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CORONAVIRUS, GUALACCINI: PER LA RIPARTENZA SERVE UNA STRATEGIA SULLA MOBILITÀ URBANA

CORONAVIRUS, GUALACCINI: PER LA RIPARTENZA SERVE UNA STRATEGIA SULLA MOBILITÀ URBANA

26 aprile 2020

Dal 4 maggio, con l’avvio della fase 2 e l’aumento delle automobili in circolazione e il ricorso alla mobilità alternativa anche a causa delle possibili criticità nei trasporti pubblici locali dovute al distanziamento, occorre varare una strategia sulla mobilità urbana di breve e medio periodo. Accanto al possibile restringimento delle carreggiate urbane per creare una rete di corsie ciclabili, in alcune strade bisognerebbe abbassare il limite della velocità per consentire un uso promiscuo tra automobili e ciclisti e sviluppare e sostenere un sistema di sharing pubblico e incentivi all’acquisto di biciclette elettriche”.

 

Ad affermarlo è Gian Paolo Gualaccini, coordinatore della Consulta nazionale per la sicurezza stradale e la mobilità sostenibile del CNEL che sta lavorando ad una serie di proposte da sottoporre al Parlamento e al Governo. 

 

Nel periodo del lockdown si sono ridotti gli spostamenti del 95% ma, nonostante tutto, dall’8 marzo al 20 aprile si sono registrati ben 44 morti su strade e autostrade, secondo gli ultimi dati di Polizia e Carabinieri. E’ un numero di gran lunga inferiore rispetto ai 203 dello stesso periodo dello scorso anno ma che rappresenta comunque un campanello d’allarme sull’urgenza di lavorare alla riforma del codice della strada. 

"La Consulta del CNEL di cui fanno parte i principali attori della mobilità italiana, guarda con favore all’incremento dell’uso della bicicletta che comporta, però, un impegno da parte dei Comuni che compensino almeno parzialmente la propensione al maggior ricorso alle automobili private da parte di coloro che prima dell’emergenza utilizzavano i mezzi pubblici” aggiunge Gualaccini.

 

In questa fase emergenziale, la Consulta ha approfondito le problematiche connesse ad una sostituzione automatica della domanda di trasporto pubblico, a causa del distanziamento da Covid-19, con l’uso privato ed esclusivo della vettura privata. 


A tal fine:

1. auspica che gli enti locali sviluppino una serie di interventi per implementare la mobilità dolce e non inquinante e che - superata la crisi pandemica – tali azioni inducano ad un più generale cambiamento di stile di vita, per una nuova concezione di mobilità anche post-emergenziale. In questa ottica - accanto al possibile restringimento delle carreggiate urbane per creare una rete di corsie ciclabili, guarda con favore al potenziamento di un sistema di sharing pubblico e incentivi all’acquisto di biciclette elettriche.

2. ritiene che lo sviluppo della mobilità dolce e ecosostenibile necessiti di tutti i necessari strumenti a corredo, come l’individuazione di spazi per lo stoccaggio delle biciclette sui mezzi pubblici e aree dedicate alla custodia dei medesimi mezzi in uffici e istituti scolastici. 

3. auspica che venga adeguatamente sviluppato il ruolo del mobility manager, figura prevista ed introdotta in Italia con il D.M. 27 marzo 1998 ma poco valorizzata, sia in termini di capacità di incidere nei processi decisionali, sia dal punto di vista retributivo. Infatti l’emergenza sanitaria potrebbe contribuire a conferire un ruolo centrale a tale figura che non sarebbe solo collettore di istanze ma, anche e soprattutto, interlocutore privilegiato del mobility manager di area per la definizione dei piani urbani e degli spostamenti casa-lavoro o casa-scuola (basti pensare alle delicate decisioni che nelle prossime settimane dovranno essere prese nella modulazione degli orari delle scuole e degli impatti che tali decisioni avranno sul mondo della mobilità, e del trasporto pubblico in particolare). Il mobility manager, ad avviso della Consulta, dovrebbe operare non solo in stretto collegamento con il mobility manger  territoriale ma, anche, avere un ruolo fondamentale nelle decisioni aziendali o scolastiche.

 

Ciò nella consapevolezza che occorre anche individuare tutte le possibili azioni in termini di differenziazione degli orari di apertura degli uffici, delle scuole e dei negozi per decongestionare il sistema del trasporto pubblico negli momenti di maggiore affollamento, ritenendo che una ripresa delle attività “in sicurezza” richieda, anche e parallelamente, un ripensamento dei nostri “tempi di vita”.


“Occorre puntare sui giovani per educarli alla cultura di una mobilità attiva ed ecocompatibile, offrendo però gli opportuni strumenti a corredo, come lo stoccaggio delle biciclette sui mezzi pubblici e aree dedicate alla custodia in uffici e istituti scolastici.  La Consulta ritiene poi di approfondire il tema della differenziazione degli orari di apertura degli uffici, delle scuole e dei negozi per decongestionare il sistema del trasporto pubblico negli orari di maggiore affollamento, ritenendo che una ripresa delle attività “in sicurezza” richieda, anche e parallelamente, un ripensamento dei nostri tempi di vita”, conclude il consigliere del CNEL. 


 

La fotografia si riferisce all'ultima riunione della Consulta presso il CNEL tenuta prima del DPCM del 4.3.2020