettualità, ma non altrettanto dal punto di vista della manutenzione.

Ma c’è dell’altro. Parlare di cultura della manutenzione vuol dire investire nella rigenerazione urbana e nel recupero delle periferie. Per far questo è necessario superare la logica del breve periodo e del facile consenso. Occorre anche sfuggire alla contrapposizione polarizzante tra pubblico e privato e pensare, invece, a logiche di Public Private Partnership (PPP). Serve collaborazione, sincronia, corretta ripartizione dei ruoli. È necessario valorizzare i tanti “agenti della manutenzione”, che operano senza grande clamore, giorno dopo giorno, e a cui molto dobbiamo per il benessere collettivo. Penso alle molte reti presenti sul territorio, quelle note e quelle meno note, come la rete - spesso misconosciuta e abbandonata - dei consorzi di bonifica, che hanno contribuito a cambiare non solo la storia economica, ma anche la fisionomia territoriale del nostro Paese. Penso ancora alla potenziale cura manutentiva dei settori produttivi, che potrebbero svolgere in modo capillare le Camere di Commercio. Penso al ruolo che potrebbero avere le piattaforme digitali e l’AI, laddove la loro potenza di fuoco fosse indirizzata a favorire una strategia di prossimità e di benessere alle persone e ai territori.

È indispensabile lavorare uniti, con un ampio coinvolgimento della società civile, impegnata nel confronto su questioni d’interesse comune. E il CNEL, la casa dei copri intermedi, è una casa aperta. Soprattutto al futuro".