MOBILITÀ, TREU: È UN FATTORE CHIAVE PER LO SVILUPPO ECONOMICO
La pandemia richiede interventi radicali nel mondo dei trasporti: dall’offerta ferroviaria al trasporto pubblico locale, sempre più condizionati dallo smart working, fino agli orari di apertura dei negozi. Il tasso di mobilità sostenibile è sceso nel 2019 al 35%, un livello più basso di inizio millennio (37,2% nel 2002); per il 2020 è prevedibile un rialzo dell’indice, per effetto soprattutto della grande crescita delle soluzioni di trasporto senza motore, che tuttavia non supererà la soglia del 40%, confermando così i deboli progressi del trasporto ecologico, misurati come performance della domanda, nel nostro Paese.
E’ quanto è emerso oggi nel corso della presentazione del 17° “Rapporto Audimob sulla Mobilità degli Italiani”, realizzato da Isfort in collaborazione con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ed il CNEL e con il contributo scientifico di Agens.
Secondo i dati contenuti nel rapporto gli italiani continuano ad affidarsi all’auto per gli spostamenti. Anzi: con il Covid di più, come se l’auto fosse una ‘grande mascherina’ contro il contagio. Arretra il trasporto pubblico che viene percepito come pericoloso. E i monopattini? 1 italiano su 2 li userebbe, ma tutti chiedono regole ferree. Si tratta di un quadro della mobilità profondamente modificato rispetto agli scorsi anni: la pandemia si è abbattuta sul sistema dei trasporti come la tempesta perfetta: -67% degli spostamenti giornalieri e -84% di passeggeri per km percorsi.
“Il 2020 - ha detto Carlo Carminucci, direttore ricerca di Isfort nell’illustrare il documento - sta segnando una linea netta di cesura rispetto ad alcune tendenze della domanda che fino allo scorso anno sembravano consolidate”.
“Il primo punto di rottura è determinato dall’andamento dei volumi di mobilità” – si legge nel rapporto – “Se nel biennio 2017-2019 si era assistito ad una ripresa della domanda (+8% gli spostamenti, +14% i passeggeri-km), dopo una fase quasi decennale di riduzione (dalla crisi economica del 2008), nel 2020 si è registrato l’atteso crollo verticale durante il lockdown, stimabile nell’ordine del 67% in meno di spostamenti giornalieri e dell’84% in meno di passeggeri-km percorsi. Il rimbalzo della domanda fin dalla prima fase post-restrizioni è stato fortissimo e si è poi mantenuto nei mesi successivi (+156% per gli spostamenti, +352% per i passeggeri-km tra metà maggio e metà ottobre). Tuttavia, i livelli pre-Covid restano ancora distanti di circa il 15% per il numero di viaggi e di circa il 25% per il numero di passeggeri-km”.
Secondo Tiziano Treu, Presidente del CNEL, “La mobilità è un fattore chiave per lo sviluppo economico. Le persistenti criticità nel sistema che creano problemi a lavoratori, cittadini, studenti ma anche turisti, hanno rappresentato e rappresentano uno dei maggiori freni allo sviluppo del Paese. La questione della mobilità non si può relegare solo alle criticità nel trasporto pubblico locale ma riguarda diversi aspetti che vanno dalle carenze nelle infrastrutture, alla sicurezza stradale, all’intermodalità all’incentivazione della mobilità sostenibile”.
L’auto nel 2019 si conferma, e anzi rimonta, come mezzo più utilizzato con un +3,5% ed è, particolarmente ora, per gli italiani, una sorta di protezione che tiene al sicuro. Sicurezza relativa però: gli incidenti nel 2019 calano ma restano comunque molti. Sono stati in tutto 172.183, in leggerissimo calo rispetto al 2018 (-0,2%), le vittime sono state 3.173, ovvero - 4,8% e i feriti 241.384 (-0,6%). Il numero di morti è il più basso dell’ultimo decennio e il lockdown, solo in questo caso, ha avuto un effetto benefico: il calo degli incidenti stradali è stato di circa il 72% a marzo e dell’85% ad aprile.
“I cittadini - ha aggiunto Giuseppe Catalano, Coordinatore della Struttura tecnica di missione del Mit - dopo la pandemia e tra qualche mese, ricominceranno a muoversi, nonostante lo smart working, e gli investimenti ingenti messi in campo in questi mesi dal Governo dovranno rendere i servizi di trasporto pubblico più efficiente. Il settore del tpl, che ha tutte le caratteristiche di un sistema industriale, per certi versi è ancora legato a vecchie logiche”.
“Il 2019 non è stato un anno positivo per la mobilità attiva (piedi, bicicletta, etc) che nel suo insieme però ha perso quasi 4 punti di share attestandosi al 24,1” – si legge nel Rapporto – “Si è quindi interrotto un trend positivo decennale per la mobilità dolce che soprattutto nel 2017 aveva sperimentato una forte accelerazione. Hanno beneficiato di questo “sorprendente” calo sia l’auto, che ha consolidato la propria dominante posizione di mercato (62,5% di domanda soddisfatta, (ovvero 3,5 punti in più rispetto al 2018), sia l’insieme dei trasporti pubblici (dal 9,7% al 10,8%). Ma proprio sui trasporti pubblici si è scatenata una polemica dopo il blocco totale. In più, la paura degli italiani di contrarre il virus sui mezzi pubblici ha fatto perdere oltre un terzo dello share di mercato e quasi il 50% dei passeggeri”.
“Per una mobilità realmente sostenibile, ancora di più in periodi di emergenza sanitaria come quello che stiamo vivendo è fondamentale la differenziazione degli orari di apertura di negozi, uffici e scuole - ha sottolineato Gian Paolo Gualaccini, coordinatore Consulta per la Sicurezza stradale e la mobilità sostenibile del CNEL - Non si possono concentrare in meno di due ore, tra le 7 e le 9, gli spostamenti di oltre 9 milioni di persone. Il CNEL aveva posto il problema già a fine aprile con un documento inviato a Governo e Parlamento sulla mobilità post Covid”.
“Dovremo far fronte alle nuove tendenze con una nuova offerta per l’alta velocità perché il traffico business è crollato e non riprenderà ante virus per molto tempo - ha spiegato Gianfranco Battisti, ad di Ferrovie - La mobilità sarà ridotta rispetto al passato grazie alle nuove tecnologie di telecomunicazioni. Quindi va ripensato il modello e ridurre l’ingresso nelle grandi città, ripensando il modello di servizio anche nel trasporto regionale. Con lo smart working, le persone hanno scelto di vivere in località limitrofe alla grande città, dove si vive meglio e con costi abitativi minori. Dovremo garantire il collegamento con le grandi città con centri minori”.
“Il sistema del tpl dovrà fare i conti con una diminuzione fisiologica di passeggeri, che non torneranno più al 100% - ha puntualizzato Arrigo Giana, presidente di Agens - Stimiamo un 15% di calo fisiologico che porterà meno risorse. Per questo servirà un’offerta diversa, più efficiente, più dinamica e flessibile. L’offerta sino ad oggi è stata tarata sull’ora di punta del mattino, ha avuto il suo picco lì, per il resto della giornata è stata più bassa. Ecco, dovremo rivedere gli orari delle città e seguire la nuova attitudine alla mobilità”.