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CONVEGNO CNEL SU IMPRESE SEQUESTRATE

CONVEGNO CNEL SU IMPRESE SEQUESTRATE

Oggi a Villa Lubin con il ministro Adolfo Urso

07 aprile 2025

Si è tenuto oggi a Villa Lubin il convegno “Imprese sequestrate e confiscate: verso una strategia integrata di intervento”, organizzato a valle di un ampio lavoro istruttorio svolto dal Forum Imprese e Legalità del CNEL.

L’evento è stato aperto dal presidente Renato Brunetta e dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.

Alle spalle dell’iniziativa c’è una lunga storia di attenzione del CNEL sul tema. Negli anni ’90 le indicazioni del Consiglio, infatti, furono largamente recepite dalla legge 109/1996 sull’uso sociale dei beni sequestrati e confiscati.

L’obiettivo prioritario rimane anche oggi quello di valorizzare le aziende provenienti dal circuito criminale e riconnetterle al tessuto socio-economico dei territori.

 

BRUNETTA: CNEL AL LAVORO PER DISEGNO DI LEGGE SU IMPRESE E BENI AZIENDALI SEQUESTRATI ALLA CRIMINALITÀ

“Il CNEL da oltre trent’anni – ha dichiarato il presidente Renato Brunetta – è impegnato sul tema dei beni e delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata. Risale infatti al 1993 il primo contributo del CNEL sull’utilizzo sociale dei beni confiscati. Contributo che fu poi enucleato nella legge 109 del 1996. A fronte di tale importante retroterra, in questa nuova Consiliatura abbiamo voluto istituire il ‘Forum Imprese e Legalità’, nel cui ambito sono state individuate tutta una serie di criticità e anche di prospettive, per tutelare le imprese confiscate, salvaguardare l’occupazione e promuovere la legalità. Il Forum è ora al lavoro per redigere un disegno di legge entro il mese di giugno. È una missione portata avanti nella consapevolezza che questo settore necessità di un’assoluta trasparenza, di accountability, di efficienza e al tempo stesso di una piena partecipazione dei corpi intermedi. Questa è la chiave fondamentale”.

 

L’impegno del CNEL in questo ambito è ora rafforzato dall’accordo siglato con l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT).

  • Per l’accordo vedi qui.

 

BRUNETTA: IMPORTANTE ACCORDO SIGLATO DA CNEL, MIMIT E AGENZIA BENI SEQUESTRATI E CONFISCATI ALLA CRIMINALITÀ

“Nell’ottica – ha affermato il presidente Brunetta – della piena collaborazione istituzionale, abbiamo firmato un accordo tra CNEL, l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), volto a rendere più efficace il recupero e la valorizzazione delle imprese e dei beni aziendali sequestrati e confiscati. Un impegno che si realizzerà anche attraverso il coinvolgimento delle parti sociali, degli enti territoriali e del sistema produttivo. L’obiettivo è quello di restituire beni e imprese confiscati al tessuto economico e sociale, favorendo occupazione e inclusione, e coltivando l’educazione alla legalità per contrastare in modo strutturale le infiltrazioni criminali”.

 

URSO: ACCORDO CON CNEL E ANBSC APRE NUOVA STRADA SU BENI CONFISCATI

“L’accordo che abbiamo siglato con il CNEL e l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata – ha dichiarato il ministro Urso – segna un cambio di paradigma importante. Noi come sempre vogliamo trasformare un elemento di crisi in un’opportunità di sviluppo. Questo accordo segna una svolta, apre nuova strada. Ci consente di rafforzare e intervenire in maniera sistemica sulla gestione dei beni sottratti alle mafie attraverso criteri di trasparenza e di sostenibilità economica. Su questo è essenziale la piena cooperazione tra le istituzioni e tra i diversi livelli di governo. Il nostro obiettivo è di rilanciare economicamente i beni sottratti alla criminalità, restituendoli alla collettività. Il bene sequestrato deve poter diventare un valore per tutti e reinserirsi nel tessuto produttivo del Paese”.

 

TURCHI: INTESA INTERISTITUZIONALE SPECIFICA CON PIÙ FORZA CENTRALITÀ AGENZIA

"L'accordo siglato con il CNEL e il MIMIT – ha sottolineato Mariarosa Turchi, direttore generale di ANBSC – ribadisce la centralità dell'Agenzia e ci dà l'opportunità di specificare con più forza la nostra attività. È un accordo innovativo per molti profili, innanzitutto perché interviene con un taglio operativo ed estremamente pratico. Il coinvolgimento del Ministero delle Imprese e del Made in Italy è un importante elemento di novità. Molte aziende sottoposte a sequestro spesso non trovano destinazione e per questo il ruolo del MIMIT sarà fondamentale. L'80% dei beni che arrivano in gestione all’Agenzia non sono sempre coerenti con un loro possibile riuso. Ed hanno caratteristiche molto diverse e peculiari, che richiedono interventi complessi e un taglio specialistico. La triangolazione tra CNEL, ANBSC e MIMIT quindi non può che essere accolta con estrema positività".

L’evento di oggi a Villa Lubin è poi proseguito con gli interventi dei diversi relatori.

 

MARCELLI: VALORIZZARE RUOLO IMPRESE COME VETTORE DI LEGALITÀ

“I beni confiscati hanno raggiunto un numero importante, contribuendo a rendere la materia complessa e delicata, per i tanti interessi in gioco.  Il CNEL, grazie all’attività del Forum imprese e legalità, svolge il ruolo di facilitatore tra i molteplici attori coinvolti. Attraverso l’attività del Forum vogliamo valorizzare il ruolo delle imprese come vettore della legalità e combattere le infiltrazioni criminali. La finalità è la promozione sociale dei beni confiscati, che devono ritornare in mano alla comunità. Un aspetto particolarmente critico è legato al vero e proprio ‘shock di legalità’, successivamente alla confisca, dovuto alla perdita degli asset criminali, ai maggiori oneri, alla burocrazia. Il nostro obiettivo è anche quello di offrire un supporto, creando best practices che possano aiutare concretamente le aziende.” Così il consigliere CNEL Tulio Marcelli, coordinatore Forum imprese e legalità.


GAMBERINI: IL RIUSO SOCIALE PUÒ REALIZZARSI ANCHE ATTRAVERSO ATTIVITÀ PRODUTTIVE

“Legacoop in questi anni ha maturato un’esperienza significativa nella gestione dei beni sequestrati e in particolare delle imprese. Abbiamo costruito un percorso che coinvolge 100 cooperative. Ciò dimostra che il riuso sociale può realizzarsi anche attraverso attività produttive e in tal senso lo strumento cooperativo veste in modo sartoriale le finalità indicate dalla normativa di settore. Questo perché la cooperativa mette al centro le persone e la funzione sociale delle attività. C’è anche un impegno per ricomprendere interventi per l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate. Per noi è centrale il coinvolgimento e la salvaguardia dei lavoratori, da realizzare in stretta sinergia con i sindacati e con i territori. È quindi molto utile condividere un approccio in tema di riuso. Fondamentale anche valorizzare il ruolo dei corpi intermedi in questo settore”. È quanto ha affermato il consigliere CNEL Simone Gamberini, presidente nazionale Legacoop.

 

GHIGLIONE: SERVE IMPEGNO DELLO STATO, DEL MONDO DEL LAVORO, DELLA SOCIETÀ CIVILE

È poi intervenuta Lara Ghiglione, segretaria confederale CGIL nazionale, che ha espresso alcune valutazioni critiche in merito all'accordo tra CNEL, MIMIT e ANBSC. La Ghiglione ha anche sottolineato le difficoltà nel lavoro di contrasto alla mafia dovute alla sua capacità di adeguarsi al sistema economico e sociale, inseguendo investimenti e finanziamenti su tutto il territorio nazionale. "Anche per questo - ha detto - serve un impegno comune dello Stato, del mondo del lavoro, della società civile. Secondo l'ANBSC risultano più di 4.000 aziende confiscate, principalmente nei settori economici quali edilizia, trasporti, servizi ma anche nel comparto delle energie rinnovabili. Come CGIL vogliamo inoltre sottolineare che la lotta alle mafie è anche una battaglia per il lavoro dignitoso, rendendo le imprese pulite e sostenibili. Abbiamo apprezzato molto il lavoro svolto dal CNEL, convogliato nel Quaderno presentato oggi. Ci permetterà di migliorare le prassi e le norme in questo settore.” 

 

PALISI: IMPORTANTE SUPPORTO DELLE BANCHE ALLE IMPRESE CONFISCATE

“ABI ha direttamente contribuito ai lavori del Forum imprese e legalità del CNEL, impegnato nell’analisi delle problematiche relative all'attuale normativa dei beni confiscati. Condividiamo, in particolare, un punto fondamentale, evidenziato anche qui oggi: solo l'azione sinergica di tutti gli attori coinvolti può evitare il depauperamento degli asset aziendali dei beni confiscati. Già precedentemente l’ABI ha messo in campo strategie in linea con quelle proposte dal CNEL, dando nuova linfa alla lotta alla criminalità organizzata. Sono iniziative di supporto alle imprese confiscate, attraverso l'adozione e l'implementazione di protocolli. Questo impegno è stato dirimente nella prosecuzione delle attività economiche dei beni confiscati”. Lo ha sottolineato Francesca Palisi, responsabile consulenza legale e tributaria ABI.

 

PALLUCCHI: NECESSARIO COINVOLGERE I TERRITORI

"I beni sequestrati e confiscati alle mafie vanno valorizzati conferendo loro una dimensione sociale e solidale. Nella restituzione del bene deve dunque emergere un impatto sociale ed economico significativo per la collettività. La normativa prevede una fase di coprogrammazione e coprogettazione molto articolata, alla quale seguono spesso risposte e soluzioni complesse. La coprogrammazione è fondamentale, perché consente di coinvolgere la dimensione territoriale, a partire dai comuni fino ad arrivare alle parti sociali. Una destinazione virtuosa del bene confiscato si realizza solo attraverso la predisposizione di tavoli di lavoro territoriali. Se viene meno questo processo, la messa a terra del bene e la sua rigenerazione perde valore". Così Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum nazionale Terzo Settore.

 

TRIPOLI: NECESSARIO INVESTIRE SULLE COMPETENZE MANAGERIALI

“L'argomento trattato oggi è centrale per lo sviluppo economico del nostro Paese. Il punto essenziale della confisca delle aziende è creare un danno economico e patrimoniale alle mafie. Ma al tempo stesso è anche un'occasione per dimostrare che la società civile è migliore delle mafie nella gestione delle risorse sociali ed economiche. Bene quindi il disegno di legge che il CNEL intende predisporre e che sarà presentato nei prossimi mesi. È molto importante rafforzare le attività di controllo svolte sul territorio e la sinergia delle istituzioni. È anche fondamentale capire cosa succede realmente nelle aziende confiscate e risolvere le problematiche presenti, supportando l'azienda, che altrimenti rischia di rimanere isolata. Gestire queste imprese è comunque un lavoro complesso ed è quindi necessario investire sulle competenze manageriali”. È quanto ha dichiarato Giuseppe Tripoli, Segretario generale Unioncamere.

Durante il convegno che si è tenuto oggi a Villa Lubin è stato anche presentato il Quaderno CNEL “I beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata: criticità e proposte”.

  • Per il Quaderno clicca qui.

 

QUADERNO CNEL SU BENI CONFISCATI: PROCEDURE ANCORA POCO EFFICACI

Sebbene interessate negli anni da molteplici interventi normativi e regolamentari, le procedure vigenti – sottolinea il CNEL – risultano tuttora poco efficaci, considerato il numero considerevole di beni che restano inutilizzati e l’altissimo tasso di mortalità delle aziende sequestrate e confiscate. In Italia il numero di aziende e beni sottratti alla criminalità organizzata ha raggiunto dimensioni considerevoli, ma l’eccessiva durata dei procedimenti determina conseguenze spesso esiziali per le aziende che, a causa dello ‘shock di legalità’ determinato dalla perdita degli asset criminali, sono destinate alla liquidazione nella maggior parte dei casi.

 

NEL 2023 DESTINATI 3.927 BENI IMMOBILI

Il Quaderno CNEL sui beni confiscati, oltre a illustrare l’evoluzione normativa e il quadro giuridico vigente in materia, riporta una selezione di dati quali-quantitativi tratti dall’ultima Relazione dell’ANBSC. Con riferimento al dato cumulato, al 31 dicembre 2023 risultavano destinati 23.658 beni immobili, per una distribuzione territoriale che vede le percentuali più alte in capo a Sicilia (38, 36%), Campania (16, 36%) e Calabria (14,36). L’81% risulta trasferito agli Enti territoriali (19.071), il 13% è stato mantenuto al patrimonio dello Stato (3.091) e solo il 2% destinato alla vendita (479). Il numero di beni destinati è in aumento. Nel corso del 2023 l’Agenzia ha destinato 3.927 beni immobili, facendo registrare un aumento del 34,03% rispetto al 2022 (2.928 beni immobili). I flussi del 2023 evidenziano una distribuzione che si articola in: 2.804 beni (71,40%) trasferiti agli Enti territoriali; 433 beni (11,03%) venduti; 426 beni (10,85%) mantenuti al patrimonio dello Stato; 253 beni (6,44%) assegnati al Terzo Settore; 11 beni (0,28%) reintegrati nel patrimonio aziendale. La finalizzazione prioritaria si conferma quella del riuso sociale dei beni da parte degli Enti locali presenti nei territori che maggiormente hanno subito gli effetti distorsivi della presenza criminale. Si tratta di 2.292 beni nel 2023, pari al 58,37%.

 

IL 95% DELLE AZIENDE DESTINATE VIENE LIQUIDATO

Per ciò che riguarda specificatamente le aziende, al 31 dicembre 2023 il numero di quelle definitivamente confiscate e destinate risulta essere pari a 2.172, distribuite prevalentemente nei due settori delle costruzioni (514) e del commercio (408). Nel solo 2023 vi sono state 319 destinazioni, rispetto alle 238 dell’anno precedente. Il dato relativo alla liquidazione delle aziende confiscate è pari al 95% ed è da attribuirsi alla mancanza di capacità patrimoniale autonoma, che è possibile rilevare fin dal momento del sequestro. Nel complesso risultano attive 130 aziende, di cui 46 in Sicilia, 40 nel Lazio e 25 in Campania. Il totale dei dipendenti nelle aziende attive è pari a 1.826 lavoratori.

 

AZIENDE IN GESTIONE ANBSC: 1.908 QUELLE CONFISCATE DEFINITIVAMENTE

Con riferimento al dato cumulato, le aziende in gestione dell’ANBSC al 31 dicembre 2023 sono 2.781 e di queste 1.908 in confisca definitiva, con prevalenza in Sicilia (594), Campania (369), Lazio (246), Calabria (196), Lombardia (162) e Puglia (95); a seguire le altre Regioni, con numeri molto più bassi. In valore assoluto, le aziende confiscate definitivamente risultano ascrivibili in maggior numero ai settori, ancora una volta, delle costruzioni (472) e del commercio (361). Con riferimento alla natura giuridica, le aziende in confisca definitiva sono costituite in gran parte da Società a responsabilità limitata (1.119).

 

NEL 2024 MANIFESTAZIONI DI INTERESSE PER 449 BENI, PARI A UN VALORE DI CIRCA 35 MILIONI DI EURO

A seguito della confisca definitiva dei beni, l’ANBSC procede alla loro profilazione, finalizzata a distinguere tra quelli che presentano criticità tali da determinarne la non immediata destinabilità e quelli che invece sono da considerare destinabili. Nel corso dei due cicli di conferenze di servizi cui l’ANBSC ha fatto ricorso nel 2023 sono stati portati all’attenzione dei possibili destinatari 2.849 beni, 1.914 dei quali sono stati assegnati, mettendo a segno un tasso di “finalizzazione” pari al 67,18%. Le conferenze di servizi svolte nel 2024 hanno visto la chiusura di manifestazioni di interesse per 449 dei 710 beni proposti, pari a un valore complessivo di circa 35 milioni di euro.

 

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