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BRUNETTA: PER SALVARE SETTORE AGRICOLO NON RITORNO AL PASSATO MA SGUARDO AL FUTURO

BRUNETTA: PER SALVARE SETTORE AGRICOLO NON RITORNO AL PASSATO MA SGUARDO AL FUTURO

A Villa Lubin il IV incontro internazionale del progetto Erasmus delle Società Civili Organizzate

27 giugno 2024

“L’agricoltura è la dimensione sociale del territorio. È un settore di eccellenza, che tiene insieme persone, tecnologia, accademia, cultura. Ma è un settore da sempre maltrattato. Un settore dove confluisce gran parte dell’immigrazione clandestina. Non deve essere così. Salvare l’agricoltura vuol dire salvare la storia ma anche il futuro del nostro Paese. Salvare l’agricoltura vuol dire non tornare al passato ma guardare al futuro. Così il settore agricolo può essere fattore primario di coesione sociale e di produttività”.

Così il presidente del CNEL Renato Brunetta al IV incontro internazionale del progetto Erasmus delle Società Civili Organizzate, incentrato sul tema dello sviluppo rurale e dello spopolamento delle campagne, organizzato oggi a Villa Lubin nel quadro del partenariato tra i Consigli Economico Sociali dei paesi europei.

L’incontro, che proseguirà anche domani 28 giugno, si svolge nel quadro del partenariato tra i Consigli Economico Sociali (CES) di Spagna, Francia, Bulgaria, Grecia, Malta, Irlanda, Italia, Portogallo, Romania oltre al Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE).

IL LAVORO IRREGOLARE AGGRAVA LO SPOPOLAMENTO DELLE CAMPAGNE, BASTA OPACITÀ

“Il progressivo spopolamento del mondo rurale – ha aggiunto il presidente Brunetta – è strettamente legato al peso del lavoro irregolare nel settore agroalimentare e quindi alla questione dei flussi migratori. Il lavoro nero innesca processi di degrado dei territori, di desertificazione dei servizi e di impoverimento sociale delle comunità. Per questo servono migrazioni regolate, inserite in percorsi di valorizzazione e di trasparenza ed è stata coraggiosa la premier Meloni nel presentare, i primi di giugno, un esposto alla Direzione Nazionale Antimafia su possibili infiltrazioni criminali nella gestione delle domande di ingresso dei lavoratori stranieri. Accanto ad un severo controllo di legalità servono flussi che prevedano formazione e selezione all’origine, secondo la logica della bilateralità. Basta opacità. Su questo fronte il contributo dei corpi intermedi è fondamentale”.

MORTE SINGH: BENE MELONI A LANCIARE GRIDO DI VERGOGNA SU CAPORALATO

“L’atroce vicenda di Satnam Singh, il bracciante indiano morto dopo un incidente sul lavoro in un’azienda agricola a Latina, è una storia sconvolgente e drammatica, che scuote le coscienze. È una storia – ha affermato Brunetta – da cui emerge un quadro desolante di sfruttamento e arbitrarietà, violazione delle norme sulla sicurezza, mancanza di vigilanza. Bene ha fatto il presidente Meloni a lanciare un grido di vergogna e a rinnovare l’impegno del governo nel combattere la sciagura del caporalato, un fenomeno non solo umanamente deprecabile, ma che altera la dinamica tra domanda e offerta di lavoro e impatta sull’efficienza complessiva dei mercati del lavoro”.

SERVONO I CORPI INTERMEDI PER AFFRONTARE LE GRANDI TRANSIZIONI

“Assistiamo – ha proseguito il presidente del CNEL – da un decennio a uno svuotamento della rappresentanza e a una progressiva marginalizzazione dei corpi intermedi. Una progressiva disintermediazione volta cancellare i corpi intermedi, i sindacati dei lavoratori e dei datori di lavoro, il terzo settore. Cancellare le reti di coesione dei tessuti locali, di cui il CNEL è il luogo di rappresentanza. I risultati li stiamo vedendo. I cambiamenti innescati dalle grandi transizioni digitale, ambientale e demografica devono essere gestiti e per questo il ruolo dei corpi intermedi è fondamentale. Serve densità sociale. Servono luoghi e momenti in cui possa essere recuperata una visione d’insieme dei profondi cambiamenti in corso e possano avere voce e confrontarsi i segmenti sempre più articolati delle istituzioni, dell’economia e della società. Servono i corpi intermedi e le reti sociali”.


Ai lavori della prima giornata ha preso parte anche Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.


LOLLOBRIGIDA: AGRICOLTURA ELEMENTO CHIAVE PER TUTELA AMBIENTE E TERRITORIO

“Il governo ha fatto sua un’idea – ha dichiarato il Ministro Lollobrigida – che in Europa si sta diffondendo anche in altri governi. L’idea che occorra tutelare il nostro modello di produzione e il nostro modello di consumo. Riteniamo anche che l’agricoltura non sia solo luogo di produzione di cibo, ma anche elemento chiave per la tutela dell'ambiente e del territorio. L'Italia ha una lunga storia culturale e anche normativa che vede l'agricoltura come argine per i fenomeni che rendono il territorio difficilmente abitabile o soggetto a eventi ambientali critici. Senza agricoltura il territorio è devastato. Questo concetto fa parte anche della storia dell'Unione Europe sin dalle sue origini, sin dai trattati di Roma. I padri fondatori dell'UE erano ben consapevoli della centralità dell'agricoltura, perché il rischio dello spopolamento era davanti ai loro occhi. Quando fu varata, la PAC era orientata a garantire reddito agli agricoltori, ma nel tempo questo concetto si è tramutato in altro. Il principio della salvaguardia ambientale deve avere una sufficiente correlazione con il principio della sostenibilità economica. Per questo riteniamo necessaria una revisione della PAC e un cambio di prospettiva per rilanciare il settore”.

TRIPODI: UE INVESTA DI PIÙ SU RILANCIO DELLE AREEE RURALI

“Le zone rurali costituiscono oltre l’80% del territorio dell'Unione europea e rappresentano un tessuto sociale forte e coeso. Ma dobbiamo fare molta attenzione al declino demografico di queste aree. È necessario creare opportunità di lavoro, garantendo un futuro sostenibile ai giovani. Per contrastare lo spopolamento delle campagne, che nel nostro Paese riguarda soprattutto il Mezzogiorno, va anche ridotto il gap digitale. E va introdotto un reddito equo per gli agricoltori. Occorre che l'Unione Europea destini maggiori risorse del suo bilancio al rilancio delle aree rurali”. Così Maria Tripodi, Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale.

SCHMIDT: PER RIPOPOLARE CAMPAGNE INVESTIRE NELLE INFRASTRUTTURE

“Per ripopolare le aree rurali - ha affermato Peter Schmidt, presidente della Sezione Agricoltura, Sviluppo Rurale, Ambiente del CESE - è molto importante investire nelle infrastrutture. Chi vive nelle aree rurali deve potersi recare in città per usufruire di servizi essenziali. Se questo non è possibile o è difficoltoso allora diventa complicato costruire la comunità sociale necessaria per il ripopolamento. Dobbiamo anche rendere i lavoratori delle aree rurali partecipi del progetto europeo, perché l’Europa è il futuro”.

RISSO: AREE RURALI SIANO BENE COLLETTIVO

“Sullo spopolamento delle aree rurali è determinante fare rete, provando a individuare delle soluzioni condivise. È necessario sviluppare una cultura della programmazione, che ci consenta di conservare la biodiversità, di investire sulla manutenzione, di preservare il suolo, di prendersi cura dei boschi. Programmare vuol dire mantenere attive le comunità rurali, in modo tale che diventino un bene di interesse collettivo, un bene pubblico comune. Dobbiamo rendere alle famiglie attraente il ritorno nelle aree interne, nelle campagne. Dobbiamo individuare nuove strategie di sviluppo. Il CNEL può avere un ruolo importante, per favorire il dialogo in un’ottica pattizia”. Così il vicepresidente del CNEL Claudio Risso.

REALE: AGRICOLTURA E AGRICOLTORI SONO LA SOLUZIONE E NON IL PROBLEMA

“Le aree rurali sono al centro dell’attenzione dell’Osservatorio dello Sviluppo Sostenibile. Riteniamo che sia vitale promuovere le attività della società civile. Siamo anche consapevoli che è fondamentale mantenere un approccio pragmatico ed equilibrato. Lo sviluppo sostenibile e l’economia reale devono andare di pari passo, perché non possiamo vivere in un mondo dei sogni. Voglio poi ricordare un aspetto essenziale: agricoltura e agricoltori sono la soluzione e non il problema”. È quanto ha affermato Maurizio Reale, consigliere CESE, presidente dell’Osservatorio dello Sviluppo Sostenibile.

BELTRAN: POLITICHE TRASVERSALI E PROGETTI DI MEDIO LUNGO-PERIODO

“Il Ces di Spagna ha posto da sempre al centro della propria attività la valorizzazione delle aree rurali. Il governo spagnolo ci coinvolge, chiedendo il nostro contributo sul tema attraverso relazioni annuali. Durante la pandemia le campagne si sono ripopolate ma solo temporaneamente. Un vero ripopolamento può avvenire solo attraverso la creazione di nuovo posti di lavoro. Ma se non avremo servizi, questa prospettiva diventa irrealizzabile. Urgono, dunque, politiche europee trasversali capaci di produrre progetti funzionali nel medio-lungo periodo. Lo ha affermato Ana Beltrán, componente del ces di Spagna e coordinatrice del Gruppo Datori di Lavoro.

SHUKADAROVA: INVESTIRE NEI GIOVANI PER RENDERE LE AREE RURALI COMPETITIVE

 “Vi è un forte divario – ha affermato Natalia Shukadarova, membro del CES di Bulgaria – tra aree rurali e aree urbane, soprattutto in termini di servizi di base, su tutti la sanità e l’educazione. Per affrontare queste criticità e per promuovere lo sviluppo rurale il cambiamento deve partire dal basso verso l’alto. Ma servono a tempo stesso politiche pubbliche capaci di passare dal livello nazionale al livello europeo. Dobbiamo rendere competitive le aree rural, anche tramite incentivi per i giovani imprenditori, prestiti senza interessi e allocazione di terreni pubblici”.

STOEV: NECESSARIO INTERVENIRE SULLA DECARBONIZZAZIONE

“Uno dei problemi principali per l’agricoltura – ha affermato Georgi Stoev, membro del CES di Bulgaria – è il cambiamento climatico, che innesca una serie di effetti anche in altri ambiti, ad esempio anche dal punto di vista dei flussi migratori. Per affrontare il fenomeno della desertificazione delle aree rurali è quindi importante investire nella decarbonizzazione. Dobbiamo puntare a una riduzione delle emissioni nell’agroalimentare, anche per garantire la sicurezza degli alimenti e la salute dei consumatori”.

TORDEUX-BITKER: PIÙ DIGITALE PER RIDURRE GAP TRA ZONE URBANE E RURALI

"Abbiamo il dovere di occuparci di due temi strettamente connessi allo spopolamento delle campagne: l'accesso al digitale e l'attrattività dei territori. Solo così possiamo garantire processi di inclusione sociale. Come Ces di Francia siamo al lavoro per arginare l’analfabetismo digitale presente soprattutto nelle zone periferiche del Paese. Lo stiamo facendo ipotizzando progetti di sviluppo che rendano partecipi i cittadini. Le campagne diventano attrattive solo se ci sono servizi efficienti. Dobbiamo capire come utilizzare al meglio le risorse europee a nostra disposizione, dando rilevanza allo sviluppo delle campagne, patrimonio essenziale dei nostri territori, in cui si realizza perfettamente il connubio tra tradizione e innovazione". Così Marianne Tordeux-Bitker, componente del Cese di Francia.

FERNANDES: GARANTIRE GIUSTA RETRIBUZIONE DI CHI LAVORA IN ZONE RURALI

“È necessario garantire una giusta retribuzione di chi lavora nelle zone rurali, che sono fondamentali per lo sviluppo sociale dei paesi europei. Dobbiamo anche tener presente che gli effetti della transizione tecnologica e del cambiamento climatico producono su queste aree effetti molto rilevanti, oltre ad essere fattori che possono concorrere a un aumento delle diseguaglianze, in diversi paesi europei, primo su tutti il Portogallo”. Queste le parole di Fernandes, membro del CES portoghese.


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