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CONVEGNO CNEL-MINISTERO DELLA GIUSTIZIA “RECIDIVA ZERO. STUDIO, FORMAZIONE E LAVORO IN CARCERE”

CONVEGNO CNEL-MINISTERO DELLA GIUSTIZIA “RECIDIVA ZERO. STUDIO, FORMAZIONE E LAVORO IN CARCERE”

I lavori della plenaria mattutina.

16 aprile 2024

Ricca di interventi la plenaria mattutina del convegno “Recidiva zero. Studio, formazione e lavoro in carcere”, organizzato dal CNEL insieme al Ministero della Giustizia. Oltre al Presidente del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro Renato Brunetta e al Ministro della Giustizia Carlo Nordio, hanno preso la parola, tra gli altri, il Sottosegretario al Ministero della Giustizia Andrea Ostellari e il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) Giovanni Russo.

L’evento di oggi a Villa Lubin si inserisce nel solco dell’accordo interistituzionale sottoscritto il 13 giugno 2023 tra CNEL e Ministero della Giustizia in tema di formazione e lavoro in carcere e fuori dal carcere, da cui sono poi scaturite un’ampia serie di intese e collaborazioni con i tanti soggetti che operano in questo ambito: dalla Cassa delle Ammende alle cabine di regia territoriali delle Regioni, dai poli universitari penitenziari della CRUI al Garante nazionale alla rete dei garanti territoriali. E ancora, tra gli altri: Forum del Terzo Settore, Caritas, Comunità di S. Egidio, Fondazione S. Patrignano, Assolavoro, Ente del Microcredito, Unioncamere, ANCI, fondazioni bancarie e ordini professionali.

L’obiettivo è definire un ampio quadro di proposte e, in tale ottica, istituire un Segretariato permanente presso il CNEL, chiamato a svolgere un ruolo di impulso e di raccordo operativo tra la rete istituzionale dei soggetti pubblici centrali e locali, le parti sociali e il terzo settore.

Nei lavori della mattinata – cui seguono sei sessioni tematiche nel pomeriggio e una plenaria conclusiva – sono state presentate anche molte esperienze realizzate sul territorio. Inoltre, in una sala del CNEL è stato esposto un campionario di prodotti frutto del lavoro dei detenuti.



BRUNETTA: AZZERARE LA RECIDIVA CON LAVORO E FORMAZIONE

Leggi qui l'intervento del presidente del CNEL. 

In apertura del suo intervento, il presidente Brunetta ha dato lettura dei messaggi inviati dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni.



MATTARELLA: FORMAZIONE E LAVORO CONCRETA OCCASIONE PER REINSERIMENTO SOCIALE

“Rivolgo un saluto agli organizzatori, ai relatori, ai partecipanti alla giornata di studi dedicata all’istruzione, formazione e lavoro in carcere. Si tratta di un tema di significativo rilievo in considerazione della primaria funzione della formazione e del lavoro che rappresentano una concreta occasione per il reinserimento sociale dei detenuti, anche una volta usciti dal carcere. Auspico che l’esame delle importanti tematiche possa portare a utili risultati e formulo i migliori auguri”. Questo il messaggio di saluto inviato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del convegno “Recidiva zero. Studio, formazione e lavoro in carcere”, organizzato a Villa Lubin dal CNEL insieme al Ministero della Giustizia.




MELONI: IL LAVORO HA UNA SPICCATA FUNZIONE RIEDUCATIVA

“La sfida che siamo chiamati ad affrontare è quella di saper coniugare pienamente la sicurezza in carcere e il trattamento del detenuto, valorizzando, nell’ambito dell’espiazione della pena, il valore costituzionale della rieducazione, sia attraverso il riconoscimento e il rispetto delle regole sociali, sia attraverso la centralità del lavoro che educa il detenuto alla responsabilità. Il lavoro è lo strumento per eccellenza per il recupero di chi ha contratto un debito con la società, perché ha una spiccata funzione rieducativa e fornisce al detenuto una prospettiva di riscatto, concreta e reale. Il lavoro è uno strumento altrettanto decisivo per inibire il senso di frustrazione e malinconia che, molto spesso, tocca le persone private della libertà personale e le spinge, in alcuni casi, ad atti suicidari in carcere. Il Governo farà tesoro dei contributi e degli spunti che emergeranno nel corso del dibattito e rivolge a tutti i relatori e ai partecipanti i migliori auguri di buon lavoro”. Questo il messaggio di saluto inviato dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni in occasione del convegno “Recidiva zero. Studio, formazione e lavoro in carcere”, organizzato a Villa Lubin dal CNEL insieme al Ministero della Giustizia.




NORDIO: UN PONTE TRA CARCERE E IMPRESE

“Quel che stiamo facendo- ha dichiarato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio – è mettere insieme l’impegno e le capacità del CNEL con gli sforzi e la volontà del Ministero della Giustizia. Non faremo miracoli dall’oggi al domani, ma possiamo realizzare una sinergia programmata, non lasciata al solo volontariato. L’obiettivo è avere in ogni carcere o luogo di detenzione alternativa la possibilità di fare apprendere alle persone detenute un lavoro, in modo tale che possano riuscire a trovarlo una volta liberate. Serve un ponte tra carcere e imprese, orientato al dopo, così da permettere a una persona quando esce dal carcere di avere già una sua sistemazione”.



OSTELLARI: IL MIRACOLO È FARE SISTEMA

“Questo incontro – ha detto Andrea Ostellari, Sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia – è il frutto di un lungo lavoro, fatto dal CNEL e dal DAP e soprattutto dai tanti uomini e donne impegnate sui territori, che lavorano in un ambito molto difficile. Il vero miracolo non è solo la recidiva zero ma aiutare il paese a fare sistema, per definire un “modello” di percorso di rieducazione. Stiamo lavorando sul tema dell’esecuzione della pena attenuata, non stiamo parlando di sconti ma vogliamo affrontare il tema per dare una soluzione diversa. Noi possiamo impiegare il tempo di esecuzione della sentenza di condanna non più per guardare il soffitto ma per pensare a come imparare un mestiere e come formarsi”.



RUSSO: DETENUTI DEVONO USCIRE CON MAGGIORE CULTURA E PROFESSIONALIZZAZIONE

“In un anno o poco più – ha affermato Giovanni Russo, Capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (DAP) – le spese che la Cassa delle ammende sostiene per contribuire allo sviluppo del lavoro in carcere sono passate da 9 milioni a 30 milioni di euro. In questi primi mesi del 2024 oltre 600 imprese hanno fatto richiesta di sgravi fiscali. Questi sono già risultati importanti. Ora con il CNEL vogliamo andare oltre e offrire una visione nuova, perché la detenzione divenga uno spazio di tempo durante il quale inserire la nostra missione costituzionale, la rieducazione. Vogliamo che gli istituti penitenziari siano luoghi da cui i detenuti escano con maggiore cultura e maggiore professionalizzazione”.



BELLUCCI: SULLE CARCERI NESSUNO SI SENZA ESTRANEO

“Il CNEL in sinergia con il ministero della Giustizia – ha evidenziato Maria Teresa Bellucci, viceministra del Lavoro e delle Politiche sociali – ci chiama oggi a gettare un ponte tra il carcere e la società, con il grande obiettivo di una recidiva zero. Perché questa strada sia possibile occorre che ognuno di noi come istituzioni e parti sociali, ma anche come cittadini, ci prendiamo la responsabilità di fare la nostra parte. Sentendoci parte in causa, non estranei al mondo penitenziario, ma in dovere di contribuire positivamente al cambiamento. Ci sono esperienze significative che hanno dimostrato come imparare un mestiere e riuscire a ottenere contratti di lavoro regolari riesca a creare un legame causa-effetto, verso l’uscita dal mondo criminale.




FRASSINETTI: ISTRUZIONE ESSENZIALE PER INCLUSIONE DETENUTI

“Ancora c’è molto da fare – ha detto Paola Frassinetti, Sottosegretaria di Stato per l’Istruzione e il merito – ma l’istruzione è più che mai essenziale per l’inclusione dei nostri detenuti. Noi rivolgiamo particolare attenzione alle carceri minorili, dove l’istruzione deve diventare un elemento centrale per il pieno sviluppo della personalità umana. Inoltre, dobbiamo andare oltre l’istruzione formale e includere l’attività laboratoriale e i corsi professionalizzanti, per stimolare la creatività e la costruzione di un’identità positiva, che si forma proprio a quell’età”.




D’ETTORE: CON IL CNEL PER DEFINIRE MODELLI DI REINSERIMENTO

“In tema di diritto al lavoro delle persone detenute, l’azione interistituzionale – ha sottolineato Felice Maurizio D’Ettore, Garante Nazionale dei Diritti delle Persone private della libertà Personale (GNPL) – deve volgere con decisione verso la praticabilità di un’offerta lavorativa permeata dai principi dell’art. 4 della nostra Costituzione: effettività di tale diritto e diritto-dovere di lavorare per contribuire al progresso della società e mantenere un legame con la collettività libera. In quest’alveo si pone la collaborazione del GNPL con il CNEL. La comune tensione verso lo sviluppo di modelli che favoriscano in concreto il reinserimento nella società ha motivato questo impegno congiunto”.




BUONAJUTO: VERA SFIDA È DARE UN’OPPORTUNITÀ A CHI NON L’HA AVUTA

“Un sindaco per sostenere l’obiettivo 'recidiva zero' – ha detto Ciro Buonajuto, vicepresidente ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) – può agire su due tipi di investimenti: il primo rivolto ai figli dei detenuti, che sono rimasti fuori dal carcere, ma che continuano a vivere in quartieri dove statisticamente sono indotti a delinquere e seguire le orme dei genitori. Il secondo è rivolto alle persone che hanno commesso un reato: lo Stato deve essere in grado di far respirare loro il profumo della dignità e di garantire la speranza in una vita migliore rispetto a quella offerta dalla criminalità. La vera sfida significa dare un’opportunità a chi non l’ha avuta e noi sindaci siamo pronti ad affrontarla con coraggio e determinazione”.




SEVERINO: RIEDUCAZIONE CONDANNATI È FONDAMENTALE PER ABBATTERE TASSO DI RECIDIVA

“L’incontro odierno – ha detto Paola Severino, presidente SNA (Scuola Nazionale dell’Amministrazione) – rappresenta una significativa occasione per confrontarsi sulle azioni concrete che possono essere intraprese, a tutti i livelli, per promuovere concretamente politiche e prassi funzionali all’efficace rieducazione dei condannati nel nostro ordinamento, fondamentali per abbattere il tasso di recidiva. Il nostro sistema conosce delle esperienze assolutamente positive, che dimostrano come sia possibile gestire la pena detentiva in coerenza con i principi fondamentali del nostro ordinamento, attraverso un’efficace cooperazione fra tutte le parti che agiscono nel processo di esecuzione della pena”.




BACCINI: FORMEREMO DETENUTI PER RIMETTERLI NEL TESSUTO ECONOMICO

“Il numero dei detenuti in stato di occupazione – ha detto Mario Baccini, presidente Ente Nazionale per il Microcredito – è ancora troppo basso e le esperienze di formazione e lavoro hanno rappresentato spesso delle azioni sporadiche e non uniformi, ascritte a pochi e circoscritti casi di eccellenza. Sulla base dell’intesa con il CNEL, l’Ente si rende disponibile a condividere un percorso che porti in breve all’attuazione di un progetto dedicato, per formare detenuti al fine di rimetterli nel tessuto economico”.



STAINE: FONDAMENTALE ATTIVARE SINERGIE E COORDINAMENTO INTERISTITUZIONALE

“L'obiettivo ‘recidiva zero’ non è soltanto quello di impedire ai detenuti – ha sottolineato Emma Staine, Coordinatrice Commissione politiche sociali della Conferenza delle Regioni – di commettere nuovi reati una volta rilasciati, ma di offrire loro una reale opportunità di reinserimento sociale. La formazione professionale gioca un ruolo cruciale poiché, oltre a fornire competenze pratiche, può dare ai detenuti uno scopo e la dignità. Imparare un mestiere durante la detenzione aiuta a rompere il circolo vizioso della criminalità. Ovviamente è fondamentale attivare e valorizzare sinergie fra la dimensione pubblica e privata così come il coordinamento interistituzionale tra le articolazioni territoriali del ministero della Giustizia e le Regioni”.


BARONI: INIZIATIVA CNEL SI PONE UN OBIETTIVO AMBIZIOSO E COMPLESSO

“Le Agenzie per il Lavoro – ha dichiarato Francesco Baroni, Presidente Assolavoro – sono in prima linea sulle tematiche e le attività che riguardano l’inclusione di persone in condizioni di criticità nel mondo del lavoro. Per questa ragione abbiamo accolto con favore l’iniziativa del CNEL che si pone un obiettivo ambizioso e complesso, che implica un deciso cambio di passo rispetto al passato e un attivo coinvolgimento di tutti gli attori interessati: Istituzioni centrali e locali, Amministrazioni carcerarie, Operatori specializzati nel fornire servizi per il lavoro, Enti del Terzo Settore e imprese presenti sui territori”.


PAGNIELLO: NON LASCIAMO SOLI I DETENUTI

“Il carcere è una realtà complessa – ha affermato don Marco Pagniello, direttore Caritas Italiana – che interpella tutti noi e spero non ci si fermi agli auspici. Va messo al centro il tema della povertà educativa, perché la storia dei detenuti nasce spesso dalla povertà, economica, culturale ed educativa che non riguarda solo i minori. Il lavoro è importante ma i detenuti devono essere accompagnati nella società, non dobbiamo lasciarli soli, se vengono lasciati soli non ci sarà mai recidiva zero”.


CUZZILLA: RIDURRE RECIDIVA ASSUME VALORE ECONOMICAMENTE SIGNIFICATIVO

“Promuovere la piena occupabilità dei detenuti – ha detto Stefano Cuzzilla, presidente Federmanager – non contribuisce solo a ridurre drasticamente le possibilità di recidiva, ma assume anche un valore economicamente significativo per il Paese. E per le aziende lavorare in collaborazione con gli istituti può rappresentare un fattore importante per far crescere quella cultura dell’inclusione e della diversità che è oggi sempre più strategica. In Federmanager ci sono molte competenze che possono essere destinate alla formazione di una cultura inclusiva”.


BERNAREGGI: INSERIMENTO LAVORATIVO DETENUTI TRA LE NOSTRE PRIORITÀ

“Noi siamo un investitore istituzionale – ha dichiarato Luca Bernareggi, Amministratore Delegato CFI (Cooperazione Finanza Impresa) che da oltre vent’anni, CFI ha tra le priorità di intervento anche il sostegno e lo sviluppo di cooperative sociali operanti sia nella gestione di servizi socio sanitari ed educativi sia nell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Complessivamente, ad oggi, CFI ha in portafoglio circa 200 cooperative partecipate di cui 75 cooperative sociali che garantiscono oltre 6.000 posti di lavoro”.


PALLUCCHI: CONSOLIDARE LOGICA DI RETE

Un aspetto prioritario – ha affermato Vanessa Pallucchi, portavoce Forum Nazionale del Terzo settore – da evidenziare nelle politiche operative della Cassa delle Ammende riguarda il consolidamento di una “logica di rete” che, ancora oggi, deve trovare completa attuazione all’interno di un sistema che coniughi la dimensione penal-penitenziaria con la dimensione sociale. La cultura di rete non basa la propria essenza operativa sul facilitare il reinserimento dei detenuti con l'esclusivo strumento del lavoro ma tende, grazie anche alle forze del privato sociale e, quindi, del Terzo settore, a dare uno sviluppo esterno alla volontà dei detenuti di percorrere l'iter della riabilitazione”.


PRINA: PUNTIAMO A PERCORSI DI CRESCITA CULTURALE INTEGRATI

“Il sistema universitario italiano da anni – ha spiegato Franco Prina, Presidente Conferenza Nazionale dei Poli Universitari Penitenziari (CNUPP) – è impegnato a garantire il diritto agli studi universitari a persone in condizione di privazione della libertà personale. È sempre più rilevante, negli istituti penitenziari, la collaborazione tra le Università e le scuole degli altri ordini di istruzione, così da configurare percorsi di crescita culturale integrati che contribuiscono a favorire il reinserimento sociale e a ridurre il rischio di recidiva”.

 

RIGHETTI: NOSTRO PRINCIPALE RIFERIMENTO I DETTAMI COSTITUZIONALI

“Le Fondazioni di origine bancaria – ha detto Giorgio Righetti, Direttore Generale ACRI (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio – hanno come principale riferimento i dettami della Costituzione. Non fanno difetto quelli connessi ai temi della giustizia e della pena. “Rieducazione del condannato”, “diritti inviolabili” e “diritto al lavoro” sono, dunque, i principi ispiratori dell’azione delle Fondazioni che, attraverso migliaia di interventi realizzati in oltre trent’anni dalla loro costituzione, promuovono processi di educazione, formazione e reinserimento lavorativo dei condannati e, più in generale, la riconquista della loro dignità individuale”.



ZIGNANI: CONOSCERE I PROPRI DIRITTI E DOVERI PUÒ ESSERE UTILE ALLE PERSONE DETENUTE

“I Patronati possono svolgere – ha detto Giuliano Zignani, Presidente CE.PA. (Centro Patronati) – un’importante azione di integrazione e di supporto alle attività formative e lavorative rivolte alle persone detenute negli Istituti penitenziari. Conoscere meglio i propri diritti e doveri quando si svolge un’attività lavorativa può essere utile sia alle persone detenute che lavorano all'interno del carcere, sia in vista di una futura attività lavorativa al di fuori del carcere. Ottenere una consulenza su questi temi può ridurre il rischio di emarginazione e facilitare il reinserimento nella vita sociale e lavorativa”.


BRANCACCIO: INIZIATIVE ANCE PER FORMAZIONE E INSERIMENTO LAVORATIVO NEL SETTORE EDILE

“Considerato il valore che per i soggetti detenuti ricopre il lavoro – ha affermato Federica Brancaccio, Presidente ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) – quale opportunità di riscatto e di prospettiva futura, e stante la funzione rieducativa della pena, la formazione mirata assume particolare rilevanza. Pertanto, con l’obiettivo di favorirne l’inclusione socio-lavorativa, l’ANCE, nella consapevolezza del rilievo che ha la sinergia tra pubblico e privato, ha promosso, a livello nazionale, specifiche iniziative con lo scopo di favorire la formazione e il conseguente inserimento lavorativo nel settore edile dei detenuti presenti negli istituti penitenziari”.


 

SOMMAGGIO: IL LAVORO CARCERARIO DIVENTI FRONTIERA PER LA GIUSTIZIA DI COMUNITÀ

“La pena va concepita – ha sottolineato Paolo Sommaggio (Università degli Studi di Padova) – non solo come una riparazione rispetto alla sofferenza cagionata, ma come una vera e propria risorsa per il reo e per la comunità. Le esperienze già esistenti ci consentono di affermare che questa trasformazione nella concezione della pena, basata sulla diffusione del lavoro carcerario, può diventare una vera e propria frontiera per la giustizia di comunità, espressione dei territori, della loro sensibilità e cultura. Una giustizia, quindi, intesa come un bene veramente comune”.

 

GIORDANO: RENDERE IL CARCERE UN’AMBIENTE ABILITANTE AL CAMBIAMENTO

“L’obiettivo della riabilitazione – ha spiegato Filippo Giordano, Università LUMSA (Libera Università Maria Ss. Assunta) – dei detenuti è un problema complesso, che richiede un approccio sistemico. Questo significa sviluppare progettualità di lungo periodo e superare la prospettiva della singola organizzazione, per approcciare modelli stabili di collaborazione pubblico-pubblico e pubblico-privato. Inoltre, l’enfasi sugli aspetti legati ai programmi trattamentali sottovaluta l’impatto dell’esperienza detentiva sulle persone. Ciò significa che è necessario rendere il carcere un’ambiente abilitante al cambiamento”.

 

BOSCOLETTO: SERVE UN APPROCCIO UMANO PER LE SFIDE LEGATE AL REINSERIMENTO DEI DETENUTI

“Nell’interesse della società civile e della persona detenuta – ha affermato Nicola Boscoletto, presidente Cooperativa sociale Giotto – serve una rivoluzione culturale e un approccio umano che permetta di affrontare le sfide legate alla detenzione e al reinserimento sociale dei detenuti. È importante considerare tutti i fattori e tutti i soggetti in gioco, per rendere veramente efficaci gli interventi nei confronti delle persone detenute, con particolare riferimento al tema del lavoro”.

 

FILIPPI: SIAMO UNA CERNIERA TRA CARCERI E IMPRESE

“Seconda Chance rappresenta una cerniera – ha detto Flavia Filippi, presidente di Seconda Chance – tra le carceri e le imprese. Troviamo lavoro, facciamo conoscere agli imprenditori la possibilità di fare impresa in carcere, garantiamo soddisfazione personale, quella che si prova quando si aiuta con criterio una persona in difficoltà. Gli ostacoli principali che incontriamo sono la difficoltà nel reperire risorse per retribuire la squadra che stiamo formando e i tempi per ottenere le autorizzazioni, che fanno perdere tante occasioni”.

 

MANGHI: RECIDIVA ZERO PER TUTTI I DETENUTI CHE HANNO TERMINATO IL CORSO BASE

“Cisco è presente con attività di formazione negli Istituti penitenziari italiani – ha raccontato Gianmatteo Manghi, amministratore Delegato Cisco Systems Italy – da oltre 20 anni. Nel 2001 l’Istituto penitenziario di Milano Bollate è stato il primo al mondo in cui sono stati tenuti corsi di alta formazione informatica, grazie a docenti del programma Cisco Networking Academy. Durante gli anni gli studenti seguiti sono stati oltre 1.500. Tutti i detenuti che hanno terminato il corso base, scontata la pena, hanno poi registrato recidiva zero. La maggior parte di loro oggi lavora nel settore informatico e delle telecomunicazioni”.

 

MAZIO: CON FORMAZIONE E LAVORO DIAMO UNA SECONDA POSSIBILITÀ DI VITA

“La startup napoletana Palingen – ha spiegato Marco Maria Mazio, presidente di Palingen – è un’azienda di produzione sartoriale, che ha l’obiettivo di dare una seconda possibilità di vita a detenuti ed ex detenuti, tramite opportunità di formazione professionalizzante e di impiego lavorativo stabile. Abbiamo creato due laboratori, uno all’interno del carcere femminile di Pozzuoli e uno all’esterno. I detenuti che terminano la pena, o che ottengono una misura detentiva alternativa, possono proseguire la loro crescita professionale presso il laboratorio esterno, agevolando il loro inserimento nel mercato del lavoro”.

 

NALDI: ABBIAMO TRATTAMENTI NORMATIVI E SALARIALI IN LINEA CON IL CONTRATTO NAZIONALE

“Siamo un’azienda meccanica – ha affermato Gian Guido Naldi, amministratore delegato di Fare impresa in Dozza (FID) – che opera all'interno del carcere della Dozza (Bologna) da oltre dieci anni. La formula consiste nella creazione di una vera e propria impresa sociale all’interno della casa Circondariale e si propone di formare professionalità che potranno essere inserite nelle aziende filiere dei nostri Soci, fornendo ai detenuti una opportunità di occupazione stabile e duratura, recuperabile nella vita successiva al compimento del periodo detentivo. FID funziona come una qualsiasi piccola impresa, con trattamenti normativi, salariali in linea con il contratto nazionale concordato con le organizzazioni sindacali del settore”.

 

PIGNETTI: TREND DI CRESCITA NELLA PARTECIPAZIONE DEI DETENUTI

“Il progetto ‘Mi riscatto per il futuro’ – ha detto Raffaela Pignetti, presidente Consorzio per l'Area di Sviluppo Industriale (A.S.I.) di Caserta – consente di promuovere e realizzare un percorso di reinserimento sociale e inserimento nel mondo del lavoro dei soggetti detenuti, impiegandoli in attività di lavoro di pubblica utilità. Si basa sul Protocollo d’Intesa sottoscritto nel 2019 tra il Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale della Provincia di Caserta, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria-Ministero della Giustizia, il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria e il Tribunale di Sorveglianza di Napoli. Assistiamo a un trend di crescita nella volontà di partecipazione da parte dei detenuti ai corsi di formazione professionale erogati, cui è seguito l’avviamento delle attività lavorative”.