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COMUNICATO STAMPA N.135 DEL 28 MAGGIO 2025 - ASSEMBLEA CNEL 28 MAGGIO 2025

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A NEW BRETTON WOODS FOR A NEW WORLD

A NEW BRETTON WOODS FOR A NEW WORLD

Al CNEL presentazione del libro di Tria e Arcelli

12 maggio 2025

Presentato al CNEL il libro “A new Bretton Woods for a new world: reflections on the future 80 years after the Bretton Woods conference”, di Giovanni Tria e Angelo Federico Arcelli.
Il volume esamina l’evoluzione del ruolo del dollaro statunitense come valuta globale dopo la Conferenza di Bretton Woods del 1944, interrogandosi sulla necessità di un nuovo sistema monetario nel mondo di oggi in continuo cambiamento. 

In apertura dei lavori è intervenuto il presidente del CNEL Renato Brunetta. Oltre agli autori, hanno preso parte alla tavola rotonda: Pier Carlo Padoan, presidente Unicredit; Luigi Paganetto, professore Emerito di economia politica presso l'Università di Roma Tor Vergata; Paolo Savona, presidente Consob. Ha moderato il dibattito Federico Fubini, giornalista del Corriere della Sera.

BRUNETTA: LA STRATEGIA ISOLAZIONISTA DEGLI USA È INCOMPRENSIBILE
“Parlare di una nuova Bretton Wood – ha affermato Renato Brunetta – non potrebbe essere più attuale, nel momento in cui assistiamo al venir meno dell’egemonia del dollaro. Una crisi, quella della moneta di riserva, accelerata dal presidente degli Stati Uniti con le sue strategie sui dazi. Pensare di risolvere gli squilibri commerciali degli Usa con il resto del mondo aumentando unilateralmente i dazi e con l’isolazionismo è francamente incomprensibile. Non è razionale. Per non parlare dell’idea di acquisire nuovi territori. Gli squilibri degli Usa sono totalmente endogeni, perché gli Stati Uniti vivono al di sopra delle loro possibilità. Poteva andar bene quando il dollaro era la moneta egemone, ma ora che tale egemonia è messa in discussione non funziona più. E si pone il tema di una nuova Bretton Woods”.

TRIA: L’AUSPICIO È CHE SI TROVI UN NUOVO ACCORDO GLOBALE
“Dietro ‘la guerra dei dazi’ aperta dalla nuova amministrazione americana – ha sottolineato Giovanni Tria – vi sono lo squilibrio del saldo commerciale degli Stati Uniti e la necessità di porre sotto controllo la dinamica del loro debito interno ed esterno. La correzione di questi squilibri pone l’economia globale di fronte ad un interrogativo: è il ruolo del dollaro come moneta internazionale, cioè mezzo di scambio e riserva di valore internazionale, la vera fonte di instabilità globale? In altri termini, è possibile riequilibrare gli scambi internazionali senza un aggiustamento del valore del dollaro e una riduzione della sua domanda come ‘safe asset’ globale? I negoziati sui dazi, che tutti auspicano, sono condizionati proprio dai primi segnali di indebolimento di questa fiducia. Il volume ‘A New Bretton Woods for a New World’, pubblicato solo un mese prima delle elezioni in Usa, che hanno portato alla svolta della politica commerciale americana, con ricadute sull’ordine economico globale, affronta questi temi centrali e pone domande a cui oggi, prima del previsto, i leader del mondo sono chiamati a rispondere. L’auspicio è che si trovi la volontà politica per avviare un percorso per un nuovo accordo globale che ridisegni, 80 anni dopo l’accordo di Bretton Woods, le regole di governo degli scambi internazionali, in una nuova era pacifica di globalizzazione”. 

SAVONA: RENDERE L’EURO UNA VERA MONETA DI RISERVA GLOBALE
"L’accordo di Bretton Woods – ha dichiarato Paolo Savona – aveva il suo fulcro nel rapporto di cambio, stabilendo un equilibrio finanziario globale basato sul dollaro. Come disse John Connally nel 1971: ‘Il dollaro è la nostra valuta, ma è un vostro problema’. Tuttavia, quando la situazione si è ribaltata e il resto del mondo ha iniziato a vendere dollari per acquistare oro, gli Stati Uniti hanno reagito in modo drastico, aprendo la strada alle criptovalute come nuova forma di pagamento. Questa trasformazione impone una riflessione urgente per l’Europa. La gestione del rapporto di cambio è affidata alla Commissione Europea, ma è necessario attribuire alla BCE un controllo totale in materia. È poi fondamentale, per rafforzare la posizione dell’Europa nel contesto internazionale, lavorare a un accordo intraeuropeo che consenta all’euro di diventare una vera moneta di riserva globale”.

PADOAN: IL SISTEMA DI BRETTON WOODS È FINITO, ORA BISOGNA COSTRUIRNE UN ALTRO
“Siamo in una situazione di crisi del sistema internazionale? La mia risposta è sì. Bretton Woods – ha affermato Pier Carlo Padoan – è un sistema economico e politico che si basava su alcuni pilastri: un meccanismo di crescita legato alla liberalizzazione commerciale tra Usa e Unione europea; il protagonismo finanziario del dollaro; la garanzia di sicurezza da parte degli Stati Uniti; una governance basata sull’egemonia degli Stati Uniti, che sostenevano la maggior parte dei costi del mantenimento del sistema. Oggi tutti questi pilastri sono messi in discussione. Gli USA hanno dichiarato di non voler più provvedere alla sicurezza degli alleati gratuitamente. Il merito del libro di Tria e Arcelli è quindi di sottolineare la fine del ciclo di Bretton Woods. Ora bisogna cominciarne un altro, che tenga conto della stabilità finanziaria globale, che dia garanzie di sicurezza e che fornisca una nuova governance globale".

ARCELLI: L’OCCIDENTE DEVE CERCARE DI MANTENERE CENTRALITÀ
“Siamo alla fine di un ciclo – ha spiegato Angelo Federico Arcelli – in cui si poteva contare su una serie di certezze che ora non sussistono più. La tesi del nostro libro, in questo contesto, è che bisogna creare le condizioni per mantenere la centralità dell'Occidente, nonostante il nuovo assetto geopolitico meno favorevole. È fondamentale che l'Unione europea trovi forme e modi per tornare a dialogare e a cooperare con gli Stati Uniti. Va comunque considerato che, nel momento in cui il dollaro viene meno, devono emergere altre valute alternative. Per questo l'euro potrebbe giocare un ruolo centrale”.

PAGANETTO: NUOVA BRETTON WOODS NECESSARIA MA RICHIEDERÀ TEMPO
“La creazione di un nuovo sistema Bretton Woods, come raccontano bene Tria e Arcelli nel loro libro, è auspicabile ma richiederà tempo.  Il dollaro – ha sottolineato Luigi Paganetto – non è più la moneta centrale delle transazioni globali. Vi sono sempre più altre monete stabili che si associano al dollaro, che ora riscontra anche diversi elementi di debolezza, legati al debito degli Stati Uniti e ai tassi di interesse. Un nuovo sistema Bretton Woods deve quindi tenere conto delle nuove monete emergenti, che potranno sostituire il dollaro nel suo ruolo di moneta centrale delle transazioni globali”.