Salario minimo: Brunetta, "il dibattito è stato viziato da contrapposizioni politiche. Il ruolo della contrattazione è fondamentale"
Sul salario minimo "il dibattito per molti versi è stato viziato dalle contrapposizioni di natura prettamente politica. Appartiene al Dna del Cnel, alla sua natura e alla sua storia, il voler porre la contrattazione e quindi le parti sociali al centro delle dinamiche della domanda e dell'offerta di lavoro. Un buon sistema di contrattazione permette di affrontare la questione salariale ma anche di andare oltre, favorendo la produttività, l'occupazione di qualità, l'investimento in formazione e nuove competenze, il welfare aziendale. La contrattazione può inoltre garantire diritti d'informazione per contrastare le discriminazioni fondate sul genere". Lo afferma il presidente del Cnel, Renato Brunetta, in un'intervista pubblicata stamani dal Corriere della Sera.
"In epoca di grandi transizioni i corpi intermedi sono fondamentali"
"Serve una governance del cambiamento. Stiamo vivendo un'epoca di caos legata a tre grandi transizioni: quella digitale, quella energetica e quella demografica. Fino a poco tempo fa sembrava che il modello di governance fosse quello diretto tra popolo e governo, mentre adesso la pervasività della transizione richiede dei tessuti di società civile, ossia i corpi intermedi che si rivelano fondamentali. Nel nostro caso in Italia grazie alla lungimiranza dei costituenti abbiamo un organo di rilevanza costituzionale che prevede una struttura per questi corpi intermedi, che si chiama Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro. Del Cnel - aggiunge - si è parlato nell'ultimo decennio bene e meno bene, fino a sottoporlo a un referendum abrogativo a cui gli italiani hanno risposto no, confermando così l'esistenza".
"La pandemia ha riaffermato il ruolo della società civile"
"Dopo l'ubriacatura della disintermediazione, assistiamo oggi a un ritorno della società civile, a un rinnovato ruolo delle sue organizzazioni collettive e delle sue rappresentanze. Lo abbiamo visto, per esempio, durante la pandemia, quando le reti dei corpi intermedi hanno dato un contributo straordinario nel fronteggiare il Covid. Proprio da questa riscoperta e riaffermazione della società civile nasce il rilancio del Cnel, la casa dei corpi intermedi, il luogo dove i tanti e legittimi interessi di parte trovano un loro denominatore comune e si sublimano in interesse collettivo, in responsabilità e virtù civiche".
"Gli sprechi del Cnel sono una leggenda metropolitana. Negli ultimi 10 anni sono stati risparmiati 10 milioni"
Il Cnel che divora risorse - conclude Brunetta - "è una leggenda metropolitana". Costa attualmente circa 7 milioni di euro l'anno, una cifra incomparabilmente più bassa rispetto ai principali organi dello Stato. Inoltre, nell'ultimo decennio i costi si sono ridotti del 60%, con una riduzione pari ad oltre 10 milioni".
Clicca qui per leggere l'intervista integrale al presidente del Cnel pubblicata dal 'Corriere della Sera'